di Anna Rita Rossi
Arriva l’estate e nei campi esplode il giallo intenso dei girasoli.
Le ampie distese di questi fiori magnifici che durano dai 30 ai 45 giorni, possono essere ammirate per tutta l’estate. In alcuni casi, la loro fioritura può prolungarsi fino a ottobre, al termine di tale periodo, la parte posteriore della testa verde del fiore inizierà a essiccarsi e a diventare marrone.
Il girasole comune (Helianthus annuus L., 1753) è una pianta annuale e appartiene alla famiglia delle Asteracee o Composite. Possiede un fusto robusto, semplice o ramificato che può raggiungere anche i 3 metri di altezza e, in qualche caso, andare oltre. Proviene dal Perù e viene coltivato in tutte le regioni tropicali e temperate. Fu introdotto in Europa solo alla fine del XV secolo.
Le foglie del girasole sono grandi, di forma largamente ovata oppure triangolare, cuoriformi alla base e con apice acuminato, mentre i margini sono seghettati. La loro superficie, ruvida e suddivisa in tre nervature, è larga in media tra i 5 e gli 8 cm, mentre è lunga tra gli 8 e i 12 cm.
La disposizione delle foglie, nella parte bassa del fusto è opposta, mentre nel resto della pianta è alternata.
I capolini (infiorescenze tipiche della famiglia delle Asteracee) hanno un diametro che varia da 1 a 3 decimetri. I fiori sono gialli e i suoi acheni (frutti secchi che contengono un solo seme rivestito da parete coriacea non aderente) sono ricchi di olio e misurano dai 7 ai 17 mm.
Le radici del girasole sono del tipo a fittone, cioè sono formate da una radice principale di forma cilindrica.
Il nome generico del girasole, “Helianthus”, deriva dalla combinazione di due parole greche: ”helios” (sole) e ”anthos” (fiore) che stanno a indicare la tendenza tipica della pianta a ruotare sempre il bocciolo verso il sole, con un movimento che va da est a ovest durante il giorno, mentre di notte e al crepuscolo tornano ad orientarsi verso est. Ciò accade prima della fioritura, il fiore maturo, invece, è sempre rivolto a est. Questo singolare comportamento è chiamato “eliotropismo”, fenomeno noto fin dall’antichità, come testimonia il mito di Clizia, narrato nel IV libro delle Metamorfosi di Ovidio.
Clizia era una ninfa innamorata di Apollo: quando si accorse che il dio la trascurava per recarsi da Leucòtoe, figlia di Orcamo, re degli Achemenidi, gelosa della fanciulla, decise di rivelare al padre l’unione di sua figlia con il dio del Sole, e questo la fece seppellire viva. Apollo, però, perduta l’amata Leucòtoe, non volle più vedere Clizia, la quale, perciò, cominciò a deperire, rifiutando di nutrirsi e bevendo solamente la brina e le sue lacrime. La ninfa trascorse il resto dei suoi giorni seduta a terra ad osservare il dio che conduceva il carro del Sole in cielo senza rivolgerle neppure uno sguardo, finché, consumata dall’amore, si trasformò in un fiore, che cambia inclinazione durante il giorno secondo lo spostamento dell’astro nel cielo, e perciò è detto “girasole”. In realtà si trattava dell’Heliotropium, pianta della famiglia delle Boraginacee, il cui fiore si volge sempre al sole.
Per crescere bene, il girasole ha bisogno di molto sole. Il suo habitat tipico spazia dalle aree presso gli orti alle zone abbandonate, dagli ambienti ruderali alle strade rurali e alle scarpate. Queste piante si possono ammirare fino a 1.500 m s.l.m. e sono presenti in zone collinari e, in parte, montane.
Nelle Americhe, in particolare in Perù, il girasole era coltivato già dal 1000 a.C. Francisco Pizarro scoprì che gli Incas ritenevano questa pianta l’immagine del loro dio del sole.
Questo fiore appariscente è stato scelto come fiore simbolo dello Stato del Kansas (USA), ed è anche uno dei fiori simbolo della città di Kitakyūshū in Giappone.
Inoltre, il fascino del girasole ha incantato anche il mondo dell’arte. Tra i più noti quelli dipinti in serie da Vincent van Gogh e realizzati tra il 1888 e il 1889.