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Goletta Verde 2018: inquinato il 48% dei siti costieri campionati

Goletta Verde 2018

di Nicoletta Canapa

Salpata il 22 giugno dalla Liguria, Goletta Verde l’imbarcazione di Legambiente che svolge da oltre 30 anni il suo lavoro di analisi della qualità delle acque e di denuncia dell’inquinamento ha terminato il suo viaggio di periplo delle coste italiane il 13 agosto in Friuli Venezia Giulia, dopo un percorso di 7.500 km.

Durante tutto il corso del viaggio, a bordo della Goletta Verde sono stati effettuati, campionamenti e prelievi di acque nei tratti di mare segnalati a rischio inquinamento dalle sezioni locali della Associazione o dai cittadini del luogo., per controllare, tra l’altro, la presenza di contaminazione batterica, da enterococchi intestinali ed Escherichia coli.

Solo il 52% dei 261 punti campionati dai tecnici nelle 15 regioni costiere italiane, infatti, è risultato entro i limiti di legge; il restante 48% è invece “fortemente inquinato” (39%) e “inquinato” (9%) e la causa di questi risultati è sicuramente da attribuire alla mala depurazione di cui ancora soffrono vaste aree del nostro Paese e per la quale la Corte di Giustizia dell’UE ha condannato il 31 maggio 2018 l’Italia ad una somma forfettaria di 25 milioni di euro, nonché ad una penalità di 30 milioni di euro per ogni 6 mesi di ritardo nell’attuazione delle norme europee sulla realizzazione delle reti fognarie e degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane (Direttiva 91/271/CEE). Si è trattato della seconda condanna ed è stata avviata lo scorso luglio una terza procedura d’infrazione, riguardanti complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%)”.

La grande opera pubblica di cui non si parla mai nel nostro Paese è il completamento della rete fognaria e di depurazione delle acque reflue – ha dichiarato il Direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti – La mala depurazione è, infatti, un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza visto che siamo anche stati condannati a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola. Mettere finalmente a cantiere le opere necessarie permetterebbe anche di non sprecare i soldi pubblici pagando per le nostre inadempienze, ma investirli in nuovi impianti, con le tecnologie e le conoscenze oggi disponibili possono trasformarsi da problema in risorsa, restituendo acqua pulita per diversi usi, a partire da quello irriguo. Anche quest’anno, però, la fotografia scattata da Goletta Verde ci restituisce situazioni critiche segnalate da anni, ma per le quali poco o nulla è stato fatto. Per questalla denuncia pubblica sullo stato delle acque, abbiamo deciso di continuare l’azione giudiziaria, che già lo scorso anno ha permesso di intervenire in diverse situazioni, presentando nuovi esposti alle autorità competenti per chiedere di verificare le cause di queste criticità e denunciare i responsabili secondo le nuove norme previste dalla legge sugli ecoreati”.

Durante il percorso, a seguito delle analisi effettuate, Goletta Verde ha presentato esposti alle Capitanerie di Porto per 45 località fortemente inquinate. Inoltre nell’89% delle aree monitorate, e balneabili per le autorità competenti, è risultato essere assente il cartello informativo sulla qualità delle acque, che invece è obbligatorio per legge da anni. L’imbarcazione ha infine scoperto che, su 8 punti interdetti alla balneazione, soltanto un Comune aveva esposto l’apposito cartello di divieto, mentre addirittura in 6 zone interdette c’era invece gente che faceva il bagno, completamente ignara del pericolo.

Ancora più allarmante è che sono circa 170 i chilometri di costa cosiddetta “abbandonata”, ovvero siti nelle cui acque sfociano fiumi e canali che non vengono campionati dalle autorità competenti e dove l’inquinamento viene dato per scontato. Il 64% dei campionamenti effettuati dalla Goletta Verde, in questi specifici punti di costa è risultato avere valori molto elevati.

Oltre ad analisi e test, in concomitanza con il passaggio della Goletta Verde si sono tenuti dei ”trash mob”, ovvero flash mob con stoviglie giganti per sensibilizzare i cittadini sull’impatto ambientale decisamente esagerato rispetto ai tempi d’uso di piatti, posate, bicchieri, cannucce, bottiglie usa e getta. Legambiente ha avviato Usa e getta, no grazie, una Campagna d’informazione e sensibilizzazione per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta di plastica, per stimolare il cambiamento spontaneo di abitudini dei cittadini e un intervento del Governo per arginare un problema di portata globale come il marine litter.

Al riguardo è partita il 5 agosto da Sabaudia (Parco nazionale del Circeo), la Campagna estiva (durerà tutto il mese) del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), realizzata in collaborazione con il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri e la Guardia Costiera, per sensibilizzare contro l’abbandono della plastica sulle spiagge e per promuovere il bando della plastica monouso, che rientra nella più ampia iniziativa di comunicazione #iosonoambiente, promossa dal Ministro, appena insediatosi.

Gli “usa e getta”, se non smaltiti correttamente, non scompaiono mai del tutto, frammentandosi in miliardi di microplastiche che raggiungono facilmente il mare finendo col contaminare la catena alimentare. Per questo, l’associazione chiede al governo italiano di mettere al bando le stoviglie di plastica non compostabile ma anche una serie e capillare campagna informativa sulla sicurezza

Su 78 spiagge monitorate da Legambiente nel 2018, un’area pari a 60 campi da calcio, i volontari dell’Associazione hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e ben un rifiuto su tre è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo utilizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi, stoviglie, buste rinvenuti sul 95% delle spiagge monitorate. Dall’inizio dell’anno a oggi, i volontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica.

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