Dopo il caso della bambola che l’Agenzia Federale Tedesca per le Telecomunicazioni ha chiesto di ritirare dagli scaffali per potrebbe costituire uno strumento di spionaggio, un nuovo Rapporto del Centro Comune di Ricerca dell’UE sottolinea la necessità che il settore emergente dei giocattoli connessi alle tecnologie digitali sia strettamente monitorato e controllato, anche con un ruolo attivo dei genitori, affinché l’interazione dei bambini con tali strumenti, oltre a creare stimoli ed opportunità, non costituiscano rischi per la privacy e, soprattutto, per il loro sviluppo cognitivo socio-emozionale e morale-comportamentale.
Sempre più giocattoli interconnessi sono stati messi sul mercato negli ultimi anni, dagli orologi intelligenti agli orsacchiotti che interagiscono con i propri utenti, e il loro fatturato sarebbe destinato a salire dai 2,6 miliardi di euro del 2015 fino a 10 miliardi di euro al 2020.
Lo scorso febbraio l’Agenzia Federale Tedesca per le Telecomunicazioni ha chiesto la messa al bando dagli scaffali la bambola My Friend Cayla che, dotata di un microfono collegabile via Bluetooth con qualsiasi smartphone nel raggio di 10 metri, potrebbe essere usata come strumento di spionaggio perché qualsiasi estraneo potrebbe ascoltare quanto dicono i bambini o addirittura entrare in contatto con loro.
Secondo il nuovo Rapporto “Kaleidoscope on the Internet of Toys. Safety, security, privacy and societal insights“ della Commissione UE, condotto in collaborazione con esperti internazionali, che ha analizzato gli aspetti relativi alla incolumità, sicurezza, tutela della privacy e alle altre questioni sociali derivanti dalla diffusione di giocattoli connessi ad internet e dall’insieme di altre applicazioni ICT, è necessario che sia attentamente monitorato e controllato il settore emergente dell’ “Internet of Toys“, perché la capacità dei giocattoli di registrare, archiviare e condividere informazioni sui loro giovani utenti solleva preoccupazioni per la loro sicurezza e viluppo sociale.
I robot non sono più utilizzati solo nel settore industriale per svolgere compiti ripetitivi o potenzialmente pericolosi, ma sono ormai entrati nostra vita quotidiana e nelle nostre case, ed anche i bambini sono sempre più soggetti a venire a contatto con giocattoli robotici o dall’intelligenza artificiale avanzata. Sappiamo ancora relativamente poco sulle conseguenze dell’interazione dei bambini con tali giocattoli, tuttavia, affermano i ricercatori, rappresentano non solo opportunità,, ma pure dei rischi per il loro sviluppo cognitivo, socio-emozionale e morale-comportamentale.
Ad esempio, dal punto di vista sociale i robot sociali possono favorire l’acquisizione di competenze linguistiche compensando la mancanza di un madrelingua come tutor linguistico o rimuovendo le barriere e i relativi impatti che si incontrano nelle aule scolastiche.
Tuttavia, la personalizzazione basata su Internet dell’istruzione dei bambini tramite il filtraggio di algoritmi può anche aumentare il rischio di “bolle didattiche” dove i bambini ricevono solo quelle informazioni che si adattano alle loro conoscenze e interessi pre-esistenti, in maniera simile a quell’interazione dell’adulto con le reti dei social media.
Il rapido aumento nei giocattoli connessi a Internet solleva anche preoccupazioni circa la sicurezza e la privacy dei bambini. In particolare, il modo in cui i dati raccolti dai giocattoli collegati vengono analizzati, manipolati e memorizzati non è trasparente, costituendo una minaccia emergente per la privacy dei bambini.
I dati forniti dai bambini mentre giocano, per esempio i suoni, le immagini e i movimenti registrati dai giocattoli connessi costituiscono dati personali protetti dal quadro normativo dell’UE, nonché dal nuovo Regolamento (UE) 2016/679 sulla Protezione dei Dati (GDPR) . Tuttavia, le informazioni su come questi dati vengano memorizzati, analizzati e condivisi potrebbero essere inserite in misure legislative di non facile interpretazione, che spesso passano inosservati ai genitori.
Se il diritto dei bambini alla privacy è la preoccupazione più immediata legata ai giocattoli connessi, c’è anche una preoccupazione a più lungo termine correlata alla crescita all’interno di una cultura in cui il monitoraggio, la registrazione e l’analisi delle scelte di tutti i giorni dei bambini diventa una parte normale della vita, formando anche il comportamento e lo sviluppo dei bambini.
Così, nel Rapporto si chiede che l’industria e i responsabili politici creino un quadro di riferimento sull’uso dei giocattoli interconnessi in modo da fungere da guida per la loro progettazione e il loro utilizzo. Ciò aiuterebbe pure i fabbricanti di giocattoli a rispettare il nuovo Regolamento CDPR che, entrando in vigore a maggio 2018, consentirà un maggior controllo da parte dei cittadini dei propri dati personali.
Per questo, i ricercatori invitano l’industria dei giocattoli connessi e i ricercatori universitari di lavorare insieme per produrre prodotti più sicuri meglio progettati.
Il Rapporto conclude che è fondamentale comprendere come i bambini interagiscano con i giocattoli connessi e quali rischi e opportunità comportino per il loro sviluppo.
“Questi dispositivi sono dotati di opportunità davvero interessanti e più li usiamo, tanto più impareremo a come gestirli meglio, dal momento che rinchiuderli in un armadio non è la strada giusta da percorrere – ha affermato Stéphane Chaudron, ricercatrice del JRC e principale autrice del Rapporto – Noi adulti dobbiamo capire come funzionano e come potrebbero ‘comportarsi male’, in modo da poter fornire gli strumenti adatti e le giuste opportunità ai nostri figli affinché crescano felici in un mondo digitale sicuro”.
Gli autori del Rapporto sollecitano i genitori ad essere informati circa capacità, funzioni, misure di sicurezza e impostazioni per la privacy dei giocattoli prima di acquistarli e li invitano, inoltre, a concentrarsi sulla qualità dei giochi, osservando i figli parlando con loro delle proprie esperienze e giocando al loro fianco.
Attraverso l’Alleanza per una miglior tutela dei minori online l’iniziativa internazionale della Commissione UE, con il sostegno dell’UNICEF, di ONG, di Toy Industries Europe e di altri gruppi industriali e parti interessati, le aziende europee e quelle mondiali di ICT e media stanno lavorando per migliorare la protezione e le potenzialità dei bambini quando utilizzano giocattoli connessi, al fine di creare un ambiente digitale più sicuro, oltre che stimolante per loro.