Inquinamenti e bonifiche Territorio e paesaggio

Picco di PM10 di fine marzo: erano polveri provenienti dall’Aralkum?

Sarebbe interessante appurare se l’anomalo picco di PM10 registrato dalle ARPE delle regioni centro-settentrionali dell’Adriatico,messo in relazione al trasporto di polveri provenienti dalle regioni desertiche del Mar Caspio, derivasse dall’ancora più lontano Aralkum, il deserto formatosi dove 60 anni fa c’era il 4° lago più grande del mondo.

A fine marzo le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria delle regioni centro-settentrionali dell’Adriatico (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche) hanno rilevato un anomalo picco di PM10, il particolato atmosferico più grossolano.

Poiché molte attività industriali erano ferme e il traffico veicolare privato era praticamente azzerato per effetto delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19, ed anche il contesto di dispersione degli inquinanti era favorevole, le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente coinvolte hanno cercato di definire la causa dell’anomalo fenomeno, che in qualche caso ha superato il doppio del valore limite giornaliero.

Da quanto riportato dal Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), che ha sintetizzato quanto rilevato dalle ARPE e dal nuovo sistema di previsione della qualità dell’aria, operativo giornalmente presso l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente dell’Emilia-Romagna (ARPAE) nell’ambito del progetto nazionale Mirror Copernicus, la causa del picco di PM10 in quei giorni è da individuare nell’arrivo di masse d’aria nord-orientali (bora) che hanno trasportato polveri sottili di origine naturale (polveri desertiche). Dalle simulazioni modellistiche a grande scala, è emerso che il fenomeno sarebbe dovuto a polveri provenienti dai deserti asiatici confinanti con il Mar Caspio.

Nei giorni precedenti, esattamente il 24 marzo 2020, lo spettroradiometro per immagini a risoluzione moderata (MODIS) sul satellite Aqua della NASA ha catturato l’immagine sottostante a colori naturali di una tempesta di polvere proveniente da quello che è ormai definito l’Aralkum ovvero il più giovane deserto del mondo, formatosi negli ultimi decenni per effetto del prosciugamento del lago d’Aral, uno dei disastri ambientali più grandi provocati dalle attività umane.

Alla fine degli anni ’50 il Governo sovietico per promuovere l’agricoltura, in particolare del cotone, nelle Repubbliche asiatiche dell’Uzbekistan e del Kazakstan, privò il lago, uno dei più grandi del mondo con una superficie di 68.000km2, delle acque dei fiumi Amu Darya e Syr Darya che insieme lo rifornivano dell’80% di apporto idrico, per canalizzarle verso i campi coltivati.

La maggior parte, tuttavia, veniva dispersa o assorbita dal deserto, mentre il livello del lago cominciava a scendere dal momento che l’evaporazione superava la quantità d’acqua che arrivava con le precipitazioni. I sovietici pensavano che una volta ridotto a palude il territorio del lago avrebbe potuto essere utilizzato per la coltivazione del riso, ma anziché un acquitrino si è formato un deserto.

A metà degli ’80 il lago era già diviso in due porzioni che andarono riducendosi sempre di più. A mano a mano che il livello dell’acqua scendeva, aumentava al contempo la salinità delle acque rimanenti, sconvolgendo l’ecosistema locale, con fauna ittica sempre più scarsa e la vegetazione sempre più rada, con conseguente maggiore impatto dell’azione del vento che sollevando le polveri fini saline per depositarle nei campi circostanti, ha reso questi ultimi sterili.

Così, l’arrivo della primavera è diventato negli ultimi decenni un evento non più felicemente atteso dagli abitanti della regione che sanno di dover fare i conti sia con le tempeste di sabbia che con rischi correlati per la salute, poiché quella sabbia, oltre che salata, contiene residui di pesticidi e fertilizzanti.

Gli abitanti (1.200.00 individui) del Karakalpakstan, una Repubblica autonoma all’interno dell’Uzbekistan, presentano tassi anormalmente elevati di tubercolosi, anemia, tumori, disturbi epatici, difetti genetici alla nascita, elevata mortalità infantile, in qualche modo correlati o esacerbati dalle polveri disperse dal vento (White, 2013).

In un decennio di dati satellitari da Aura, la NASA ha rilevato che il trasporto di polvere dall’Aralkum in primavera (marzo-maggio) avviene con la prevalenza di venti da nord-est (42%), mentre il 32% proviene da sud e il 25% da ovest.

Sarebbe interessante sapere se quel particolato giunto sulle nostre regioni a fine marzo provenisse proprio dall’Aralkum.

In copertina: Un francobollo sovietico emesso poco prima della dissoluzione dell’URSS, in epoca di perestrojka e glasnost propugnate da Mikhail Gorbaciov, creato per far aumentare la consapevolezza del disastro ambientale causato dall’uomo che ha trasformato il lago d’Aral in un deserto.

 

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.