L’ultimo Rapporto di REN21, l’organismo internazionale istituito dalla Nazioni Unite per incentivare le rinnovabili, che costituisce la panoramica più completa sullo stato delle energie rinnovabili in tutto il mondo fornisce le prove dei molteplici vantaggi delle energie rinnovabili, soprattutto se paragonato ad altre fonti di energia, “offrendo ai decisori una ricetta per una transizione energetica immediata, sostenibile ed equa, lasciando poco spazio allo scetticismo e alle scuse”.
Le energie rinnovabili sono la fonte energetica più sostenibile, i benefici che apportano superano ampiamente i potenziali impatti negativi che peraltro possono essere mitigati con l’adozione delle migliori pratiche esistenti.
È quanto rileva l’ultimo annuale Rapporto “Renewable Energy and Sustainability Report” (RESR 2024) di REN21, l’Associazione no-profit con sede a Parigi presso il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) che raccoglie sotto il proprio ombrello organizzazioni internazionali, governi, associazioni di settore, ONG ed esperti dell’energia, pubblicato il 30 gennaio 2024..
RESR 2024 di REN21 costituisce la panoramica globale più completa sullo stato delle energie rinnovabili in tutto il mondo, sulla base dei dati raccolti in crowdsourcing da circa 700 contributori dell’industria, delle ONG, dei governi e delle università e istituti di ricerca di tutto il mondo, i cui capitoli sono sottoposti a due cicli di revisione, dando ai risultati indicazioni rilevanti sullo stato della transizione energetica globale.
Inoltre, i princìpi chiave di sostenibilità delineati nel rapporto includono, tra gli altri, l’attenta ubicazione delle infrastrutture per le energie rinnovabili e la conservazione delle risorse naturali, lo sviluppo della circolarità nelle catene di approvvigionamento delle energie rinnovabili e il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare delle comunità implicate.
RESR di quest’anno assume un rilievo particolare perché viene dopo il recente impegno firmato dai leader mondiali alla COP28 di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro la fine del decennio che è stato accolto con favore da molte parti interessate, ma che ha sollevato anche interrogativi sui potenziali impatti di un aumento così rapido.
Al riguardo, il Rapporto di REN21 mappa e analizza i potenziali impatti negativi che possono emergere dall’incremento delle energie rinnovabili, anche su questioni critiche come l’uso del territorio e dell’acqua, la biodiversità, le foreste, i diritti umani, i materiali critici e la produzione di rifiuti, concludendo che i benefici delle energie rinnovabili superano ampiamente i loro potenziali impatti negativi e che tali impatti negativi possono essere mitigati con l’adozione delle migliori pratiche esistenti.
“Le prove sono evidenti: le energie rinnovabili sono la fonte energetica più sostenibile per affrontare il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità, garantendo al tempo stesso lo sviluppo industriale ed economico, la creazione di posti di lavoro, la sicurezza energetica e una migliore salute umana – ha dichiarato Rana Adib, Direttrice esecutivo di REN21 – RESR offre ai decisori una ricetta per una transizione energetica immediata, sostenibile ed equa, lasciando poco spazio allo scetticismo e alle scuse”.
I combustibili fossili sono responsabili del 75% delle emissioni di gas serra indotte dall’uomo e il principale motore del cambiamento climatico, e l’inquinamento generato dalla loro estrazione, produzione e combustione è anche responsabile di milioni di morti premature ed è un importante motore della perdita di biodiversità.
Viceversa, è dimostrato che le emissioni medie di tutte le tecnologie di energia rinnovabile, anche tenendo conto del ciclo di vita, sono molto inferiori a quelle rispettivamente del gas fossile e del carbone. Inoltre, mentre le operazioni relative ai combustibili fossili sui relativi siti di estrazione lasciano il terreno inquinato, degradato ed esaurito molto tempo dopo la dismissione degli impianti, le energie rinnovabili non hanno gli stessi impatti a lungo termine sul suolo e sull’acqua. Inoltre, la maggior parte degli impianti di energia rinnovabile possono coesistere con altri usi come l’agricoltura o la pesca. Le energie rinnovabili possono anche essere utilizzate su terreni degradati o ex industriali, contaminati e marginali e possono sfruttare le infrastrutture esistenti come tetti, ferrovie, autostrade e parcheggi per ridurre il loro impatto sul territorio.
I materiali estratti per le energie rinnovabili vengono utilizzati per costruire strutture e infrastrutture e la maggior parte di essi sono altamente riciclabili, a differenza dei combustibili fossili che vengono continuamente estratti per essere bruciati. Nel 2021, l’estrazione di combustibili fossili è stata pari a oltre 8 miliardi di tonnellate di carbone, 4 miliardi di tonnellate di petrolio e l’equivalente di 2,6 miliardi di tonnellate di gas fossile; in confronto, i materiali estratti per le energie rinnovabili includevano solo 21 milioni di tonnellate di rame, 2,6 milioni di tonnellate di nichel, 0,17 milioni di tonnellate di cobalto e 0,11 milioni di tonnellate di litio.
Nella maggior parte degli scenari di transizione energetica, l’espansione del solare fotovoltaico (PV) e dell’energia eolica rappresentano una quota minore dell’aumento previsto della domanda di materiali. La maggior parte dell’aumento della domanda è rappresentata dalle reti elettriche e dallo stoccaggio delle batterie, soprattutto per i veicoli elettrici, essenziali per una transizione energetica sistemica. Aumentare l’efficienza energetica e implementare pratiche di mobilità sostenibile come camminare, andare in bicicletta e il trasporto pubblico può ridurre ulteriormente l’uso di materiali non rinnovabili (come i minerali critici). Anche i progressi tecnologici, le scelte progettuali e l’implementazione dei principi di circolarità ridurranno al minimo l’uso dei materiali critici.
“I governi – ha sottolineato Rachel Asante-Owusu, Program Manager del Programma Global Business and Biodiversity della IUNC – hanno l’importante responsabilità di attuare e applicare politiche e regolamenti che garantiscano la diffusione delle energie rinnovabili in modo sostenibile”.