Inquinamenti e bonifiche

Inquinamento da plastica: alcuni laghi soffrono più degli oceani

Uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori della rete GLEON, coordinati dall’Università Milano – Bicocca, che ha analizzato i campioni superficiali di acqua dolce da ogni continente per rilevare il grado di inquinamento da plastica, ha constatato che alcuni laghi, come il lago Maggiore e il lago di Lugano, hanno concentrazioni superiori a quelle delle isole di plastica oceaniche.  

Le concentrazioni di plastiche e microplastiche nei laghi superano in alcuni casi quelle nelle aree oceaniche, conosciute come “Garbage patches”.

A fare luce sul grado di contaminazione e sulle sue cause è un nuovo Studio Plastic debris in lakes and reservoirs”, pubblicato su Nature il 12 luglio 2023 e condotto da un gruppo internazionale di 79 ricercatori del Global Lake Ecological Observatory Network (GLEON), guidato dalla ricercatrice Veronica Nava, assegnista  del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca, sotto la supervisione della Professoressa Barbara Leoni, coordinatrice del gruppo di ricerca di Ecologia e gestione delle acque interne che nello stesso dipartimento si occupa di laghi e fiumi.

Per lo studio sono stati prelevati campioni di acqua superficiale, usando dei retini da plancton, da 38 laghi di 23 diversi Paesi, distribuiti in tutti i continenti, eccetto l’Antartide, rappresentativi di diverse condizioni ambientali.

I luoghi di prelievo dei campioni di acqua superficiale (Fonte, Nature, 2023)

I campioni prelevati sono poi arrivati all’Università di Milano-Bicocca, dove sono stati analizzati grazie alla strumentazione tecnologicamente avanzata messa a disposizione dalla rete interdipartimentale di spettroscopie dell’Ateneo che ha in dotazione la micro-spettroscopia Raman (Spettrometro Raman Horiba Jobin Yvon LabRAM HR Evolution), presente nel laboratorio guidato dalla professoressa Maria Luce Frezzotti che ha confermato la composizione polimerica delle microplastiche, evidenziando la presenza specialmente di poliestere, polipropilene e polietilene.

Nel complesso è emerso che la maggiore contaminazione da plastica è stata registrata nelle principali fonti d’acqua potabile per le popolazioni locali, come i laghi Maggiore e di Lugano (Svizzera e Italia), Tahoe (USA) e Neagh (Irlanda del Nord), fondamentali anche per le economie turistico/ricreative.

Lo studio sottolinea come, oltre ad impattare negativamente sull’uso potabile delle acque, l’inquinamento da plastica abbia effetti dannosi sugli organismi acquatici e sul funzionamento dell’ecosistema.

La plastica che si accumula sulla superficie dei sistemi acquatici, può favorire il rilascio di metano e altri gas serra – ha chiarito Nava – Le materie plastiche possono arrivare oltre l’idrosfera e interagire con l’atmosfera, la biosfera e la litosfera, influenzando potenzialmente i cicli biogeochimici, ossia la circolazione tra i vari comparti della terra degli elementi chimici che passano dalla materia vivente a quella inorganica grazie a trasformazioni e reazioni chimiche, attraverso meccanismi che devono essere ancora compresi e che richiedono una valutazione olistica dell’inquinamento da plastica nei sistemi lentici”.

In alcuni laghi le concentrazioni di plastica rilevate sono risultate più elevate di quelle rinvenute nelle isole di plastica oceaniche, le cosiddette garbage patches. Lo studio mostra come i laghi e i bacini idrici, soprattutto quelli di grandi dimensioni, possano essere considerati “sentinelle dell’inquinamento”, in quanto agiscono come collettori e integratori di diverse fonti di plastica provenienti dal bacino imbrifero e dall’atmosfera.

Inoltre questi ambienti possono trattenere, modificare e trasportare i detriti plastici attraverso i bacini idrici fino agli oceani – ha concluso Leoni – Nessun lago, neppure quelli più lontani dall’attività antropiche, può essere considerato realmente incontaminato: questo deve spingerci a rivedere le strategie di riduzione dell’inquinamento e i processi di gestione dei rifiuti”.

In copertina: Veronica Nava e Barbara Leoni durante l’attività di campionamento (Fone: Università Milano-Bicocca)

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