Per l’Italia, in particolare, nel Pacchetto di infrazioni di febbraio c’è un parere motivato per il settore Energia, in quanto la Commissione UE non ha giudicato soddisfacente la risposta alla lettera della messa in mora precedentemente inviata sulla inadeguata trasposizione nell’ordinamento nazionale della RED III, la nuova Direttiva sulle energie rinnovabili.
La Commissione UE ha adottato il 12 febbraio 2025 il pacchetto mensile di infrazione con cui vengono avviate le azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell’UE. Per l’Italia sono state avviate 4 procedure di infrazione, che vengono di seguito riportate per ordine di gravità.
Per il settore Energia e clima, la Commissione UE ha adottato un Parere motivato per non avere recepito nel diritto nazionale le norme dell’UE che accelerano le procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile stabilite nella Direttiva UE/2023/2413. Questa Direttiva (RED III) fornisce nuove norme per semplificare e abbreviare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile sia per i progetti infrastrutturali necessari per integrare la capacità aggiuntiva nel sistema elettrico. Include limiti temporali chiari per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti. Inoltre, introduce la presunzione che i progetti di energia rinnovabile, lo stoccaggio e la relativa infrastruttura di rete siano di interesse pubblico primario. Esiste anche l’obbligo per gli Stati membri di progettare “aree di accelerazione delle energie rinnovabili” in cui i progetti possono beneficiare di scadenze più brevi per le autorizzazioni, dati i bassi impatti ambientali. La scadenza per recepire queste disposizioni nel diritto nazionale era il 1° luglio 2024. A settembre 2024, la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora per non aver recepito completamente la direttiva nel diritto nazionale. Dopo aver esaminato la risposta, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato per non aver notificato le misure di recepimento. L’Italia ha ora due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Per il settore Ambiente, la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver recepito correttamente la Direttiva UE/2018/850 sulle discariche che stabilisce requisiti per prevenire effetti negativi sulla salute umana, sull’acqua, sul suolo e sull’aria. Ai sensi di tale direttiva, gli Stati membri devono adottare misure per garantire che vengano smaltiti in discarica solo i rifiuti sottoposti a trattamento. Inoltre, la Direttiva stabilisce un obiettivo per ridurre lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani al 10% entro il 2035; vieta a partire dal 2030 lo smaltimento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o ad altro recupero; e stabilisce norme per calcolare il completamento dell’obiettivo di riduzione delle discariche. L’Italia non ha definito correttamente:
– che i rifiuti sottoposti a incenerimento devono essere segnalati come smaltiti in discarica;
– il tipo di rifiuti che può essere inviato a una discarica di rifiuti pericolosi;
– le specifiche per lo stoccaggio temporaneo del mercurio metallico.
Inoltre, l’Italia non ha recepito correttamente alcune delle prescrizioni relative al monitoraggio dei gas e al campionamento delle acque sotterranee nelle discariche.
Ora l’Italia ha due mesi per rispondere e affrontare le carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
Per il settore Mobilità e trasporti, la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora, invitando l’Italia a garantire che gli audit sulla sicurezza stradale siano svolti da auditor professionisti adeguatamente formati e certificati.
La Direttiva 2008/96/CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali stabilisce norme per la formazione iniziale e di aggiornamento degli auditor, nonché per la loro certificazione. Dal 19 dicembre 2013, solo gli auditor in possesso di un certificato professionale sono autorizzati a eseguire gli audit sulla sicurezza stradale per i progetti infrastrutturali che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva, vale a dire autostrade e strade principali. Tali disposizioni garantiscono che l’infrastruttura stradale sia progettata tenendo debitamente conto delle esigenze di sicurezza stradale di tutti gli utenti della strada e che non presenti rischi. Sebbene l’Italia abbia recepito tali disposizioni nella legislazione nazionale, la Commissione ritiene non le applichi nella pratica. La Commissione ha inviato pertanto una lettera di messa in mora all’Italia che ha ora due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.
Infine, per il settore Lavoro e Diritti sociali, la Commissione ha deciso d inviare una lettera di costituzione in mora al nostro Paese per non aver reso pienamente conforme la propria legislazione nazionale alla Direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato. In base alla legge italiana, gli insegnanti a tempo determinato non hanno diritto a una progressione salariale graduale basata sui precedenti periodi di servizio, contrariamente agli insegnanti a tempo indeterminato. La Commissione ritiene che queste condizioni di lavoro discriminatorie violino il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato e il diritto dell’UE. La Commissione invia pertanto una lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.