La pubblicazione delle Red list delle specie europee di cui è stata portata a termine la revisione sullo stato di conservazione indica che, nonostante l’UE sia leader mondiale per la normativa sulla difesa della biodiversità, c’è la necessità di agire con urgenza se si vuol conseguire gli obiettivi al 2020 posti dalla Strategia adottata nel 2011.
La Commissione UE ha avviato al riguardo una pubblica consultazione per verificare l’opportunità di introdurre miglioramenti alle Direttive “Habitat” e “Uccelli”.
In occasione di “Green Week”, l’annuale Conferenza dedicata alle politiche dell’UE in materia di ambiente, svoltasi a Bruxelles dal 3 al 5 giugno 2015 e che ha avuto per tema quest’anno natura e biodiversità la Commissione UE ha pubblicato le Liste Rosse Europee (European Red List), una revisione sullo stato di conservazione di circa 6.000 specie europee (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, coleotteri del legno morto, farfalle e libellule, pesci d’acqua dolce, molluschi e piante vascolari) per le quali sono state già completate le valutazioni.
Di recente, il Rapporto “The State of Nature in the European Union” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, adottato dalla Commissione UE il 20 maggio 2015, aveva indicato che, nonostante dei significativi miglioramenti degli ultimi anni, la maggior parte delle specie non gode in Europa di un favorevole o adeguato stato di conservazione.
Ora, queste ulteriori pubblicazioni confermano uno scenario altrettanto contrastato della vita selvatica nell’UE e sottolineano al contempo l’urgente necessità di agire, nonostante la legislazione attuata (Direttive “Habitat” e “Uccelli”) debba essere considerata all’avanguardia nella lotta per la difesa della biodiversità.
“Queste relazioni contengono alcune statistiche preoccupanti – ha affermato Karmenu Vella, Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca – ma dimostrano anche l’efficacia di azioni ben orientate per la protezione della biodiversità dalla quale dipendiamo. Dobbiamo trovare il modo di fare di più a partire dai successi già ottenuti, diffondendoli anche ad altri ambiti”.
La Commissione UE è impegnata nella valutazione intermedia della Strategia per la Biodiversità che si prefigge di arrestare e invertire entro il 2020 la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici. Al contempo, nell’ambito del programma “Adeguatezza ed efficacia della regolamentazione” (REFIT), ha avviato una Consultazione incentrata sulla legislazione relativa alla protezione della natura, verificando se l’attuale quadro normativo sia proporzionato e idoneo allo scopo e se produca i risultati attesi, per introdurre eventuali miglioramenti.
La revisione delle Direttive “Habitat” e “Uccelli” ha messo in allarme, però, le Associazioni e Organizzazioni ambientaliste preoccupate che dietro questa volontà di migliorarne gli aspetti deficitari si nasconda il tentativo di una deregulation, eventualità che a “Green Week” il Vicepresidente della Commissione UE e Commissario allo Sviluppo Sostenibile, Frans Timmermans ha cercato di fugare.
“Aggiornare le direttive non significa abbassarne gli standard – ha affermato Timmermans, rispondendo al Presidente di BirdLife International Patricia Zurita che era intervenuta in proposito -. La tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile sono tra gli obiettivi principali di questa commissione e non sono marginali. Non possiamo però portare avanti da soli quest’agenda. Dateci una mano e, aiutateci, per favore, a mostrare a quanti ancora ritengono un costo la protezione della natura che è proprio la natura il più grande patrimonio dell’Europa”.
La Consultazione, aperta a tutti fino al 24 luglio 2015, si compone di un Questionario redatto nelle 23 lingue dei Paesi dell’Unione, suddiviso in due parti:
– la prima parte è concepita per il pubblico in generale e non richiede una conoscenza o un’esperienza approfondita delle direttive, dal momento che le domande riguardano aspetti quali l’efficacia, l’efficienza, la pertinenza, la coerenza e il valore aggiunto apportato dall’UE.
– le domande della seconda parte si basano su quelle della prima e riguardano aspetti analoghi, ma in modo più approfondito, e richiedono una certa conoscenza delle direttive e della loro attuazione.
Affinché una risposta sia presa in considerazione, occorre rispondere alle domande della prima parte. Successivamente verrà chiesto se si desidera rispondere alle domande più dettagliate della seconda parte del questionario. In caso contrario, è ancora possibile formulare altre osservazioni in un apposito campo prima di inviare la risposta.
È possibile interrompere la compilazione del questionario in qualsiasi momento e continuare in un secondo tempo. Una volta inviatolo, è possibile scaricare una copia delle risposte date. Si noti che, per motivi tecnici legati al trattamento del questionario e al fine di garantire una consultazione equa e trasparente, saranno prese in considerazione e incluse nella relazione di sintesi solo le risposte ricevute attraverso il questionario online.
I questionari inviati per e-mail o in formato cartaceo non saranno esaminati.