Malattie e cure Salute

Resistenza antimicrobica: non c’è più tempo da perdere

Il Gruppo di Coordinamento Interagenziale sulla Resistenza Antimicrobica (IACG) ha rilasciato il 29 aprile 2019 il Rapporto in cui si richiede un’azione immediata, coordinata e ambiziosa per scongiurare una potenziale crisi determinata dalla resistenza microbica ai farmaci che sarebbe disastrosa.

La riunione ad alto livello sulla resistenza antimicrobica (AMR) dei Capi di Stato e di Governo in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2016, aveva deciso l’istituzione di un Gruppo Interagenziale che, in stretto rapporto con la FAO, l’OIE (Organizzazione Mondiale per la Salute degli Animali) e l’OMS, fornisse una Guida pratica per gli approcci necessari per garantire un’azione globale efficace e sostenuta per contrastare l’AMR e riferisse al Segretario generale delle Nazioni Unite entro il 2019. Si era trattato della quarta volta che l’Assemblea delle Nazioni Unite affrontava un tema dedicato alla salute (le altre occasioni si erano verificate per l’AIDS, le malattie non trasmissibile – NCD ed Ebola), a testimonianza della gravità della situazione.

Attualmente, almeno 700.000 persone muoiono ogni anno a causa di malattie resistenti ai farmaci, delle quali, secondo uno Studio, pubblicato il 5 novembre 2018 su The Lancet, ha stimato che nell’UE le infezioni causate da batteri resistenti ai farmaci causino la morte di circa 33 000 persone all’anno e determinino conseguenti perdite economiche per circa 1,5 miliardi di euro.

Sempre più malattie comuni, tra cui infezioni del tratto respiratorio, infezioni trasmesse sessualmente e infezioni del tratto urinario, sono sempre più difficili da curare e gli antibiotici usati per trattare malattie che possono essere trasmesse tra animali e uomini, come la campilobatteriosi e la salmonellosi, stanno perdendo efficacia, secondo quanto recentemente denunciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).

Ora, come convenuto, il 29 aprile 2019 lo IACG ha consegnato al Segretario generale dell’ONU, il RapportoNo time to wait: securing the future no drug-resistant infections” . secondo cui le malattie resistenti ai farmaci potrebbero causare 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050 e danni all’economia paragonabili alla crisi finanziaria globale del 2008-2009. Entro il 2030, la resistenza antimicrobica potrebbe causare fino a 24 milioni di persone in estrema povertà.

Per scongiurare questa che potrebbe risultare una vera e propria pandemia dagli effetti simili a quelli della influenza Spagnolail report  raccomanda ai Paesi di:
– dare la priorità ai Piani d’azione nazionali per potenziare gli sforzi di finanziamento e di rafforzamento delle capacità;
– istituire sistemi normativi più rigorosi e sostenere programmi di sensibilizzazione per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici da parte di professionisti della salute umana, degli animale e delle piante;
– investire in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per combattere la resistenza antimicrobica;
– eliminare urgentemente l’uso di antimicrobici di importanza fondamentale per far aumentare le rese in agricoltura.

La resistenza antimicrobica è una delle maggiori minacce che affrontiamo come comunità globale. Questo rapporto riflette la profondità e la portata della risposta necessaria per frenare la sua ascesa e proteggere un secolo di progressi nel campo della salute  – ha affermato Amina Mohammed, Vice segretario generale dell’ONU e Co-presidente di IACGVi si sottolinea l’urgenza di un’immediata azione e la sollecitazione a tutte le parti interessate ad agire in base alle raccomandazioni fornite per proteggere la vita degli individui e del Pianeta, garantendo un futuro sostenibile per tutti“.

Le raccomandazioni richiedono un impegno immediato in tutti i settori, dai governi e dal settore privato, alla società civile e al mondo accademico, e la necessità di sforzi coordinati e intensi per superare la resistenza antimicrobica che può risultare un importante ostacolo al conseguimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, compresa la copertura sanitaria universale, il cibo sano e sicuro, sistemi agricoli sostenibili, acqua pulita e servizi igienico-sanitari.

È stato dimostrato che l’immissione nell’ambiente dei composti antimicrobici provenienti da abitazioni, ospedali e impianti farmaceutici, così come dalle acque di scolo dei terreni agricoli e degli allevamenti, in abbinamento a contatti diretti tra le comunità dei batteri e i batteri resistenti dispersi, agevola l’evoluzione batterica e l’insorgere di ceppi  sempre più resistenti.

Le raccomandazioni del Rapporto riconoscono che gli antibiotici sono fondamentali per salvaguardare la produzione alimentare, la sicurezza e il commercio, così come la salute umana e quella animale, e ne promuovono un uso responsabile in tutti i settori – ha commentato José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO – I Paesi possono favorire sistemi alimentari sostenibili e pratiche agricole che riducano il rischio di resistenza antimicrobica lavorando insieme per promuovere valide alternative all’uso degli antibiotici, come stabilito nelle raccomandazioni del rapporto“.

 

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