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One Planet Summit di Parigi: i 12 impegni finanziari

One Planet Summit 2017 Parigi

Si è chiuso a “La Seine Musicale” alle porte di Parigi (Île Seguin, Boulogne-Billancourt), location scelta per il “Sommet Climat” del 12 dicembre 2017, il Vertice One Planet Summit voluto e annunciato al G20 di giugno dal neo-Presidente francese, subito dopo l’annuncio dell’Amministrazione Trump che gli Stati Uniti sarebbero rimasti fuori dall’Accordo di Parigi sul Clima (2015).

L’evento è avvenuto a meno di un mese dalla conclusione della COP23 di Bonn e affinché non sorgessero polemiche per un’iniziativa che avrebbe potuto mettere in ombra il ruolo dell’UNFCCC sui negoziati climatici, l’esecutivo francese ha tenuto a sottolineare che il vertice si collocava sotto il segno della finanza, coniando lo slogan “Accélérer le verdissement de la finance” (Accelerare l’ecologizzazione della finanza), visto che i Fondi per il Clima promessi dai Paesi sviluppati per aiutare i Paesi in via di sviluppo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, sono finora ben al di sotto di quanto concordato.

Per salvare il clima ogni attore della società deve impegnarsi ogni giorno – ha affermato Emmanuel Macron, aprendo il vertice di cui è stato co-Presidente, assieme ad Antonio Gutteres, Segretario esecutivo dell’ONU, e Jim Yong Kim, Presidente della Banca Mondiale”.

Oggi si gioca una nuova tappa della nostra lotta collettiva. Non dobbiamo sbagliare, eppure stiamo perdendo la battaglia. Quelli che hanno governato prima di noi potevano dire ‘Non lo sapevamo’. Ed era vero. Da vent’anni, però, sappiamo, e ogni volta un po’ di più“.

“Questo non è un vertice per negoziare una dichiarazione, bensì un vertice dove Governi ed enti pubblici non governativi, fondi sovrani, compagnie assicurative, banche, filantropi, e tutto che quello che rappresenta la capacità di investimento del settore privato, cercano il modo per mobilitare e regolare i flussi finanziari per cambiare ciò che è diventato oggi un destino per scegliere la vita e il Pianeta che avremo in futuro”.

Nel discorso di chiusura, Macron ha snocciolato i 12 Impegni che si sono concretizzati nel corso dei lavori, oltre a quelli autonomamente annunciati dalla Banca Mondialenell’ambito del suo Climate Change Action Plantra i quali spicca la decisione di non finanziare più, a partire dal 2019, l’esplorazione e l’estrazione di petrolio e gas.

Di seguito sono elencati “The 12 #OnePlanet commitments”, gli impegni della finanza pubblica e privata assunti al vertice, come elencati dal sito dell’evento.

 

  1. Responding to extreme events in island states: un piano per affrontare gli eventi estremi negli Stati insulari, con la creazione di un fondo pubblico-privato da 8 miliardi di dollari per creare nei Caraibi la prima “climate smart zone”, dei quali 3 miliardi già mobilitati.
  2. Protecting land and water against climate change: sono state intraprese varie misure concrete per  proteggere la terra e le risorse idriche dagli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui:
    – 300 milioni di dollari per attivare il “Land Degradation Neutrality Fund” per combattere il degrado del suolo e la desertificazione;– il Programma “Tropical Landscape Financing Facility”, un accordo firmato tra UNEP, BNP Paribas, ICRA, ADM Capital e altri attori, per finanziare con 10 miliardi di dollari entro il 2025 la crescita sostenibile nei Paesi tropicali in via di sviluppo;

– un Programma da 650 milioni di dollari stanziati da Fondazione Gates, Commissione UE ed altri Paesi per aiutare la riforma del modello agricolo ad adattarsi ai cambiamenti climatici, specialmente nei Paesi in via di sviluppo;

– la creazione della Piattaforma di finanziamento per 100 progetti idrici e climatici per l’Africa in 5 anni, mobilitando le risorse finanziarie di due Banche per lo sviluppo, 5 alleanze di oltre 450 firmatari di 94 Paesi e 47 imprese.

  1. Mobilizing researchers and young people to work for climate:
    – un finanziamento di 15 milioni di dollari per anni, messi a disposizione dalla Fondazione Gates e dalla Fondazione BNP Paribas, per borse di studio per giovani ricercatori;– un finanziamento da 4 milioni di dollari della Commissione UE per gli “European Solidarity Corps” per incoraggiare i giovani volontari europei a partecipare a progetti di azione sul clima sia in Europa che a livello internazionale.
  2. Public Procurement and acess for local governments to green financing:
    – l’iniziativa “Global Urbis” di Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), Patto Globale dei Sindaci, Commissione UE e Banca europea degli investimenti (BEI) per rendere più facile l’accesso a fondi per il clima a città e regioni europee e mediterranee per sostenere i loro piani di azione climatica;– un quadro condiviso da C40, la rete di oltre 90 grandi città che si impegnano contro il global warming riducendo le emissioni, il Patto globale dei Sindaci, UCLG e ICLEI, per contratti pubblici “verdi”.
  3. Zero emissions target:
    – l’adesione di altri 16 Paesi alla coalizione “Toward Carbon Neutrality” lanciata dalle Isole Marshall e Nuova Zelanda che può contare ora su 33 Paesi che si impegnano a raggiungere il carbonio neutro entro il 2020;
    – il “Paris Collaborative on Green Budgeting”, lanciato dall’OCSE e da un gruppo di Paesi (Francia, Svezia, Messico e Canada) che si impegnano, in nome della trasparenza, presenteranno un bilancio annuale sugli obiettivi climatici;– l’iniziativa “Climate Observatory in Space”, intrapresa dall’Agenzia spaziale francese e supportata da tutte le Agenzie spaziali europee e da Stati quali Cina, India, Russia, Messico, Marocco e Emirati Arabi Uniti, per mettere a disposizione degli Stati e delle comunità tutti i dati spaziali scientifici utili per monitorare lo stato di salute del nostro pianeta.
  4. Sectoral Shifts Towards a Decarbonized Economy:

– la coalizione “Powering Past Coal Alliance”, lanciata dal Regno Unito e dal Canada durante la COP 23, che riunisce una vasta gamma di aziende, organizzazioni, ha deciso di accelerare l’eliminazione delle tradizionali centrali a carbone, e si è allargata ad altri Paesi tra cui il Portogallo e la Francia che si è impegnata a fermare tutte le attività di produzione di energia elettrica a base di carbone nei prossimi quattro anni;

– all’ “International Solar Alliance”, lanciata da Francia ed India alla COP21 ed entrata in vigore in questo mese, hanno aderito 47 Paesi della fascia intertropicale, di cui 19 hanno già firmato l’accordo quadro, che mira a mobilitare 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 per la solarizzazione energetica.

  1. Zero Pollution Transport:

– 8 Paesi tra cui Portogallo, Paesi Bassi, Costa Rica e Francia, con il supporto 10 partner del “Paris Process on Mobility and Climate” (PPMC) sta prendendo provvedimenti per decarbonizzare il settore dei trasporti, aumentando gli investimenti per trasporti puliti;

– 34 Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni dei trasporti marittimi, svolgendo azioni concrete:
– 8 Stati federali della Regione occidentale degli USA ha intrapreso investimenti per la realizzazione di reti e infrastrutture per favorire la diffusione dei veicoli elettrici.

  1. Vers un prix compatible avec l’Accord de Paris:
    – pur dichiarandosi soddisfatti dell’intesa del Consiglio europeo sull’EU ETS (il mercato europeo delle quote di emissioni), i Ministri dell’Ambiente di Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Gran Bretagna ritengono che siano necessarie ulteriori riforme per incoraggiare investitori ed imprese a sviluppare modelli economici compatibili con lo scenario di limitare il riscaldamento globale a +2 °C, impegnandosi ad esaminare o addirittura introdurre un significativo prezzo del carbonio nei settori interessati;– in tal senso c’è stata l’iniziativa “Carbon pricing in the Americas” con il lancio di un mercato del carbonio in America latina con integrarsi con i mercati del Nord America;
    – la Cina ha annunciato un unico sistema delle quote di mercato delle emissioni e l’introduzione di un prezzo del carbonio;
    – più di 40 grandi imprese multinazionali hanno richiesto che venga al più presto messo ha punto un piano globale per un prezzo del carbonio.
  2. Actions of Central Bamks and Businesses:
    – l’impegno di oltre 200 aziende a seguire le raccomandazioni Task Force sulla divulgazione degli investimenti finanziari correlati al clima, che mira a rendere trasparente l’azione climatica, a cui 3 Paesi (Francia, Svezia Gran Bretagna) hanno annunciato il loro supporto;– il lancio della rete “Greening the Financial System”, iniziativa delle Banche centrali di Messico, Paesi Bassi, Germania, Singapore e Cina, la Banca di Francia e la Banca d’Inghilterra, che dovrebbe contribuire ad accelerare l’integrazione della dimensione clima nella vigilanza finanziaria e per il rifinanziamento dei mercati secondari (banche commerciali) al fine di promuovere lo sviluppo ordinato della finanza verde, a partire dalla Conferenza di Amsterdam dell’aprile 2018.10. International Mobilization of Development Bank: la Dichiarazione congiunta di oltre 30 Banche di sviluppo sia nazionale e regionali (tra cui quelle di Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Svezia) che multilaterali, per la diffusione delle azioni previste per gli obiettivi dell’Accordo di Parigi nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, con il monitoraggio effettuato mese per mese, impegnandosi in particolare a:
    – inglobare all’interno delle proprie strategie ed attività ulteriori considerazioni sui cambiamenti climatici;
    – reindirizzare i flussi finanziari a sostegno della transizione verso lo sviluppo sostenibile a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici;
    – sostenere l’attuazione dei contributi nazionali (NDC) e la predisposizione delle traiettorie di decarbonizzazione a lungo termine al 2050;
    – promuovere la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, anche attraverso la messa in atto di politiche più esplicite per ridurre significativamente la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare il finanziamento per le energie rinnovabili.11. Committment by Sovereign Funds: i Fondi sovrani di Francia, Kuwait , Norvegia, Qatar, Nuova Zelanda, Rabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, che assommano 15.000 miliardi di dollari, hanno lanciato una coalizione senza precedenti per incanalare i finanziamenti verso le azioni climatiche ed ambientali.

    12. Mobilizing Institutional Investors:
    – è stata lanciata “Climate Action 100+ coalition” che riunisce oltre 250 investitori istituzionali che gestiscono 26.300 miliardi di dollari per coordinare le loro azioni di investimento nelle prime 100 società quotate in borsa che emettono il maggior numero di gas serra per incoraggiarle ad implementare le raccomandazioni della task force e a presentare una vera strategia;
    – è stata annunciata l’ “Energy Breakthrough Coalition” di 27 investitori istituzionali per investire in tecnologie dirompenti per il Pianeta, con l’avvio di un progetto pilota “Mission Innovation” da un miliardo di dollari a cui partecipano 5 partner membri (Gran Bretagna, Francia, Messico, Canada e Unione europea);
    – la “Coalition of 10+ Philantropist”, costituita di 15 filantropi e fondazioni filantropiche con grosse disponibilità finanziarie, ha dato vita ad una task force per mettere in piedi idee rivoluzionarie e far emergere iniziative concrete, in grado di contribuire all’implementazione dell’Accordo di Parigi.

In copertina: “La Seine Musical”, la location di svolgimento del Sommet Climat, nella “città culturale” situata sull’isola Seguin (Hauts-de-Seine ). Inaugurata nella primavera scorsa, la struttura simbolizza l’ambizione di un futuro ecoresponsabile attraverso la sua concezione futurista e rispettosa dell’ambiente. Fornita di una serie di etichette ecologiche è alimentata energeticamente da una volta rotante con una superficie di 1.000m2 di pannelli fotovoltaici, che insegue il tragitto del sole.

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