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Metano self service: un decreto attuativo, poco operativo

Il Decreto di attuazione per il rifornimento di metano self service per autotrazione con le prescrizioni e disposizioni previste rischia di compromettere la finalità di rendere più appetibile l’uso di tale carburante alternativo.

Previsto dall’Art. 18 del Dlgs. 16 dicembre 2016, n. 257 di attuazione della Direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili  alternativi (DAFI), il 19 aprile entrerà in vigore l’atteso Decreto del Ministero degli Interni di concerto con quello delle Sviluppo Economico recante “Modifiche ed integrazioni al decreto 24 maggio 2002, recante: «Norme di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione” (G.U. n. 67 del 20 marzo) che “dovrebbe” permettere il rifornimento di metano per autotrazione in modalità self-service.

Abbiamo volutamente usato il condizionale perché le limitazioni previste rischiano di comprometterne la sua attuazione.
Innanzitutto c’è da sottolineare che non c’è un obbligo per gli esercenti delle stazioni di rifornimento di dotarsi di tale infrastruttura. Qualora l’esercente si voglia adeguare, in caso di esercizi presidiati gli apparecchi di distribuzione deve permettere all’utente di ricevere assistenza da parte del personale addetto e deve essere installato almeno un punto di controllo a distanza dell’apparecchio di distribuzione dal quale il personale addetto possa comandare l’interruzione dell’erogazione. Il personale addetto deve essere in grado di intervenire con cognizione di causa e tempestivamente in caso di emergenza. A tal fine l’addetto deve seguire un corso antincendio per attività a rischio di incendio elevato ai sensi del decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998 e acquisire la perfetta conoscenza del piano di emergenza e delle relative modalità di intervento per mettere in sicurezza l’impianto.

In caso di esercizi non presidiati deve essere previsto un sistema di comunicazione remoto, attivabile mediante un apposito pulsante o attraverso la chiamata ad un numero telefonico chiaramente esposto, con un centralino dedicato attivo h24, che consenta all’utente di ricevere assistenza all’operazione di rifornimento nonché permetta di segnalare un incidente o una situazione di emergenza ricevendo istruzioni sulle operazioni da compiere e sul comportamento da tenere. Il personale in servizio presso il suddetto centralino deve avere conseguito l’attestato di idoneità tecnica di cui all’art. 3 della Legge 28 novembre 1996, n. 609, a seguito della frequenza del corso di tipo C di cui all’allegato IX del decreto del Ministro dell’interno 10 marzo1998.
Gli impianti devono essere dotati di un sistema di videosorveglianza, con registrazione delle immagini che consenta la visione dell’apparecchio di distribuzione, della zona di rifornimento dei veicoli, della targa e del veicolo che ha effettuato il rifornimento.Gli impianti devono essere dotati di un sistema di riconoscimento dell’utente, che viene identificato mediante l’inserimento dello strumento di pagamento elettronico che fornisce il consenso all’erogazione dell’apparecchio di distribuzione asservito al dispositivo self-service. L’automobilista che voglia usufruire della modalità self-service, deve essere preventivamente istruito, anche con modalità tutorial. in merito alle modalità di effettuazione del rifornimento self-service, ai rischi ad esso connessi, nonché alle avvertenze, limitazioni, divieti e comportamenti da tenere in caso di emergenza, alle conseguenze relative a comportamenti scorretti o non permessi ed essere registrati all’interno di uno specifico database che dovrà essere sviluppato dai competenti Ministeri.

Rendere più appetibile l’uso di tale carburante alternativo permettendo il rifornimento anche negli orari di chiusura, era senza dubbio lodevole. Tuttavia le disposizioni e prescrizioni per i gestori degli impianti e le procedure per accedere alla modalità di self service per il rifornimento di metano, seppure giustificate da motivi di sicurezza, così come previste dal Decreto rischiano di comprometterne l’attuazione, senza contare che inciderebbero inevitabilmente sul prezzo del carburante. 

In Europa, i distributori di metano self service per autotrazione (pochi in realtà) funzionano senza dover assolvere a tali procedure. Peraltro, l’automobilista che ha avuto l’opportunità di rifornirsi in alcuni impianti del Trentino – Alto Adige, dove la modalità di metano self service sono in atto da alcuni anni, ha potuto constare che le operazioni sono semplici, le procedure vengono visualizzate sull’erogatore stesso e non gli vengono richiesti corsi o autorizzazioni, salvo di dover effettuare il pagamento alla cassa.

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