Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Zurigo identifica i processi cognitivi e neurobiologici che influenzano la propensione degli individui ad assumere il ruolo di leader o a delegare il processo decisionale.
A quale scuola dovrei mandare mio figlio?
Devo ridimensionare la forza lavoro nella mia azienda?
I soldati dovrebbero lanciare un attacco stanotte o aspettare fino a domani?
Genitori, capi d’azienda, generali dell’esercito, maestri e capi di stato hanno tutti qualcosa in comune: devono prendere decisioni che non riguardano solo se stessi, ma influenzano anche il benessere degli altri.
Ricercatori del Dipartimento di Economia dell’Università di Zurigo hanno investigato su ciò che contraddistingue le persone con elevate capacità di comando. Nello studio (“Computational and neurobiological foundations of leadership decisions”), pubblicato sul numero di Agosto di Science, i ricercatori hanno identificato i processi cognitivi e neurobiologici che stanno alla base del fatto che qualcuno abbia maggiori probabilità di assumere un ruolo di leader o che viceversa sia più propenso a delegare il processo decisionale comune che può distinguere i seguaci dai leader: avversione alla responsabilità o la riluttanza a prendere decisioni che riguardano anche gli altri.
Gli scienziati hanno testato diverse credenze intuitive comuni, come la convinzione che gli individui che hanno meno paura delle potenziali perdite o dei rischi, o che amano avere il controllo, saranno più disposti ad assumersi la responsabilità per gli altri. Queste caratteristiche, infatti, non hanno spiegato la diversa entità dell’avversione di responsabilità riscontrata nei partecipanti allo studio. Invece, i ricercatori hanno scoperto che l’avversione alla responsabilità era guidata da un maggiore bisogno di certezza riguardo al miglior modo di agire, anche quando la decisione aveva un effetto sugli altri. Questo bisogno di certezza è stato particolarmente pronunciato nelle persone con una forte avversione alla responsabilità.
È stata fatta una distinzione tra le prove di “sé”, in cui la decisione ha interessato solo i decisori stessi e gli esperimenti di “gruppo”, in cui c’erano conseguenze per l’intero gruppo. I processi neurobiologici che avvengono nel cervello dei partecipanti mentre stavano prendendo le decisioni sono stati esaminati utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) che permette di individuare le aree del cervello attivate durante compiti di stimolazione.
“Dal momento che questa infrastruttura evidenzia il cambiamento nella quantità di certezza richiesta per prendere una decisione, e non la tendenza generale dell’individuo ad assumerne il controllo, questo può spiegare molti tipi di differenti leadership – ha affermato Micah Edelson, autore principale dello studio – Questi possono includere leader autoritari che prendono la maggior parte delle decisioni e leader egualitari che spesso cercano un consenso di gruppo”.
Il numero della Rivista Science su quale è stato pubblicato lo studio, si apre opportunamente con il redazionale “Nudge, not sludge” di Richard H. Thaler, Professore dell’Università di Chicago insignito del Premio Nobel per l’Economia 2017 per i suoi studi sull’economia comportamentale ovvero di quella branca che impiega concetti tratti dalla psicologia per elaborare modelli di comportamento alternativi a quelli formulati dalla teoria economica standard.
La sua teoria più famosa, elaborata assieme al giurista Cass Sunstein, è il “Nudging” che consiste nel dare una “spinta gentile” (Nudge) per aiutare le persone a scegliere il meglio per sé e per la società, imparando a usare a fin di bene l’irrazionalità umana.
Tuttavia, osserva Thaler ,violando tale principio, il “nudge” può trasformarsi in “sludge” (fango) quando, utilizzando gli stessi strumenti, si spingono le persone verso scelte che non necessariamente aumenteranno il loro benessere, ma potrebbero aumentare quello di qualcun altro.
“Quindi, il fango può assumere due forme. Può scoraggiare comportamenti che sono nel miglior interesse di una persona, come reclamare un rimborso o un credito d’imposta, e può incoraggiare comportamenti controproducenti come investire in un affare troppo bello per essere vero – conclude Thaler – Continuiamo a incoraggiare tutti a spingere per il bene, ma invitiamo anche quelli del settore pubblico e privato a impegnarsi in campagne di pulizia dai fanghi. Meno fango renderà il mondo un posto migliore”.
In copertina: Low Responsibility Aversion Is An Important Determinant of the Decision to Lead (fonte: Giuseppe Parente)