Uno Studio coordinato da ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), in collaborazione con colleghi dello IIASA e del PIK, evidenzia che, sulla base degli impatti economici dei cambiamenti climatici e della responsabilità storica, è possibile stabilire i contribuiti e i diritti al finanziamento del Fondo per perdite e danni (Loss&Damage), offrendo un contributo ai Climate Talks di Bonn (3-13 giugno 2024) con focus sulla finanza climatica in vista del New Collective Quantified Goalche sarà deciso alla COP 29 dell’UNFCCC (Baku, 11-22 novembre 2024).
Se si abbinano gli impatti economici attuali dei cambiamenti climatici e la loro distribuzione geografica con diversi princìpi di responsabilità storica, si possono stabilire possibili contributi e diritti al finanziamento del Fondo per perdite e danni (Loss&Damage), istituito per sostenere i Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili.
È quanto ha rilevato lo Studio “Economic quantification of Loss and Damage funding needs” coordinato da ricercatori affiliati del Centro EuroMediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), in collaborazione con colleghi dell’Istituto internazionale per l’analisi dei sistemi applicati (IIASA) di Laxenburg e del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), e pubblicato il 3 giugno 2024 su Nature Reviews Earth & Environment.
Loss&Damage (Perdite e Danni) è un argomento relativamente nuovo nella politica climatica che, tuttavia, continua a crescere in importanza. Il tema riguarda, in generale, i potenziali impatti negativi che si materializzano in Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili, a causa sia di eventi estremi, che dei cosiddetti eventi “a lenta insorgenza” (slow onset events), soprattutto dopo la decisione di istituire un meccanismo di finanziamento, concordata alla COP27 e poi reso operativo alla COP28. Sebbene i primi impegni ratificati negli accordi abbiano superato i 700 milioni di dollari, definizioni vaghe del concetto di Loss&Damage e l’assenza di metodologie chiare hanno portato a grandi incertezze sulle dimensioni delle esigenze per il suo finanziamento, influenzando così sia la formulazione delle politiche che gli accordi di finanziamento.
Nello Studio gli autori esplorano nuovi modi di quantificare i costi economici del Loss&Damage, che combinano nuove intuizioni economiche climatiche sulla quantificazione dei danni con principi di responsabilità storica.
“Questo lavoro dimostra come la scienza transdisciplinare possa far avanzare il dibattito politico ad alto rischio su Loss&Damage derivanti dai cambiamenti climatici – ha affermato Massimo Tavoni, Direttore del CMCC-RFF European Institute on Economics and the Environment e principale autore dello studio – I risultati evidenziano significativi impatti economici del cambiamento climatico nei paesi vulnerabili e mostrano la natura dinamica della responsabilità nella ripartizione del fondo L&D. Questa ricerca è un appello a migliorare e integrare le metodologie di ricerca e l’osservazione per aiutare ad avanzare nei negoziati internazionali“.
La pubblicazione dello Studio è avvenuta lo stesso giorno in cui a Bonn (3-13 giugno 2024) si è aperta la 60a sessione degli organismi sussidiari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), con i riflettori puntati sulla finanza climatica in vista del New Collective Quantified Goal (NCQG) che sarà deciso alla 29esima Conferenza delle Parti (COP 29) dell’UNFCCC (Baku, 11-22 novembre 2024). L’8 giugno 2024 un evento collaterale dal titolo “Loss and damage data to accelerate climate action”, organizzato da UNDRR, CGIAR e Global Green Growth Institute, esplorerà i dati e le prove necessari per monitorare in modo efficace i rischi a insorgenza lenta e rapida, lo stato attuale dei dati su perdite e danni ed esplorerà le opportunità per ampliare e dimostrare l’applicazione a più livelli.
“La ricerca è anche un contributo tempestivo ai negoziati su un obiettivo globale post-2025 sul finanziamento climatico per sostenere l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo, che sarà deciso alla COP29 a novembre 2024 in Azerbaigian – ha osservato Reinhard Mechler, ricercatore presso IIASA e co-autore dello studio – L’ambito e la copertura dell’obiettivo climatico sono attualmente molto dibattuti e diverse parti hanno optato per includere anche le esigenze associate a L&D oltre a quelle legate alla mitigazione e all’adattamento climatico“.
Combinare le più recenti scienze dell’economia climatica con le definizioni di responsabilità offre l’opportunità di aggiungere alle crescenti evidenze sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per il benessere economico osservazioni e informazioni su disuguaglianze e povertà. Adottando una comprensione dinamica della responsabilità, i risultati del documento aiutano a determinare come le crescenti esigenze di finanziamento per L&D possano essere soddisfatte, considerando in particolare che L&D è uno sforzo globale che richiede contributi da una varietà di fonti.
“È sempre più chiaro che i costi economici dei cambiamenti climatici sono sostanziali. Mentre il riscaldamento globale e gli eventi meteorologici estremi influenzano le economie di tutto il mondo, sono generalmente le regioni meno responsabili del cambiamento climatico e con meno risorse per adattarsi a essere colpite più duramente – ha dichiarato a sua volta Leonie Wenz, ricercatrice presso il PIK e co-autrice dello studio – Qui illustriamo come le intuizioni dell’economia climatica empirica possano informare le esigenze di finanziamento per L&D quantificando questi effetti“.