Biodiversità e conservazione Diritto e normativa

Reati ambientali: la nuova Direttiva UE per proteggere meglio l’ambiente

La Commissione UE ha adottato un nuova Direttiva e una Comunicazione di accompagnamento sui reati ambientali, che abrogherà al momento dell’entrata in vigore la precedente del 2008 che si è rivelata inadeguata, obbligando gli Stati membri, tra l’altro, ad introdurre misure di diritto penale per contrastarli.  

L’impatto della criminalità ambientale sull’ambiente naturale in Europa e nel mondo si manifesta in crescenti livelli di inquinamento, nel degrado della fauna selvatica, nella riduzione della biodiversità e nel disturbo dell’equilibrio ecologico.

I crimini ambientali è altamente redditizio, quasi quanto il traffico illegale di droga, ma le sanzioni sono molto basse e spesso non è perseguito, così da renderli molto attraenti per i gruppi della criminalità organizzata.

Una valutazione della Direttiva sui reati ambientali (2008/99/CE) adottata nel 2020 dalla Commissione UE, ha rivelato che il numero di casi di reati ambientali perseguiti con successo era basso, le sanzioni erano troppo insufficienti per essere un deterrente e la cooperazione transfrontaliera era debole. 

Adempiendo all’impegno assunto nel Green Deal europeo, il 15 dicembre 2021 la Commissione UE ha adottato una proposta di Direttiva che sostituisce la precedente, e una Comunicazione di accompagnamento.

“La distruzione intenzionale del nostro ambiente naturale minaccia la nostra stessa sopravvivenza come umanità – ha affermato il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans TimmermansLasciare agire impunemente i trasgressori mina i nostri sforzi collettivi per proteggere la natura e la biodiversità, combattere la crisi climatica, ridurre l’inquinamento ed eliminare i rifiuti. Gli abusi gravi devono essere accolti con una risposta seria e la proposta odierna pone le basi per questo.

La proposta intende rendere più efficace la protezione dell’ambiente obbligando gli Stati membri ad adottare misure di diritto penale. Definisce nuovi reati ambientali, fissando un livello minimo per le sanzioni e rafforzando l’efficacia della cooperazione tra le forze dell’ordine. Inoltre, obbliga gli Stati membri a sostenere e assistere le persone che segnalano reati ambientali e a cooperare con le forze dell’ordine. Con tale proposta, la Commissione UE si prefigge di contribuire a proteggere la natura e le risorse naturali, nonché la salute pubblica e il benessere.

La Commissione propone di fissare un minimo comune denominatore sulle sanzioni per i reati ambientali. Qualora il reato causi o possa causare la morte o lesioni gravi a una persona, gli Stati membri devono prevedere almeno la reclusione fino a dieci anni. La proposta di Direttiva propone inoltre ulteriori sanzioni, tra cui il ripristino della natura, l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici e alle procedure di appalto o la revoca delle autorizzazioni amministrative.  

La proposta mira anche a rendere più efficaci le indagini e i procedimenti penali pertinenti, fornendo sostegno a ispettori, polizia, pubblici ministeri e giudici attraverso la formazione, gli strumenti investigativi, il coordinamento e la cooperazione, nonché una migliore raccolta di dati e statistiche. La Commissione propone che ogni Stato membro elabori strategie nazionali che garantiscano un approccio coerente a tutti i livelli di applicazione e la disponibilità delle risorse necessarie.

“I crimini ambientali causano danni irreversibili e a lungo termine alla salute delle persone e dell’ambiente – ha sottolineato il Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius – Eppure sono difficili da indagare e portare davanti ad una Corte, mentre le sanzioni tendono ad essere deboli. Ecco perché dobbiamo rafforzare il nostro diritto penale ambientale. In un momento in cui la comunità internazionale discute del crimine di ecocidio, un alto livello di protezione ambientale non è importante solo per le generazioni presenti ma anche future, per questo raddoppiamo i nostri sforzi per combattere il degrado ambientale”.

Con la nuova Direttiva si potrà effettuare indagini e azioni penali transfrontaliere. I crimini ambientali spesso colpiscono diversi paesi (ad esempio il traffico illecito di fauna selvatica) o hanno effetti transfrontalieri (ad esempio nel caso dell’inquinamento transfrontaliero di aria, acqua e suolo). Le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie possono affrontare questi crimini solo quando lavorano insieme attraverso le frontiere.

L’ambiente non conosce confini e i crimini contro di esso mostrano i loro effetti negativi in ​​tutti gli Stati membri – ha aggiunto la Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourová – Dobbiamo utilizzare tutti i mezzi possibili per proteggere l’ambiente a livello di Unione. Il diritto penale è uno di questi e questa proposta fornirà alle autorità di contrasto e alla magistratura gli strumenti per agire in modo più efficace contro i crimini ambientali in tutta l’Unione”.

La proposta di Direttiva contribuirà, inoltre, a conseguire gli obiettivi del Piano di azione Inquinamento zero”, al Piano di azione per l’Economia circolare e della Strategia sulla Biodiversità al 2030.

La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri offrendo agli operatori delle forze dell’ordine e alle loro reti professionali una piattaforma per discussioni strategiche e fornendo loro assistenza finanziaria. Infine, poiché la criminalità ambientale è un fenomeno globale, la Commissione continuerà a promuovere la cooperazione internazionale in questo settore.

La Commissione UE ha messo a disposizione il Documento di orientamentoContrasto dei reati ambientali e delle violazioni correlate”, per sostenere il lavoro di ispettori ambientali, agenti di polizia, doganieri, pubblici ministeri, giudici e quant’altri svolgano attività di contrasto alla criminalità ambientale e alle relative violazioni. 

Non c’è tempo da perdere – ha concluso il Commissario UE alla Giustizia, Didier Reynders – Dobbiamo assicurarci che le nostre regole sulla lotta per creare un vero cambiamento. Con questa nuova Direttiva, abbiamo un altro potente strumento per proteggere l’ambiente e, in definitiva, il nostro pianeta. La proposta si basa sulle lezioni apprese e sull’esperienza acquisita negli anni passati e affronterà direttamente le cause profonde che hanno impedito alla protezione dell’ambiente di essere efficace come dovrebbe essere“.

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