È il progetto del paleontologo statunitense Jack Horner: “resuscitare” i grandi estinti della storia. Secondo Horner basterebbe riattivare i geni ancestrali rimasti silenti nel DNA dei polli per ricreare i dinosauri e «riavvolgere, così, il nastro dell’evoluzione».
di Ambra Belloni
Lo studioso ha dedicato la sua intera esistenza a cercare di trasformare il sogno di Jurassic Park in realtà, ma anziché tentare di ricreare un dinosauro partendo dal DNA di un insetto intrappolato in un fossile, ha optato per la modificazione genetica dei pennuti (diretti discendenti dei dinosauri), cercando di riportarli indietro nel tempo.
Un luminare accecato dal genio della follia o uno scienziato all’avanguardia, dunque? Secondo Horner, paradossalmente, dentro ad ogni pulcino si nasconde un dinosauro latente che potrebbe essere risvegliato semplicemente toccando i tasti giusti «avvalendosi di specifiche tecniche d’ingegneria».
Il professore della Montana State University figura, quindi, tra i “cacciatori” di dinosauri più famosi al mondo ed ha spiegato la sua affascinante e, secondo i più scettici, utopistica teoria in moltissime conferenze e nel libro: Come costruire un dinosauro, l’estinzione non dev’essere per sempre.
Nonostante, infatti, i volatili abbiano perso tutte o quasi le caratteristiche dei dinosauri (scomparsi sessantacinque milioni di anni fa), lo scheletro dei polli è ancora molto simile a quello dei loro antenati e il DNA, seppur mutato, risulta essere lo stesso.
I tratti più ancestrali non sono stati, infatti, cancellati e riposano latenti in qualche gene che non si “esprime” o forse si esprime diversamente.
Stimolando i geni attivi di un pollo e riattivando quelli silenti sarebbe, dunque, possibile secondo Horner far uscire dall’uovo non un pulcino ma un piccolo dinosauro.
Eppure, come spiegato più volte da Cristiano Dal Sasso (paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano), le uniche tracce di materiale genetico che è stato possibile recuperare fino ad oggi «consistono in catene di amminoacidi di una ventina di basi, ciò equivale a conoscere appena cinque o sei parole di un’enciclopedia da ottanta volumi».
Tuttavia, l’idea teorica di Horner è, secondo lo scienziato, molto valida:
«Dalla fine degli anni Novanta, grazie al rinvenimento di un giacimento in Cina, abbiamo compreso il grado di parentela degli uccelli con i dinosauri carnivori, detti “Teropodi”, gruppo che comprende anche il Tyrannosaurus Rex e il Velociraptor. Nello specifico sappiamo che i volatili discendono direttamente da un piccolo gruppo dei “Celurosauri”, agili predatori bipedi».
In linea di massima, dunque, il pollo GM che diventa un dinosauro è un esperimento fattibile, ma secondo Dal Sasso «si tratta, comunque, di un accanimento biologico su animali che hanno preso, secondo natura, un altro percorso evolutivo».