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Giornata delle Donne: colmare il divario attuativo delle leggi

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne che si celebra l’8 marzo e che quest’anno ha per tema della Campagna “Inspire Inclusion” per sottolineare il ruolo cruciale dell’inclusione nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere, la Banca Mondiale ha pubblicato il suo ultimo Rapporto “Women, Business and the Law”che sottolinea lo sconcertante divario attuativo tra le riforme legali e i risultati effettivi per le donne in 190 economie analizzate. Tra i Paesi OCSE, l’Italia consegue il miglior punteggio per i quadri giuridici, ma al contempo evidenzia il maggior divario con i quadri attuativi e il peggior punteggio degli esperti sui risultati ottenuti.

Il divario di genere globale per le donne sul posto di lavoro è molto più ampio di quanto si pensasse in precedenza e nessun Paese offre pari opportunità alle donne, nemmeno le economie più ricche.

È la sconsolante considerazione che emerge dall’ultimo RapportoWomen, Business and the Law” che la Banca Mondiale (WB) ha lanciato nel corso di un evento online alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna (IDW) che si celebra ogni anno l‘8 marzo, anche se è stata designata come tale dalle Nazioni Unite nel 1975.

Il focus della IWD 2024 si concentra quest’anno su “Investire nelle donne: accelerare il progresso”, quale imperativo in materia di diritti umani e pietra miliare per costruire società inclusive, e il progresso per le donne avvantaggia tutti.  Mentre il tema della Campagna 2024 “Inspire Inclusion” sottolinea il ruolo cruciale dell’inclusione nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere, incoraggiando tutti a riconoscere le prospettive e i contributi unici delle donne di ogni ceto sociale, comprese quelle provenienti da comunità emarginate.

Il Rapporto della WB offre un quadro completo degli ostacoli che le donne devono affrontare per entrare nella forza lavoro globale e contribuire a una maggiore prosperità, per se stesse, le loro famiglie e le loro comunità. Ampliando la portata dell’analisi, quest’anno sono stati aggiunti due indicatori che possono essere fondamentali per aprire o limitare le opzioni delle donne: la sicurezza dalla violenza e l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia. Quando si includono queste misure, sottolinea il rapporto, le donne godono in media solo del 64% delle tutele legali di cui godono gli uomini, molto meno rispetto alla stima precedente del 77%.

Il divario di genere è ancora più ampio nella pratica. Per la prima volta, Women, Business and the Law valuta il divario tra le riforme legali e i risultati effettivi per le donne in 190 economie, rivelando uno sconcertante divario attuativo. Anche se le leggi vigenti implicano che le donne godano di circa due terzi dei diritti degli uomini, i paesi in media hanno istituito meno del 40% dei sistemi necessari per la piena attuazione. Ad esempio, 98 economie hanno adottato leggi che impongono la parità di retribuzione alle donne per un lavoro di pari valore. Eppure solo 35 economie – meno di una su cinque – hanno adottato misure di trasparenza salariale o meccanismi di applicazione della normativa per affrontare il divario retributivo.

L’efficace attuazione delle leggi sulle pari opportunità dipende da un adeguato quadro di sostegno, compresi forti meccanismi di applicazione, un sistema per monitorare le disparità retributive legate al genere e la disponibilità di servizi sanitari per le donne che sopravvivono alla violenza.

Anche all’interno dei Paesi dell’OCSE, ci sono grandi disparità. Solo 11 delle economie ad alto reddito hanno un punteggio pari o superiore a 90.  L’Italia è in testa per i quadri giuridici, con un punteggio di 95, seguita da Nuova Zelanda e Portogallo con 92,5, mentre il punteggio medio è di 75,4. Al contempo il nostro Paese ha il maggior divario tra quadri giuridici e i quadri di sostegno, e il punteggio più basso (68,8) secondo l’opinione degli esperti.  Belgio e Slovenia hanno punteggi uguali per quadri giuridici e quadri di supporto, mentre Islanda e Slovacchia hanno i punteggi più alti nelle opinioni degli esperti.

“Le donne hanno il potere di dare il turbo alla traballante economia globale”, ha affermato Indermit Gill, Capo economista della WB Group e Vicepresidente senior per l’Economia dello sviluppo Tuttavia, in tutto il mondo, leggi e pratiche discriminatorie impediscono alle donne di lavorare o avviare imprese su un piano di parità con gli uomini. Colmare questo divario potrebbe far aumentare il prodotto interno lordo globale di oltre il 20% – sostanzialmente raddoppiando il tasso di crescita globale nel prossimo decennio – ma le riforme procedono lentamente. Il Rapporto WBL 2024 identifica ciò che i governi possono fare per accelerare i progressi verso l’uguaglianza di genere negli affari e nella legge”.

Il divario nell’attuazione evidenzia quanto duro lavoro aspetta anche per i paesi che hanno istituito leggi sulle pari opportunità. Il Togo, ad esempio, si è distinto tra le economie sub-sahariane, promulgando leggi che garantiscono alle donne circa il 77% dei diritti a disposizione degli uomini, più di qualsiasi altro paese del continente. Eppure il Togo, finora, ha istituito solo il 27% dei sistemi necessari per la sua piena attuazione. Questo tasso è la media per le economie sub-sahariana.

Nel 2023, i governi sono stati determinati nel promuovere tre categorie di riforme legali in materia di pari opportunità: retribuzione, diritti genitoriali e tutela del posto di lavoro. Tuttavia, quasi tutti i paesi hanno ottenuto risultati mediocri nelle due categorie monitorate per la prima volta: accesso all’assistenza all’infanzia e sicurezza delle donne.

La debolezza maggiore è proprio nel settore della sicurezza delle donne, dove il punteggio medio globale è appena 36 su 100, ​​il che significa che le donne godono appena di un terzo delle tutele legali necessarie contro la violenza domestica, le molestie sessuali, i matrimoni precoci e i femminicidi. Sebbene 151 economie abbiano leggi in vigore che vietano le molestie sessuali sul posto di lavoro, solo 39 hanno leggi che le proibiscono negli spazi pubblici, impedendo spesso impedisce alle donne di utilizzare i mezzi pubblici per recarsi al lavoro.

La maggior parte dei paesi ottiene scarsi risultati anche per quanto riguarda le leggi sull’assistenza all’infanzia. Le donne dedicano in media 2,4 ore in più al giorno all’assistenza non retribuita rispetto agli uomini, in gran parte per la cura dei bambini. L’espansione dell’accesso all’assistenza all’infanzia tende a far aumentare inizialmente la partecipazione delle donne alla forza lavoro di circa un punto percentuale, e l’effetto aumenta più del doppio ogni 5 anni. Oggi, solo 78 economie – meno della metà – forniscono sostegno finanziario o fiscale ai genitori con bambini piccoli. Solo 62 economie – meno di un terzo – hanno standard di qualità che regolano i servizi di assistenza all’infanzia, senza i quali le donne non pensano neppure di andare a lavorare mentre hanno i figli a loro affidati.

Le donne devono affrontare ostacoli significativi anche in altri settori. Nel campo dell’imprenditorialità, ad esempio, solo un’economia su 5 impone criteri sensibili al genere per i processi di appalto pubblico, il che significa che le donne sono in gran parte escluse da un’opportunità economica di 10mila miliardi di dollari l’anno. In termini di retribuzione, le donne guadagnano solo 77 centesimi per ogni dollaro pagato agli uomini. Il divario in termini di diritti si estende fino alla pensione. In 62 economie, le età in cui uomini e donne possono andare in pensione non sono le stesse. Le donne tendono a vivere più a lungo degli uomini, ma poiché ricevono una retribuzione inferiore mentre lavorano, interrompono il lavoro quando hanno figli e vanno in pensione prima, si ritrovano con benefici pensionistici inferiori e una maggiore insicurezza finanziaria in età avanzata.

“È più urgente che mai accelerare gli sforzi per riformare le leggi e attuare politiche pubbliche che consentano alle donne di lavorare, avviare e far crescere imprese – ha affermato Tea Trumbic, Responsabile del programma “Progetto Donne, Imprese e Diritto” della Banca Mondiale e principale autrice del Rapporto – Oggi, appena la metà delle donne partecipa alla forza lavoro globale, rispetto a quasi tre uomini su quattro. Questo non è solo ingiusto: è uno spreco. Aumentare la partecipazione economica delle donne è la chiave per amplificare le loro voci e prendere decisioni che le riguardano direttamente. Semplicemente i paesi non possono permettersi di mettere da parte metà della loro popolazione”. Con oltre un secolo di storia e cambiamenti

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