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Melanzana Rossa: Sagra per una rarità botanica e gastronomica lucana

melanzana rossa sagra

di Carmela Marinucci

La melanzana rossa (Solanum aethiopicum) è solo una “parente” della comune melanzana (Solanum melongena), pur essendo una solanacea cui appartengono gli altri ortaggi estivi quali peperoni e pomodori.

La sua origine è africana ed è stata probabilmente introdotta da un soldato italiano che, reduce dalla sfortunata guerra di Abissinia alla fine dell’Ottocento (1895-96), aveva portato con sé i semi. In passato ha rischiato di estinguersi, ma riscoperta nel 1992 da una missione dell’Istituto del germoplasma del C.N.R. di Bari e dell’ALSIA (Agenzia lucana per lo sviluppo agricolo), la sua valorizzazione è avvenuta grazie ad operatori turistici, agli agricoltori riuniti in Consorzio e alla stessa ALSIA, che ne hanno promosso il consumo e la coltivazione, che ha portato al riconoscimento di Presidio Slow Food e al marchio DOP dell’Unione europea.

Si tratta di una pianta vigorosa e rustica, più resistente al freddo e alle malattie rispetto alla melanzana tradizionale. Il frutto rotondeggiante, inizialmente verde scuro con superficie liscia o rigata, diventa a maturazione giallo-arancione e quindi rossastro per l’elevata quantità di carotene presente nella bacca, tanto da essere scambiata per un pomodoro: “Merlingiana a pummadora”, come viene chiamata in dialetto locale. Nonostante il suo aspetto conduca spesso al fraintendimento, il suo profumo è intenso e fruttato e ricorda quello del ficodindia, mentre il sapore è piccante, gradevolmente amara sul finale. La sua particolarità è data dal fatto che è l’unica melanzana a non scurire al taglio, grazie al basso contenuto di acido clorogenico che consente di mantenere bianca la polpa.

Il territorio di produzione della melanzana rossa di Rotonda (ne fanno parte anche i comuni di ViggianelloCastelluccio SuperioreCastelluccio Inferiore) è la Valle del Mercure, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, nota come “Valle degli Elefanti” perché nell’era Mesozoica era occupata da un lago e ospitava mammuth (Elephas antiquus italicus), ippopotami e rinoceronti, come attestano i reperti fossili conservati nel Museo naturalistico del Pollino che ha sede a Rotonda.

Il terreni sabbiosi e limo-argillosi, freschi, profondi e fertili, con una buona ritenzione idrica e il clima sostanzialmente mite con piogge abbondanti nel periodo che va da ottobre a maggio, creano quel microclima che ne ha favorito la diffusione, conferendole le caratteristiche di unicità.

Dal 31 agosto al 2 settembre 2018, per far apprezzare questo ortaggio ancora poco conosciuto, nonostante costituisca ormai un’eccellenza agroalimentare ed enogastronomica della regione, come l’altro ortaggio tipico lucano, il peperone di Senise, si svolge a Rotonda (PZ) la “Sagra della melanzana rossa”, in abbinamento a quella del fagiolo bianco (Phaseolus vulgaris) anch’esso DOP.

La Sagra propone un percorso gastronomico-culturale attraverso i sapori di gustose ricette a base di questo ortaggio, richiamando migliaia di persone attratte, peraltro, dalle bellezze naturalistiche del Parco nazionale del Pollino e da centri storici arroccati sugli speroni rocciosi, che conservano le testimonianze delle passate dominazioni longobarde, normanne e sveve e della vita monastica bizantina (Mercurion).

Non casualmente il New York Time, ha inserito la Basilicata 3° posto dell’elenco dei 52 luoghi che dovrebbero essere assolutamente visitati nel corso del 2018 (dopo la città di New Orleans (Louisiana) e la Colombia, e prima dei Mar dei Caraibi), “regione sottovalutata nei tempi recenti, nonostante un passato storico e antico …da visitare prima che il mondo la scopra.

In copertina: La melanzana rossa di Rotonda (foto: www.ssabasilicata.it)

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