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Integrare le rinnovabili nel sistema energetico per decarbonizzare l’UE

La Commissaria UE all’Energia Kadri Simson annnucia le prossime iniziative della Commissione UE per integrare le rinnovabili nel sistema energetico europeo al fine di decarbonizzare l’UE al minor costo. Dall’analisi preliminare dei PNEC presentati dai Paesi membri, emerge che per le rinnovabili ci sarebbe allineamento con gli obiettivi UE, mentre per l’efficienza energetica sussisterebbe ancora un gap del 3%.

Intervenendo alla Conferenza di alto livello (23 giugno 2020) dal titolo “Oltre la crisi: energia pulita per la ripresa e la crescita verde” in svolgimento nel corso della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW), la Commissaria UE per l’Energia Kadri Simson ha annunciato che l’8 luglio 2020 la Commissione UE presenterà una Strategia per l’integrazione dei sistemi energetici.

Questa è una delle parti più difficili del nostro lavoro per attuarlo bene – ha affermato la Simson – Mi piace pensare al sistema energetico come a una squadra di persone che lavorano insieme in una stanza silenziosamente. Ognuno è pienamente produttivo, ma non sta comunicando correttamente con gli altri”.

Secondo la Commissaria UE per l’Energia, integrare il sistema energetico è come creare un nuova lingua in modo che ogni individuo possa interloquire con gli altri e collegare le parti del suo lavoro a quelle degli altri, collaborando come un gruppo continuo e intuitivo e migliorando in termini di qualità e quantità. 

Per il settore energetico ciò dovrebbe tradursi in un sistema continuo attraverso tutti i vettori e le infrastrutture energetici, creando un sistema più circolare, decentralizzato e digitalizzato: “Questo è ciò che intendiamo per integrazione dei sistemi energetici“, ha aggiunto la Simson.

Non si può “tornare alla normalità“, perché con “normalità” ci si è avviati sulla strada di un Pianeta in rapido riscaldamento.
Dovremmo sfruttare questo momento per accelerare un cambiamento radicale, a partire dalle nostre iniziative per il 2020” e il punto di partenza è, per la Simson, l’efficienza energetica perché l’adeguamento degli edifici è la misura politica con la più grande potenzialità di creare nuovi posti di lavoro e ridurre le emissioni a breve termine. 

La Simson ha ricordato che la Commissione UE ha lanciato nel quadro del Green Deal europeo “Ondata di ristrutturazioni” (Renovation Wawe) con il fine di integrare gli obiettivi climatici, energetici e ambientali con la strategia industriale, il benessere dei consumatori e la giusta transizione energetica, su cui è in corso una pubblica consultazione.

Se lo facciamo nel modo giusto, potremmo vedere un movimento che riesce a essere trasformativo per l’efficienza energetica e per il settore delle costruzioni in Europa, riportando al lavoro le industrie ad alta intensità di manodopera e riducendo le bollette per le famiglie – ha sottolineato la Commissaria – Questa è la logica del nostro Piano d’azione per la ristrutturazione degli edifici che lanceremo a settembre”.

Sempre riguardo all’efficienza energetica, la Simson era intervenuta al termine del Consiglio informale dei Ministri UE dell’Energia del 15 giugno 2020 per sottolineare come dall’analisi preliminare dei Piani nazionali di energia e clima (PNEC) degli Stati membri, ora che anche quello della Germania è stato consegnato (con un ritardo di 6 mesi!), ci sarebbe un gap del 3% tra l’obiettivo di miglioramento dell’ efficienza energetica nei consumi finali al 2030, fissato dalla Commissione UE almeno al 32,5% nella Direttiva 2018/2002 sull’Efficienza Energetica (appena recepita dall’Italia con il D.Lgs. 10 giugno 2020, n. 48), e quello che si conseguirebbe con le misure inserite nei PNEC degli Stati membri.

“Il divario è stato ridotto rispetto agli obiettivi dei Piani presentati in bozza nel 2019, ma rimane ancora sostanziale – ha dichiarato la Simson – Secondo la nostra analisi preliminare, ciò significherebbe un divario complessivo rispetto agli obiettivi di 3 punti percentuali per quanto riguarda il consumo di energia primaria e di 3,2 punti percentuali per il consumo di energia finale per l’UE a 27”.

Viceversa, dai PNEC emergerebbe che l’apporto delle fonti rinnovabili ai consumi finali di energia dovrebbe superare il 33% dei consumi finali di energia nel 2030, quindi pienamente in linea con l’attuale obiettivo perseguito da Bruxelles.
Tuttavia, nel contesto della crisi e della caduta degli investimenti nelle energie rinnovabili – ha osservato la Commissaria all’Energia – dobbiamo assicurarci che i progressi in questo settore continuino”.

La Simson ha annunciato, inoltre, che in settembre la Commissione UE pubblicherà una valutazione della situazione aggregata a livello UE, insieme al Piano per gli obiettivi climatici 2030, mentre una valutazione dettagliata dei vari PNIEC sarà presentata in ottobre, in occasione del Rapporto sullo Stato dell’Unione per l’Energia.

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