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Gatto volpe: mixage di tratti felini e di quelli della più selvatica volpe

Il primo avvistamento del gatto volpe risale a oltre dieci anni fa. Dopo numerose ricerche ed appostamenti è stato possibile identificare un esemplare dal genoma diverso rispetto a quello del gatto selvatico.

di Nicoletta Canapa

Scoperta in Corsica una nuova specie di mammifero, chiamato dagli esperti Gatto volpe o meglio Ghjattu volpe in dialetto corso, mutuando l’appellativo che era stato affibbiato all’animale dai pastori dell’isola nei loro racconti tramandati da generazioni.

La prima cattura del rarissimo esemplare risale al 2008, quando in un pollaio di Olcani, a Cap Corse era stato catturato un felino che fin da una rapida occhiata mostrava evidenti anomalie rispetto al gatto selvatico (Felis silvestris silvestris) il suo DNA mostra caratteristiche più vicine a quelle del gatto della foresta africana (Felis silvestris lybica). Da allora, grazie alle ricerche della Oncfs (Ufficio francese della caccia e della fauna selvatica), sono iniziati gli appostamenti per individuare quello che fino a pochi giorni fa sembrava essere soltanto ricettacolo di antiche leggende.

Il gatto volpe, invece, esiste e questi sono i tratti caratteristici del suo aspetto fisico: il pelo è corto tendente alla colorazione fulva tipica della volpe; la coda è folta e presenta anelli scuri; mentre i denti canini sono particolarmente sviluppati. Sarebbero la lunghezza, capace di raggiungere fino a 90 centimetri, e la sua folta coda ad avergli fatto guadagnare il nome di “gatto volpe”

Si tratta di una specie selvatica naturale, che per lo più non era finora stata censita – ha affermato Pierre Benedetti, Capo tecnico ambientale dell’Oncfs, che ha condotto lo studio di ricerca – perché si tratta di una razza particolarmente discreta, con abitudini in prevalenza notturne”.

Lo stesso ricercatore ha anche avanzato un’ipotesi riguardo alle eventuali origini del gatto volpe. La modalità di introduzione di un esemplare così particolare potrebbe addirittura risalire al 6.500 a.C. Secondo Benedetti, infatti, il gatto volpe sarebbe arrivato in Corsica all’epoca della seconda colonizzazione, pertanto non si esclude che la sua origine sia geograficamente da individuabile nell’area medio-orientale.

Da escludere categoricamente che il rinvenimento del notturno felino sia una semplice beffa del mondo della natura, tale da farne un caso isolato. Benedetti, ha esplicitamente dichiarato agenti dell’Oncfs all’Agenzia di stampa Apf che ha postato le foto, che in un’area di 25 mila ettari il gruppo di studiosi ha individuato almeno 16 gatti volpe.

In copertina: Il Gatto volpe tra le braccia di un Agente dell’Oncfs (fonte: AFP)

 

 

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