La Corte dei conti europea (ECA) ha rilevato che i partenariati pubblico-privato (PPP) cofinanziati dall’UE non possono essere ritenuti un’opzione economicamente valida per realizzare infrastrutture pubbliche.
Tra il 2000 e il 2014, l’UE ha fornito 5,6 miliardi di euro per 84 partenariati pubblico-privato (PPP) , con un costo totale per progetti di 29,2 miliardi di euro. Esaminando 12 PPP co-finanziati dall’UE in Francia, Grecia, Irlanda e Spagna nei settori del trasporto su strada e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), la Corte dei conti europea ha riscontrato che, nel complesso, i PPP hanno consentito alle autorità pubbliche di appaltare infrastrutture di grandi dimensioni attraverso un’unica procedura, ma hanno aumentato il rischio di una concorrenza insufficiente, indebolendo quindi la posizione negoziale delle amministrazioni aggiudicatrici.
Inoltre, la maggior parte dei partenariati pubblico-privato sottoposti ad audit sono risultati inficiati da notevoli inefficienze nel corso della fase di costruzione: 7 dei 9 progetti completati per al costo di 7,8 miliardi di euro, hanno fatto registrare ritardi fino a 52 mesi, nonché forti incrementi di costo.
È quanto emerge dalla Relazione della Corte dei conti europea dal titolo “Partenariati pubblico-privato nell’UE: carenze diffuse e benefici limitati”, pubblicata il 20 marzo 2018.
“Per completare le cinque autostrade sottoposte a audit in Grecia e Spagna, sono stati necessari 1,5 miliardi di euro supplementari di fondi pubblici – ha affermato Oskar Herics, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione – Circa il 30 % di questo ammontare (422 milioni di euro) è stato fornito dall’UE. Tale somma è stata spesa in modo inefficiente per quanto attiene all’ottenimento di potenziali vantaggi economici”.
In Grecia (di gran lunga il più importante destinatario di cofinanziamenti UE, con il 59 % dell’importo totale, ossia 3,3 miliardi di euro) il costo per chilometro delle tre autostrade controllate è aumentato drasticamente, fino al 69 %, mentre la portata dei progetti è stata notevolmente ridotta di ben il 55 %. Tale spesa è stata inefficace per le seguenti principali ragioni:
– la necessità di colmare i deficit finanziari causati dalla rinegoziazione dei contratti PPP;
– preparazione inadeguata dei progetti da parte dei partner pubblici;
– e, ragione più cruciale, i contratti con i concessionari privati sono stati firmati prima di risolvere questioni importanti.
Gli auditor della Corte hanno constatato che le analisi preliminari erano state basate su scenari eccessivamente ottimistici. Di conseguenza, l’effettivo utilizzo è stato inferiore alle previsioni, del 69 % per quanto riguarda le TIC (in Irlanda) e del 35 % per quanto riguarda le autostrade (in Spagna). Per la maggior parte dei progetti esaminati, il partenariato pubblico-privato è stato scelto senza alcuna analisi comparativa preliminare di opzioni alternative, senza dimostrare quindi che garantisse il miglior rapporto benefici/costi e tutelasse l’interesse pubblico.
La ripartizione dei rischi tra partner pubblici e privati è stata spesso inadeguata, incoerente e inefficace, mentre gli alti tassi di remunerazione del capitale di rischio del partner privato (fino al 14 %) non sempre hanno rispecchiato i bassi rischi sostenuti. Inoltre, la maggior parte dei 6 progetti TIC sottoposti a audit erano difficilmente compatibili con contratti di lunga durata, in quanto soggetti a rapidi mutamenti tecnologici.
A giudizio della Corte, il finanziamento tramite partenariati pubblico-privato comporta incertezze e requisiti ulteriori. La possibilità di registrare i progetti PPP come voci fuori bilancio è stata un elemento importante. Cinque dei 12 progetti PPP valutati, per un costo totale di 7,9 miliardi di euro, sono stati inizialmente registrati fuori bilancio. Tale modo di procedere accresce il rischio di effetti collaterali negativi.
Attualmente, solo un numero limitato di Stati membri dispone di quadri istituzionali e normativi adeguati e notevole capacità amministrativa per attuare con successo i partenariati pubblico-privati. Gli Stati membri visitati non hanno elaborato una politica o strategia chiara per l’impiego dei PPP. Detta situazione non corrisponde all’obiettivo dell’UE di dare esecuzione alla maggior parte dei fondi UE tramite progetti a finanziamento misto, tra cui i PPP.
La Corte formula una serie di raccomandazioni, rivolte sia alla Commissione che agli Stati membri. In particolare, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero:
– evitare di promuovere un ricorso più intenso e diffuso ai partenariati pubblico-provato fino a quando le problematiche individuate non saranno state risolte;
– mitigare l’impatto finanziario dei ritardi e delle rinegoziazioni sui costi dei PPP sostenuti dal partner pubblico;– basare la scelta del PPP su valide analisi comparative riguardanti le migliori opzioni di appalto;
– assicurare la necessaria capacità amministrativa e definire politiche e strategie chiare in materia di PPP, così da attuare con successo i PPP sostenuti dall’UE;
– migliorare il quadro UE per una migliore efficacia dei progetti partenariati pubblico-privato, in modo che la scelta del PPP sia giustificata da considerazioni relative al rapporto costi/benefici.