Secondo il Rapporto elaborato dal Consorzio Italiano Compostatori nel 2015 il trattamento biologico della frazione organica e del verde ha raggiunto un fatturato di 1,7 miliardi di euro e occupato 9.000 addetti, ma per raggiungere i target di riciclaggio previsti nel nuovo Pacchetto sull’Economia circolare dell’UE bisogna aumentare, in particolare in alcune regioni del Centro-sud d’Italia la capacità impiantistica.
Sono oltre 6 milioni le tonnellate di rifiuti organici che sono state separate in Italia nel 2015.
Il dato emerge dall’annuale Rapporto Biowaste elaborato dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) sulla base dell’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA e presentato il 26 marzo 2017.
Rispetto all’anno precedente la frazione organica (frazione umida + verde da sfalci e potature) ha avuto un ulteriore incremento del +6,1% rispetto al 2014, pari a 350.000 tonnellate in più raccolte, un quantitativo in grado di generare teoricamente un fabbisogno di 7 impianti di compostaggio di media taglia.
Dal Rapporto si evince, quindi, che l’organico è la componente principale della raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia (43,3%), superando i 100 kg. pro capite all’anno (66 kg. di umido + 34 kg. di verde), con un maggior quantitativo medio registrato nelle regioni del Nord (122 kg. pro capite), rispetto al Centro (101,4 kg.) e al Sud (70,2 kg.).
La Lombardia si colloca al 1° posto con 1,2 milioni di tonn/an, e, circa 60.000 t in più rispetto all’anno precedente, dato questo che, secondo il CIC, sarebbe condizionato dall’entrata a regime delle raccolta differenziata dell’umido nella città di Milano. Seguono quindi, Emilia Romagna, Veneto e Campania con circa 700.000 t ciascuna. Tra i risultati positivi c’e’ anche quello della Calabria, che registra un tasso di crescita annuale di oltre il 5%; mentre diminuisce, anche se moderatamente, la raccolta della frazione organica in Sicilia (-8.100 tonnellate) che rappresenta il fanalino di coda del sistema in Italia.
“Nel complesso, si tratta di dati sicuramente positivi che indicano l’attenzione che amministrazioni e cittadini stanno dimostrando nei confronti del tema dell’economia circolare e della raccolta differenziata – ha dichiarato Massimo Centemero, Direttore del CIC, l’Associazione italiana per la produzione di compost e biogas, che celebra quest’anno i 25 anni di attività – Prossimo passo è senza dubbio accelerare e migliorare la raccolta nelle regioni del Sud per diminuire la disparità e raggiungere, entro il 2020, gli 8,5 milioni di tonnellate di rifiuti organici all’anno, pari a circa 140 kg pro capite“.
Per quanto riguarda il riciclaggio dell’organico, il sistema di trasformazione del rifiuto organico in compost conta in Italia 308 impianti, di cui 261 impianti di compostaggio, con una capacità autorizzata complessiva di circa 5,1 milioni di tonnellate, e 47 impianti di digestione anaerobica (DA) e compostaggio, con una capacità di trattamento nominale di oltre 3 milioni di tonnellate. Secondo le stime del CIC, da questi impianti sono stati ricavati nel 2015 circa 1,76 milioni di tonnellate di compost e 685 GW di energia ottenuti da 275GNm3 di Biogas prodotto negli impianti integrati di DA & Compostaggio.
“L’attuale capacità impiantistica nominale potrebbe essere sufficiente per garantire l’effettivo avvio a recupero di tutti i rifiuti compostabili raccolti in maniera differenziata in Italia – ha spiegato Alessandro Canovai, Presidente del CIC – Purtroppo, di fatto, si riscontra una carenza impiantistica in alcune regioni del Centro e del Sud Italia, già documentata dal CIC nei rapporti annuali degli anni precedenti. È invece giunto il momento di lavorare su questo aspetto, soprattutto adesso che a Bruxelles si sta discutendo il Pacchetto sull’Economia Circolare che adotta la proposta di portare i target di riciclaggio al 2030 fino al 70% per i rifiuti urbani ed all’80% per gli imballaggi. Si tratta di un elemento propositivo avanzato e sostenuto dal CIC stesso: aumentando gli obiettivi tutti i comuni italiani dovranno introdurre la raccolta dell’organico che ad oggi coinvolge circa 40 milioni di abitanti“.
Secondo le stime del CIC, con il trattamento biologico della frazione organica è possibile risparmiare 3,5 milioni di tonnellate di CO2 eq./an rispetto all’avvio in discarica. Senza dimenticare la qualità: il 33% del compost prodotto in Italia nel 2015 ha fatto parte del Programma di controllo “Compost di Qualita CIC“.
Il comparto ha generato nel 2015 un volume di affari di 1.7 miliardi di euro e 9.000 posti di lavoro.
“Si tratta di valori che potrebbero crescere fino a 13.000 addetti e 2,4 miliardi di euro se la raccolta differenziata del rifiuto organico fosse estesa a tutti i comuni italiani – ha sottolineato Centemero – La filiera del rifiuto organico è un’industria articolata e trasversale che coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico, così come le attività legate alla formazione e informazione del cittadino. Dopo 25 anni di storia il CIC è pronto ad accogliere nuove sfide e stimola le aziende, gli impianti di compostaggio e di biogas ad assumere connotazioni innovative. In particolare, l’ultima frontiera del settore della valorizzazione del rifiuto organico rappresenta l’upgrading del biogas a biometano, biocarburante che può essere impiegato in sostituzione dei carburanti fossili e che contribuisce a rispondere in modo ancora più efficiente ai principi dell’economia circolare. Un prodotto innovativo che le aziende italiane sono già pronte a produrre e immettere al consumo“.
Ricordiamo che il CIC coordina, assieme al CIB (Consorzio Italiano Biogas), la Piattaforma Tecnologica Nazionale che riunisce i principali attori del settore industriale, dei trasporti, di quello agricolo, le utility e le associazioni ambientaliste, con l’obiettivo di valorizzare le soluzioni tecnologiche e innovative per far sì che l’Italia diventi produttore di biometano, guardando non soltanto al rispetto dell’ambiente, ma anche allo sviluppo economico nazionale.