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Qualità aria: troppi cittadini esposti all’inquinamento in UE

Il nuovo Rapporto sulla qualità dell’aria in Europa pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente mostra che chi vive nelle città europee è esposto a maggiori rischi per la salute derivanti dagli alti livelli di inquinanti, specialmente se si vive nelle città del nord Italia.  

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato oggi (16 ottobre 2019) il RapportoQualità dell’aria in Europa 2019” (Air Quality in Europe – 2019 Report) che mostra come quasi tutti gli europei che vivono in città sono ancora esposti a livelli di inquinamento atmosferico che superano le linee guida sulla qualità dell’aria basate sulla salute stabilite dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).

Le norme sulla qualità dell’aria applicate dall’UE sono state definite venti anni fa e alcune di esse sono molto meno severe rispetto alle linee-guida dell’OMS e ai livelli suggeriti dai più recenti riscontri scientifici riguardanti l’impatto sulla salute umana. Se i parametri di riferimento fossero stati quelli delle Linee guida dell’OMS, nel 2017 le concentrazioni di polveri sottili a lungo termine sarebbero state elevate nel 69% delle stazioni di monitoraggio europee, ad eccezione di quelle situate in Estonia, Finlandia e Norvegia

Il Rapporto sulla qualità dell’aria in Europa dell’Agenzia Europea dell’Ambiente è un importante e tempestivo promemoria che l’inquinamento atmosferico continua a incidere sulla maggior parte delle regioni dell’Unione europea e influisce sulla vita della maggior parte dei cittadini – ha affermato il Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella che da novembre sarà sostituito dal lituano Virginijus Sinkevičius – È del tutto inaccettabile che qualcuno di noi debba preoccuparsi che il semplice atto di respirare sia sicuro o meno. Dobbiamo quindi lavorare ancora di più per garantire che i nostri standard di qualità dell’aria nell’UE siano rispettati ovunque“.

La nuova analisi, basata sugli ultimi dati ufficiali del 2017 provenienti da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio diffuse in tutta Europa, indica che sono sempre gli stessi inquinanti atmosferici a causare i danni maggiori alla salute degli europei che vivono nelle aree urbane: particolato (PM); biossido di azoto (NO2); ozono a livello del suolo (O3). Secondo l’AEA, solo il particolato fine (PM2,5) ha causato la morte prematura di 412.000 europei nel 2016, dei quali 374.000 erano cittadini dell’UE e di questi 58.600 erano italiani. È della Germania il primato in questa triste classifica (59.600), ma l’Italia svetta per le morti premature per gli altri due inquinanti: 14.600 per NO2 e 3.000 per O3.

Valori limite giornalieri di concentrazioni di PM10 nel 2017 (Fonte: AEA)

L’anno scorso l’AEA aveva pubblicato un briefing sulle metodologie utilizzate per calcolare le sue stime degli impatti sulla salute umana determinati dalla scarsa qualità dell’aria.

Oltre a danneggiare la salute e a ridurre l’aspettativa di vita, la scarsa qualità dell’aria causa anche perdite economiche, a causa di costi sanitari più elevati, rendimenti ridotti da agricoltura e silvicoltura e minore produttività del lavoro.

Inoltre, in una precedente valutazione l’Agenzia ha mostrato come l’inquinamento atmosferico e acustico e le temperature estreme incidano pesantemente sui cittadini europei più vulnerabili.

Nonostante il persistente inquinamento, i nuovi dati evidenziano che le normative vincolanti e le misure adottate dalle Amministrazioni locali stanno migliorando la qualità dell’aria in Europa con effetti positivi sulla salute. Ad esempio, nel 2016 il particolato fine ha causato circa 17.000 decessi prematuri in meno nell’UE, rispetto al 2015. Anche se le differenze meteorologiche tra gli anni possono influenzare i livelli di inquinamento e il loro impatto, la riduzione è coerente con la precedente stima dell’AEA secondo cui il numero di morti premature causate ogni anno dal PM2.5 in Europa si sono ridotti rispetto al 1990 di circa mezzo milione.

Rispetto ai valori limite dell’UE, le concentrazioni di PM erano troppo elevate in sette Stati membri dell’UE nel 2017 (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania e Slovacchia). Inoltre, quattro Stati membri dell’UE (Bulgaria, Ungheria, Polonia e Slovacchia) non hanno ancora raggiunto l’obiettivo UE al 2015 per l’esposizione media in tre anni per il particolato fine.

I trasporti stradali, le centrali elettriche, l’industria, l’agricoltura e le abitazioni sono le principali fonti di inquinanti atmosferici, che sono strettamente correlate ai principali sistemi europei di produzione e consumo e sono anche fattori chiave per le emissioni di gas serra e la perdita di biodiversità.

L’Europa ha ora un’opportunità unica per stabilire un’agenda ambiziosa che affronti le cause sistemiche delle pressioni ambientali e dell’inquinamento atmosferico – ha dichiarato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA – Stiamo facendo progressi, ma è tempo di accelerare i cambiamenti nei nostri sistemi energetici, alimentari e di mobilità per metterci su una traiettoria di sostenibilità e un ambiente sano”.

La neo-Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen nel suo programma di orientamenti politici, presentato al Parlamento europeo in occasione della sua candidatura, ha indicato in un Green New Deal la priorità del nuovo esecutivo, con l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico, di garantire una giusta transizione e di andare verso un inquinamento zero: “Per la salute dei nostri cittadini, dei nostri figli e nipoti, l’Europea deve muoversi verso un’ambizione di zero inquinamento – vi si legge Proporrò una strategia trasversale per proteggere la salute dei cittadini dal degrado ambientale e dall’inquinamento, affrontando la qualità dell’aria e dell’acqua, le sostanze chimiche pericolose, le emissioni industriali, i pesticidi e gli interferenti endocrini“.

Sempre più pressanti sono le richieste degli abitanti delle città europee di conoscere i dati della qualità dell’aria. Al fine di informarli adeguatamente e, al contempo, e fornire ai decisori politici uno strumento per verificare gli sforzi per ridurre l’inquinamento atmosferico, l’AEA ha messo online, in occasione del Clean Air Forum di Parigi (16 – 17 novembre 2019) l’Indice europeo di Qualità dell’Aria, una mappa interattiva che permette di conoscere la qualità dell’aria grazie ai dati pubblicati e “aggiornati” ufficialmente con quelli riportati ogni ora dai Paesi membri.

Il 2° Forum UE sulla Qualità dell’Aria si svolgerà a Bratislava (28-29 novembre 2019) e riunirà i decisori, le parti interessate e gli esperti su tre temi: qualità dell’aria ed energiaqualità dell’aria e agricolturameccanismi di finanziamento dell’aria pulita

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