Trasporti: secondo il briefing “TERM 2017” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che monitora annualmente i progressi e l’efficacia delle strategie trasporti-ambiente, questi non sono nella giusta traiettoria per conseguire gli obiettivi del 7° Programma di azione ambientale, essendo l’unico settore economico che ha visto aumentare le sue emissioni che rappresentano ormai un quarto di tutte quelle dell’UE.
Il settore dei trasporti rimane l’unico settore economico europeo in cui le emissioni di gas serra sono aumentate, rispetto ai livelli del 1990 e rappresentano ormai un quarto delle emissioni totali dell’UE.
Il dato emerge dal Briefing “TERM 2017”, il Rapporto sul meccanismo di relazioni sui trasporti e sull’ambiente dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), pubblicato il 5 dicembre 2017.
Il meccanismo e stato istituito su richiesta dei Ministri dei trasporti europei nel 1998 con lo scopo di monitorare il progresso e l’efficacia delle strategie di integrazione dei trasporti e dell’ambiente sulla base di una serie di indicatori chiave che vengono aggiornati regolarmente.
La riduzione degli impatti ambientali, sanitari e climatici derivanti dal settore dei trasporti in Europa è fondamentale per raggiungere gli obiettivi al 2020 e quelli a più lungo termine (2050) del 7° Programma di Azione Ambientale (7EAP) “Vivere bene entro i limiti del nostro Pianeta”.
Già nel Rapporto di novembre sui progressi dell’UE verso gli obiettivi energetico-climatici, l’AEA aveva già anticipato come i trasporti non avessero evidenziato apprezzabili progressi, a differenza di tutti gli altri settori, in particolare verso l’obiettivo del 10% di utilizzo di rinnovabili al 2020.
Dal nuovo rapporto si evidenzia che dal 1990 al 2015, le emissioni di GHG ufficiali dei trasporti, inclusi i trasporti aerei internazionali, ma inclusi quelli marittimi internazionali sono aumentate del 23,1%, ma se si tiene contro dei dati provvisori del 2016 si supera il 25%, confermando una tendenza al rialzo delle relative emissioni dal 2014.
Tra gli altri risultati si segnalano:
– Le emissioni medie di anidride carbonica (CO2) dei nuovi furgoni e delle auto passeggeri nel 2016 sono state inferiori alle rispettive traiettorie verso l’obiettivo per il 2020 e il 2021, tanto che negli anni a venire i produttori dovranno fare considerevoli sforzi per raggiungere gli obiettivi futuri.
– Mentre le vendite di nuove autovetture diesel sono diminuite negli ultimi anni, la quota del diesel quale carburante nei trasporti stradali (compresi i trasporti merci con veicoli pesanti) ha continuato a salire, raggiungendo oltre il 66% delle vendite totali di carburanti nei trasporti stradali nel 2015, rispetto al 51% nel 2000.
– Il consumo di petrolio da parte del settore dei trasporti dovrà diminuire di oltre due terzi per raggiungere l’obiettivo di ridurre il consumo del 70% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2008.
– La quota di energie rinnovabili nei trasporti nell’UE è passata dal 6,7% nel 2015 al 7,1% nel 2016, inferiore all’obiettivo del 10% fissato per il 2020, e solo 3 Stati membri (Austria, Finlandia e Svezia) hanno finora raggiunto l’obiettivo.
– I trasporti costituiscono la principale fonte di rumore ambientale in Europa e contribuiscono alla pressione sugli ecosistemi e sugli habitat di biodiversità, ma soprattutto continuano ad essere una importante fonte di inquinamento atmosferico nocivo, in particolare attraverso emissioni di biossido di azoto (CO2) e particolato PM2,5-PM10).
Immagine di copertina: © Roberto Tavazzani, My City / EEA