Economia e finanza Scienze e ricerca

La meccanica italiana traino della riconversione verde dell’industria UE

La meccanica italiana traino della riconversione verde dell’industria UE

Il focus sul settore del machinery dal Dossier realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, fa giustizia dei molti falsi luoghi comuni che circolano sull’economia del nostro Paese, dimostrando con i dati come il settore produttivo italiano sia uno dei più innovativi e competitivi a livello mondiale, in grado da dare un contributo fondamentale all’attrattività del made in Italy.

Dopo il focus sul settore Agroalimentare dello scorso ottobre, questa volta dal “Dossier 10 verità sulla competitività italiana”, realizzato da Fondazione SymbolaUnioncamere e Fondazione Edison per la Fondazione Ucimu, società dell’omonimo Gruppo che cura analisi dedicate all’industria costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, l’analisi si accentra su un altro comparto che rappresenta uno dei punti di forza della nostra economia: la Meccanica.

Solo 5 paesi al mondo possono vantare un surplus commerciale manifatturiero superiore a 100 miliardi di dollari e l’Italia è uno di questi.
Dal 2008 al 2013 l’Italia ha incrementato l’export del 16,5%, facendo meglio di Germania (11,6%) e Francia (5,9%).
Il sistema produttivo italiano, inoltre, è anche quello che guida la “riconversione verde” dell’occupazione europea: secondo l’Eurobarometro, entro la fine del 2014, il 51% delle PMI italiane avrà almeno un “green job”, quasi quanto Germania e Francia insieme.
In questo quadro di eccellenza, uno dei settori driver del made in Italy, con 53 miliardi di dollari di surplus nel 2012 e una prima stima di 70 miliardi nel 2013, l’industria del machinery è 3a nella graduatoria internazionale che misura il saldo della bilancia commerciale. Fanno meglio di noi solo la meccanica tedesca e giapponese e le nostre performance sono migliori rispetto a quelle cinesi e sud coreane, tanto che su un totale di 496 prodottila meccanica italiana risulta essere prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 235 casi.

Questo in sintesi è quel che emerge dal Dossier che vuole dare una risposta a chi, leggendo il Paese con le lenti delle agenzie di rating, prevede nel nostro futuro un declino inesorabile.
In questo Dossier c’è ben più che una replica a tanti falsi luoghi comuni – ha sottolineato Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola – C’è un’idea di futuro per il l’industria meccanica che vale per tutta la nostra economia, esperienze che possono diventare l’avanguardia di un nuovo modello di sviluppo: più sapere e innovazione, meno risorse consumate e meno inquinamento, con ambiente e green economy che diventano driver del cambiamento. Su questo terreno l’Italia è in campo ed è forte se asseconda la propria vocazione a produrre bellezza e qualità, se riconosce i propri talenti e li accompagna con la ricerca e le nuove tecnologie. Non è affatto una sfida facile né scontata: per farcela l’Italia deve fare l’Italia”.
Infatti:

Verità 1. L’Italia è tra i Paesi che, nella globalizzazione, hanno conservato maggiori quote di mercato mondiale
Manteniamo, dopo l’irruzione della Cina e degli altri BRICS (Brasile, Russia, India e Sudafrica), il 72,6% della quota di export mondiale di prodotti manifatturieri rispetto a quella che avevamo nel 1999: performance migliori di quelle di Francia (59,8%), Giappone (57,3%), Regno Unito (53,4%).

Verità 2. Il modello produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale
L’Italia emette in atmosfera 104 tonn. di anidride carbonica per ogni milione di euro prodotto dalla nostra economia (Spagna 110, Regno Unito 130, Germania 143). Non solo, siamo campioni europei nell’industria del riciclo: a fronte di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese ne sono state recuperate 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto più elevato tra tutti i paesi europei (in Germania ne sono state recuperate 22,4 milioni).
Non c’è da stupirsi dunque, se il sistema produttivo italiano è anche quello che guida la “riconversione verde” dell’occupazione europea: entro la fine del 2014 il 51% delle PMI italiane avrà almeno un green job, una quota superiore a quella media europea (39%) e ben al di sopra di quella del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%).

Verità 3. La zavorra del PIL italiano è il crollo della domanda interna
Dall’inizio della crisi mondiale al novembre 2013, il fatturato domestico manifatturiero italiano è crollato (-15,9%), diversamente da quanto accaduto in Francia e Germania (+4,6%, -0,3% rispettivamente). Il fatturato estero dell’Italia nel settore manifatturiero è invece cresciuto (+16,5%) risultando superiore a quello tedesco (+11,6%) e francese (5,9%).

Verità 4La crescita degli altri paesi non è fatta di sola competitività ma anche di debito
Allo sviluppo delle altre economie ha contribuito un considerevole aumento del debito sia pubblico che privato. In Italia, viceversa, dal 1995, il debito aggregato (quello pubblico più quello delle aziende e delle famiglie) è cresciuto di una quota pari al 61% del PIL, valore inferiore a quello registrato in Spagna (141%), Regno Unito (93%), e Francia (81%).

Verità 5. Dagli anni ’90 la “quota di mercato” dell’Italia nel debito pubblico totale dell’eurozona è costantemente calata
Non siamo il malato d’Europa: la responsabilità italiana nel debito pubblico complessivo dell’Eurozona si è ridotta in modo importante dagli anni ’90 (28,7% nel 1995) a oggi (22,1% nel 2013).

Verità 6. L’Italia è uno dei soli cinque paesi al mondo con surplus manifatturiero sopra i 100 mld di dollari
Con un surplus commerciale manifatturiero con l’estero di 131 mld di dollari nel 2013, si conferma il ruolo di punta del nostro Paese nell’industria mondiale. Lo stesso non si può dire di altre economie quali quella francese (-36 mld), del Regno Unito (-106 mld) e degli USA (-527 mld.

Verità 7. L’industria italiana del machinery è campione di export
Con 53 miliardi di surplus nel 2012 e una prima stima di 70 miliardi nel 2013, la meccanica italiana è terza nella graduatoria mondiale per saldo della bilancia commerciale, preceduta dai competitor tedeschi e giapponesi, ma davanti a cinesi e sud coreani.

Verità 8. L’Italia è il secondo paese più competitivo al mondo nel machinery
L’industria italiana del machinery occupa i vertici delle graduatorie mondiali di settore. Nella classifica di competitività calcolata sulla base del Trade performance Index, elaborato dall’International Trade Centre dell’UNCTAD/WTO, l’industria italiana della meccanica risulta seconda solo a quella tedesca.

Verità 9. L’Italia è leader mondiale nella metà dei prodotti del settore meccanico
Il nostro è il Paese con il saldo attivo più alto in 62 dei 496 prodotti che caratterizzano il settore meccanico nel commercio mondiale. Se si estende l’analisi alle prime tre posizioni, l’industria italiana di settore risulta al top per ben 235 prodotti, circa la metà del totale.

Verità 10. L’Italia è il primo competitor della Germania nel machinery
Le imprese italiane sono le principali concorrenti di quelle tedesche. L’Italia infatti vanta 179 prodotti “meccanici” aventi un surplus di bilancia commerciale più elevato di quello della Germania presa come benchmark: una performance migliore di quella realizzata da altri colossi mondiali quali Cina, Giappone e Usa.

C’è un cuore italiano che batte in molti Paesi del mondo – ha osservato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere – Un cuore che fa pulsare macchine in grado di realizzare tanti tipi di prodotti, forte di un know how che si radica nelle nostre antiche tradizioni artigianali ma si è evoluto grazie all’impegno e alla sapienza applicata dalle nostre imprese. Soprattutto di quelle di medie dimensioni, testa di ponte della diffusione delle nostre produzioni di qualità all’estero. La meccanica italiana non è solo una costola fondamentale del nostro Made in Italy, è anche un bene prezioso che va sostenuto e valorizzato”.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.