Nel corso della presentazione del Rapporto del Dialogo Italiano sulla Finanza Sostenibile, l’iniziativa, coordinata dal MATTM in partnership con l’UNEP, che si pone l’obiettivo di esplorare policy/azioni/criteri per mobilitare il sistema finanziario e allinearlo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del sistema Paese, il Vicedirettore della Banca d’Italia mette in guardia i mercati finanziari sulla sottostima dei rischi legati al clima, pensando che si materializzino soltanto nel lungo termine.
Come rilevato dal Rapporto ” Global Risks Report 2017“, presentato al WEF di Davos lo scorso gennaio, che ai primi 5 posti tra i rischi che hanno le maggiori probabilità di accadere nell’intervallo di 10 anni determinando gravi impatti economici a livello globale, ben 3 sono di carattere ambientale (eventi meteorologici estremi, disastri naturali e fallimento delle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici).
La consapevolezza che i rischi e gli impatti del clima sono interconnessi a livello globale e che nessun’area geografica può ritenersi al riparo dalle conseguenze di un mancato impegno sul fronte climatico, sta spingendo gli istituti finanziari ad impegnarsi maggiormente sul fronte ambientale.
Intervenendo il 6 febbraio 2017 a “Financing the Future“, Convegno di presentazione del Rapporto del Dialogo Italiano sulla Finanza Sostenibile, realizzato nell’ambito del programma dell’UNEP “Inquiry into the Design of a Sustainable Financial System” avviato a livello globale all’inizio del 2014 con la finalità di esplorare in che modo il sistema finanziario possa essere allineato con lo sviluppo sostenibile, il Vice-direttore della Banca d’Italia ha sottolineato che cambiamenti climatici e questioni ambientali costituiscono le sfide principali che l’economia mondiale dovrà affrontare.
“I mercati probabilmente stanno sottoprezzando i rischi legati al clima perché pensano che gli effetti si materializzeranno soltanto nel lungo termine – ha affermato Luigi Federico Signorini – La crisi finanziaria del 2007 ci ricorda i costi sociali ed economici del sottovalutare e sottoprezzare il rischio. Le autorità di vigilanza finanziaria devono prendersi cura di questi problemi perché gli effetti degli eventi naturali collegati al clima hanno potenzialmente conseguenze di vasta portata per l’economia e il sistema finanziario“.
Nel febbraio del 2016, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno avviato la realizzazione di un Dialogo Nazionale sulla Finanza Sostenibile anche per l’Italia, in cui sono stati coinvolti istituzioni e principali soggetti privati dei settori bancario, assicurativo e della gestione del risparmio (investitori), con lo scopo di stimolare un ampio dibattito tra i principali player del settore e elaborare un Rapporto che facesse il punto sulle potenzialità e le prospettive di intervento per sostenere lo sviluppo di una finanza sostenibile.
Le domande di fondo del “National Dialogue on a Sustainable Finance” sono:
– Quali sono le criticità e priorità per l’Italia nello sviluppo sostenibile, quali le opportunità e i rischi per la finanza?
– Come orientare il sistema finanziario nazionale verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile?
Queste domande possono essere declinate su due ambiti tematici distinti, ma interconnessi, che caratterizzano il processo nazionale di Dialogo:
– Strumenti per mobilitare il capitale finanziario verso gli investimenti necessari per uno sviluppo sostenibile, sia nell’economia nazionale, sia nella cooperazione internazionale;
– Integrazione dello sviluppo sostenibile nei processi decisionali del sistema finanziario e prioritarizzazione nelle policy (mainstreaming), in particolare nelle attività di valutazione dei rischi finanziari associati a fattori ambientali (valutazione del merito di credito e/o dei rischi di investimento da parte degli operatori mediante integrazione delle esternalità ambientali generate dalle attività economiche).
Il dialogo nazionale è stato l’occasione per gli operatori nazionali della finanza di discutere i principali temi cruciali per lo sviluppo di una finanza sostenibile:
– le opportunità offerte dalla green economy e il potenziamento degli strumenti finanziari per sostenere l’attuazione dell’accordo di Parigi e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, nonché le priorità di sviluppo sostenibile per l’Italia;
– i rischi per gli investitori associati agli effetti dei cambiamenti climatici, anche in termini di mutamenti di comportamento dei consumatori;
– il ruolo della politica ambientale nel rafforzare le attività di monitoraggio dei rischi ambientali, nel promuovere la produzione di dati utili per le valutazioni di sostenibilità del sistema finanziario, e nell’indirizzare lo sviluppo di sistemi di rating di sostenibilità di imprese e prodotti finanziari.
“Lo sviluppo ambientale è lo sviluppo industriale del Paese – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – L’ambiente entra sempre più nelle nostre prospettive finanziarie, e sarà tra i fattori economici più rilevanti prevalentemente per tre ragioni: la prima, di tipo etico-morale, riguarda il debito ambientale che i Paesi sviluppati hanno nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. La seconda ragione è che l’ambiente sarà centrale in quella che definiamo la ‘quarta rivoluzione industriale’, e le imprese che capiranno prima l’economia circolare, saranno quelle più competitive nel nuovo mondo. La terza ragione è che la sostenibilità ambientale ha una stretta relazione con i bilanci delle aziende; molte materie prime considerate inesauribili non lo saranno più, e finanza e ambiente saranno sempre più legate“.
Dal Rapporto emerge che l’Italia si trova di fronte all’opportunità strategica di orientare il proprio sistema finanziario in modo da sostenere la transizione verso un modello di sviluppo a bassa intensità di carbonio, inclusivo e sostenibile, per rafforzare il quale sono state identificate 18 diverse azioni che possono essere raggruppate in 4 aree di intervento:
– mettere in atto un quadro regolamentare favorevole;
– stimolare l’innovazione finanziaria nelle aree prioritarie;
– migliorare l’infrastruttura di mercato in termini di trasparenza e governance;
– rafforzare le capacità, la consapevolezza e le conoscenze.
Il lavoro condotto dall’UNEP, inoltre, sarà di sostegno anche in occasione della Presidenza Italiana del G7 sul tema della finanza green.