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Investimenti ambientali: crescono quelli delle piccole e medie imprese

Dai dati rilasciati dall’Istat si evidenzia che gli investimenti ambientali nel 2016 sono cresciuti del 2,3% rispetto al 2015, grazie allePMI, mentre nelle grandi imprese si è registrata una leggera flessione.

Sono le imprese piccole e medie (PMI) a sostenere la crescita degli investimenti ambientali in Italia.
È quanto emerge dai dati rilasciati dall’Istat il 4 marzo 2019 relativi agli investimenti realizzati delle imprese industriali (imprese appartenenti alle sezioni B,C,D,E della classificazione Ateco, escluso quelle che svolgono attività per la gestione delle reti fognarie; attività di raccolta trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali e attività di risanamento; altri servizi di gestione dei rifiuti).

Nel 2016 si è registrata una spesa per la protezione dell’ambiente pari a 1.437 milioni di euro (+2,3% rispetto al 2015), ma nelle PMI la crescita è stata del 18,9%, nelle grandi imprese si è registrata una lieve flessione (0,4%).

Nel complesso la quota di investimenti fissi lordi destinati alla protezione dell’ambiente si è ridotta nell’industria (3,9% rispetto a 4,1% del 2015) e in misura più contenuta (-0,1%) nella manifattura (1,9%,).

C’è da osservare, tuttavia, che gli investimenti sono prevalentemente orientati verso impianti e attrezzature di tipo “fine ciclo” (end-of-pipe) ovvero orientati investimenti a controllare e abbattere l’inquinamento dopo che questo è stato generato (956 milioni di euro), seppure in flessione del 2,3% sul 2015.

La spesa sostenuta per impianti e attrezzature a tecnologia integrata ovvero per installazioni o dispositivi che prevengono o riducono alla fonte l’inquinamento generato dal processo produttivo, sono stati di entità più ridotta (481 milioni di euro), seppure in netta espansione sul 2015  (+12,9%), con rilevanti differenze tra i principali macrosettori dell’industria.

Le imprese con 250 addetti e oltre hanno speso 1.123 milioni di euro nel 2016, quattro in meno dell’anno precedente (-0,4%), in quelle di quelle di piccola e media dimensione la spesa è cresciuta del 12,9% (+36 milioni di euro).
L’incidenza degli investimenti ambientali sul totale degli investimenti fissi lordi settoriali è legata alla dimensione d’impresa: varia tra il 6,7% delle imprese con 250 addetti e oltre (7,3% nel 2015) all’1,6% (1,5% nel 2015) di quelle sotto tale soglia dimensionale.

Elevate le differenze per dimensione aziendale anche per l’intensità degli investimenti. Si passa infatti da 110 euro per addetto (98 euro nel 2016) nelle imprese di piccola e media dimensione a 1.171 euro (1.194 euro nel 2015) in quelle con 250 addetti e oltre.

Più di un terzo della spesa per investimenti ambientali (39,0%) nel 2016 è stato destinato alle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente, e nella gestione delle acque reflue. Anche nel 2016  è stato rilevato un calo della quota di spesa destinata alla gestione dei rifiuti (-5,7%).

Nell’industria manifattura, quasi il 50% della spesa per investimenti ambientali proviene dalla fabbricazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (18,4%), dalla metallurgia (18,1%) e dalla fabbricazione di prodotti chimici (13,0%). Tuttavia tale quota si riduce di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2015, segnale di una maggiore differenziazione settoriale negli investimenti per la tutela ambientale.

 

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