Secondo uno Studio finanziato dal GISS-NASA, la riduzione delle emissioni nella quantità prevista dall’Accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento tra 1,5-2 °C, qualora fosse anticipata nel breve termine, senza attendere improbabili future tecnologie net carbon, farebbe risparmiare entro la fine del secolo fino a 153 milioni di morti premature nelle 154 principali aree metropolitane mondiali.
Uno Studio condotto da ricercatori della Duke University di Durham (Nord Carolina), una delle Università più prestigiose degli Stati Uniti, quantifica per la prima volta il numero di vite umane e per ognuna delle 154 più grandi aree urbane mondiali monitorate, qualora si accelerasse fin da ora nella riduzione delle emissioni di gas serra, secondo la quantità prevista dall’Accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento globale alla fine del secolo a +1,5 °C – 2 °C, anziché attendere future tecnologie che possano rimuovere la CO2, come vorrebbero alcuni Governi.
Lo Studio peer-reviewed “Quantified, localized health benefits of accelerated carbon dioxide emissions reductions”, pubblicato il 19 marzo 2018 su Nature Climate Change, ha calcolato che complessivamente potrebbero essere evitati alla fine del secolo da un minimo 43 milioni ad un massimo di 153 milioni di decessi prematuri un po’ dappertutto, anche se a guadagnarci di più i sarebbero le città di Asia e Africa, il 40% dei quali concentrati nei prossimi 40 anni.
Kolkata e Delhi (India), sono le città che guidano l’elenco di quelle che beneficerebbero maggiormente in termini di salute pubblica da tagli accelerati delle emissioni con fino a 4,4 milioni e 4 milioni di vite salvate, rispettivamente. Altre 13 città asiatiche o africane potrebbero evitare più di 1 milione di morti premature e circa 80 altre città potrebbero evitare almeno 100.000 morti.
Tra le città degli altri continenti che potrebbero registrare significativi guadagni in termini di vite risparmiate ci sono Mosca, Città del Messico, San Paolo, Los Angeles, Puebla e New York, che potenzialmente eviterebbero da 320.000 a 120.000 morti premature.
Non mancano tra le beneficiarie le città europee: Londra e Parigi su tutte. Ma sono numerose le morti premature risparmiate con immediati tagli alle emissioni nelle città di Milano, Napoli e Roma, che, insieme a Torino, sono tra le città più critiche per l’inquinamento atmosferico in Europa, come ha registrato la classifica delle città europee più inquinate, stilata da Legambiente.
I ricercatori hanno rilevato gravi lacune nell’adozione dell’approccio a basso costo per la riduzione delle emissioni, che permette di mantenere elevate emissioni di CO2 e degli altri inquinanti atmosferici, nella speranza che possano essere compensati da nuove tecnologie a emissioni negative in un lontano futuro, come ha sottolineato il principale autore della ricerca Drew Shindell,Professore di Scienze della Terra presso la Nicholas School of the Environment della Duke University.
“L’approccio più economico riguarda solo quanto costerebbe trasformare il settore energetico, ma ignora il costo umano di oltre 150 milioni di vite perse o il fatto che tagliare nel breve termine le emissioni ridurrà il rischio climatico a lungo termine, evitando la necessità di fare affidamento sulla futura rimozione del biossido di carbonio – ha affermato Shindell – Questa strategia è molto rischiosa, è come comprare qualcosa a credito e presumere di avere un giorno redditi tali da ripagare il tutto”.
Per condurre lo studio, finanziato dal Goddard Institute for Space Studies della NASA, i ricercatori hanno effettuato delle modellazioni al computer sulle future emissioni di anidride carbonica (CO2)e di inquinanti associati come ozono (O3)e particolato atmosferico (PM) in 3 diversi scenari:
– il primo scenario simulava gli effetti di una riduzione accelerata delle emissioni di carbonio, senza emissioni negativa per il resto del 21° secolo;
– il secondo ha simulato gli effetti conseguenti ad una riduzione leggermente maggiore di CO2 nel breve periodo, ma complessivamente sufficienti a limitare il riscaldamento dell’atmosfera a 2 °C entro la fine del secolo;
– il terzo scenario ha simulato gli effetti di un approccio ancora più accelerato, in cui le emissioni a breve termine siano ridotte a un livello che limiterebbe il riscaldamento atmosferico a 1,5 °C.
I ricercatori hanno poi calcolato gli impatti sulla salute umana in tutto il mondo dall’esposizione all’inquinamento in ognuno degli scenari simulati, in particolare sui riflessi nelle grandi città, utilizzando modelli epidemiologici consolidati su decenni di dati sulla salute pubblica e relativi a decessi correlati all’inquinamento atmosferico.
“Poiché l’inquinamento atmosferico è qualcosa che conosciamo molto bene e abbiamo dati storici consolidati – ha sottolineato Shindell – possiamo dire con una certezza relativamente elevata quante persone moriranno in una data città per ognuno degli scenari considerati. Speriamo che questo studio possa aiuterà i politici e il pubblico a cogliere i benefici di accelerare la riduzione delle emissioni nel breve termine, in modo da colpire veramente nel segno“.