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Forniture di macchinari agricoli: coltivatori italiani ed europei chiedono lo sblocco

La Federazione dei costruttori di macchine agricole (FederUnacoma) e il CEMA (European Agricultural Machinery), insieme alle organizzazioni professionali agricole chiedono al Governo di modificare il Decreto che blocca la produzione di trattori, aratri, mezzi per i trattamenti alle colture, per l’irrigazione e l’alimentazione zootecnica, perché senza queste forniture si danneggia l’agricoltura europea e si mette a repentaglio la sicurezza alimentare.

Le forniture di macchine, attrezzature e ricambi agricoli sono fondamentali per la tenuta della filiera agroalimentare.
Lo sostengono la Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole (FederUnacoma) e il Comitato europeo per i macchinari agricoli (CEMA) e lo confermano le organizzazioni professionali agricole nazionali ed europee (Coldiretti, Confagricoltura, CiaCopa Cogeca) che hanno rivolto con delle lettere ufficiali al Governo italiano di modificare l’Allegato del DPCM del 25 marzo 2020 che ha escluso la meccanica agricola dalle produzioni essenziali, mentre i provvedimenti per l’emergenza da Covid-19 di altri Paesi autorizzano la produzione di macchinario agricolo proprio in quanto componente necessaria della filiera.

Le imprese agricole richiedono macchinari in funzione delle rotazioni colturali e delle necessità stagionali, acquistando attrezzature per la lavorazione del terreno, mezzi per i trattamenti alle colture, per l’irrigazione, per la fienagione, l’ortofrutta, la preparazione dei mangimi zootecnici e la mungitura – ha spiegato il Presidente di FederUnacoma, Alessandro MalavoltiSenza questi mezzi non è possibile effettuare le semine, proteggere le coltivazioni dalle malattie, dai parassiti e dalla siccità,  allevare gli animali e produrre quindi gli alimenti  che si trovano al supermercato. Analogamente, la componentistica deve fornire pezzi di ricambio per riparare ai guasti meccanici e consentire alle imprese agricole di non fermare un’attività che è fondamentale per la sicurezza alimentare, senza considerare quanto necessaria sia la meccanizzazione nella produzione di bio-energia anch’essa strategica per l’economia del Paese”.

 La richiesta fatta dal Presidente FederUnacoma al Governo è che il Decreto possa essere immediatamente corretto, e che sia consentito alle industrie del comparto di riprendere la produzione, sia pure con una cospicua riduzione dei volumi e sempre nell’osservanza rigorosa delle misure di prevenzione e sicurezza per i lavoratori.
Le aziende agricole hanno espresso con chiarezza la necessità di avere forniture meccaniche – ha concluso Malavolti – e sarebbe paradossale, oltre che dannoso per l’economia del Paese, che dovessero acquistarle da costruttori esteri, espressamente autorizzati a produrle dai propri Governi”. 

All’appello di FederUnacoma e delle organizzazioni professionali agricole, si è aggiunto quello del Comitato europeo dei costruttori di macchinari agricoli (CEMA), l’organizzazione che ha sede a Bruxelles e che riunisce le industrie della meccanica agricola di 11 Paesi.

In un documento diffuso il 1°Aprile 2020, il CEMA esprime preoccupazione per le conseguenze del blocco della produzione italiana sull’agricoltura europea. Il nostro Paese è infatti, insieme alla Germania, il maggior produttore in Europa di macchinario agricolo e copre il fabbisogno di meccanizzazione di una cospicua parte del continente.

L’Italia è cruciale per la produzione europea e impedire ancora questa attività avrebbe un effetto domino sulla catena di approvvigionamento per le macchine agricole, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare di oggi e domani – scrive il Segretario Generale del CEMA Jerome BaudrySe gli agricoltori europei non avranno accesso alle attrezzature, ai servizi e ai pezzi di ricambio ordinati il loro lavoro si interromperà”.

L’attività delle industrie della meccanica agricola deve svolgersi naturalmente in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle norme imposte dall’emergenza, raccomanda il Comitato Europeo, ma questo comparto deve restare parte integrante della filiera agroalimentare.

Il 30 marzo 2020 il CEMA aveva rilasciato una Dichiarazione congiunta con CLIMMAR (la rete europea dei concessionari di macchinari agricoli) e CEETTAR (la confederazione europea degli imprenditori di lavori e tecniche agricole, rurali e forestali) dove si riafferma che i settori sono interconnessi e fondamentali per continuità della nostra vita quotidiana e la sicurezza alimentare. In poche parole, se gli agricoltori non hanno accesso alle attrezzature, ai servizi e ai pezzi di ricambio ordinati, il loro lavoro si interromperà.

 

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