Mobilità sostenibile: l’emergenza legata all’inquinamento atmosferico preoccupa non poco gli italiani. Ecco la sfida che Legambiente lancia al governo, proprio nei giorni in cui in alcune regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) è scattato lo stop ai vecchi diesel.
Mobilità sostenibile: il 1 ottobre è scattato in diverse città italiane del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna il blocco della circolazione dei mezzi più inquinanti, i vecchi diesel per intenderci, secondo le norme dettate dal Nuovo accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano, per mitigare i rischi legati all’inquinamento.
Ma il problema dell’emergenza smog e dell’inquinamento atmosferico non riguarda solo queste regioni. Da quanto emerge dal sondaggio di Lorien Consulting, il 94% dei cittadini Italiani intervistati è preoccupato per la qualità dell’aria, addirittura il 39% è molto preoccupato. Per questo è urgente dare una risposta che coinvolga tutto il Pase e non solo il Nord Italia.
Ci ha pensato Legambiente che ha lanciato una sfida al Governo proprio in questi giorni proponendo una rimodulazione delle pesanti tasse sul trasporto che favorisca mobilità sostenibile, meno smog e traffico.
Per ridurre l’inquinamento e per rendere le città più vivibili e libere dalle auto, Legambiente suggerisce di avere il coraggio di ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone e puntare su un’efficace e innovativa rivoluzione urbana che sia green mobility, sempre più sostenibile, alternativa, connessa, condivisa, multimodale, elettrica. Ma in che modo? Orientando le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco, facendo valere il principio “tanto inquino tanto pago” e incentivando la mobilità sostenibile.
Le proposte avanzate da Legambiente sono dieci e rientrano nel solco di quelle “azioni di accompagnamento” che premiano la mobilità virtuosa applicando il principio “chi inquina paga” previsto nel “Contratto di governo del cambiamento”. Si tratta di proposte concrete, facilmente attuabili e soprattutto a gettito fiscale inalterato perché spostano il prelievo dalle forme meno inquinanti a quelle più inquinanti. Si va, tanto per fare qualche esempio, dalla rimodulazione delle accise sui carburanti in rapporto all’inquinamento prodotto (meno cara la benzina, un po’ più caro il gasolio), all’introduzione di “voucher per la mobilità sostenibile” di mille euro spendibili in abbonamenti di trasporto pubblico, dall’incentivo fino a seimila euro per l’acquisto di un’auto elettrica al sostegno delle forme di sharing mobility, fino alla regolamentazione di mezzi di micro mobilità elettrica (dal monoruota al monopattino), al sostegno ai Comuni per investimenti e programmi di mobilità sostenibile.
Per Legambiente i blocchi da soli non bastano perché per contrastare il problema dello smog e rendere le città più vivibili e libere dalle auto, servono nuove politiche urbane che mettano davvero al centro il trasporto locale, treni pendolari e mobilità alternativa e soprattutto occorre ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone.
In Italia circolano quasi 15 milioni di veicoli, diesel e benzina, Euro 0, 1, 2, 3 su un totale di quasi 38 milioni. Il gettito fiscale del settore trasporto ammonta ad oltre 72 miliardi di euro nel 2017, metà dei quali deriva da accise e Iva sui carburanti e il restante da tasse sull’assicurazione, l’acquisto, il bollo, ecc. Tasse che vanno nella fiscalità generale e non servono per coprire i costi sociali dei trasporti. Secondo l’Istat, lo spostamento quotidiano costa alle famiglie l’11% della loro spesa annuale.
“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – è molto ambiziosa: dobbiamo fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca gravi conseguenze sulla salute, rendere più vivibili le città. Non basta qualche incentivo e qualche autobus elettrico, né vogliamo altre tasse da aggiungere alle tante che già paghiamo nel settore dei trasporti. Vogliamo che si inizi a cambiare il pesante carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone in Italia. La finanziaria deve diventare l’occasione per spostare la montagna di soldi che grava sul trasporto in una chiave trasparente che incentivi gli spostamenti puliti”.
E se da un parte gli italiani sono preoccupati per la qualità dall’aria, sul fronte delle strategie di riduzione delle emissioni da adottare hanno posizioni divergenti. Da quanto emerge sempre dal sondaggio di Loren Consulting il 71% è favorevole ad incentivi per l’acquisto di veicoli meno inquinanti; il 10% propone di non vendere più auto a benzina e diesel; l’8% chiede di bloccarne da subito la circolazione e solo il 5% vede di buon occhio la possibilità di aumentare le tasse sui mezzi inquinanti e i pedaggi in città. La mobilità “pulita” dunque ha già conquistato il 28% degli italiani (in genere cittadini occupati, colti e che si muovono molto), mentre il 40% dichiara di essere interessato ad usare i monopattini elettrici qualora venissero regolamentati.
In sintesi ecco le 10 proposte di Legambiente per la Legge di stabilità 2019:
- Accise carburanti proporzionali all’inquinamento (al peso molecolare del carbonio);
- Voucher mobilità sostenibile di mille euro a chi rottama la vecchia auto;
- Sostegno alla mobilità sostenibile finanziato dalle aziende (ed enti pubblici) per dipendenti e familiari;
- Agevolazione IVA per la sharing mobility e le flotte aziendali elettriche usate come veicoli in condivisione;
- Incentivo sino a 6 mila euro per chi acquista un’auto elettrica (metà se plug-in);
- Colonnine di ricarica, incentivi ai privati, locali pubblici, garage, ecc: detrazione del 50% delle spese in 10 anni come nel caso di ristrutturazioni edilizie;
- Autotrasporto: basta sconti fiscali per la trazione a gasolio;
- Micromobilità elettrica: monopattini, monoruota ed altri (hoverboard e skateboard), musculari, elettrici ed elettromuscolari, dovrebbero essere sottoposti a norme assimilate a quelle delle e-bike;
- Permettere, per chi usa o possiede un’auto elettrica, di scambiare elettricità in rete: acquistarla quando si ha necessità di ricarica, venderla quando la rete ne ha bisogno;
- Privilegiare, nei trasferimenti statali ai comuni, i comuni che si sono dati piani sfidanti, con obiettivi di mobilità basse emissioni, elettrificazione, smartless, quartieri “car free”, ridisegno spazio pubblico per privilegiare altre funzioni urbane.
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