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Ganaspis brasiliensis vs Drosophila suzukii: via libera del MiTE

Nell’ambito della lotta biologica alle specie aliene, è stata autorizzata dal Ministero della Transizione Ecologica l’immissione nell’ambiente della Ganaspis brasiliensis, microvespa antagonista del moscerino asiatico dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) che ingenti danni provoca alle aziende specializzate di molte regioni italiane.

Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha rilasciato l’autorizzazione al rilascio del Ganaspis brasiliensis, il parassitoide importato lo scorso anno dalla Svizzera in grado di contrastare la Drosophila suzukii, il moscerino asiatico dei piccoli frutti che sta causando ingenti danni alle coltivazioni di varie regioni italiane.

La notizia è stata accolta con grande soddisfazione anche alla Fondazione Edmund Mach (FEM) che persegue gli obiettivi d’istruzione e ricerca scientifica in campo agrario dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (TN) e che rappresenta il Trentino nel tavolo nazionale Drosophila suzukii, coordinato dal Centro di Ricerca Difesa e Certificazione del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA-DC).

In un Comunicato stampa del 18 agosto 2021 la FEM ricorda come da mesi i ricercatori e i tecnici sono impegnati nelle camere di quarantena ad allevare e moltiplicare il Ganaspis brasiliensis, il microimenottero originario del Giappone, una vespina innocua per l’uomo, per il cui rilascio sul territorio è stata necessaria una specifica autorizzazione del MiTE, chiamato a valutare l’analisi dei rischi diretti e indiretti legati all’immissione dell’ACB (agente di controllo biologico) sulla biodiversità, con un iter che ha richiesto un passaggio all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), alle Agenzie di protezione ambientale regionali e provinciali (ARPA e APPA).

Come tante altre specie aliene, la Drosophila suzukii è arrivata come sottoprodotto indesiderato della globalizzazione, a cui gli attuali cambiamenti climatici hanno dato un’ulteriore spinta alla loro diffusione, e colpisce gli impianti di piccoli frutti e gli alberi di alcune rosacee, soprattutto di ciliegio ed albicocco, provocando gravi danni alle aziende agricole specializzate in queste colture.

Un recente Studio condotto da un team internazionale di ricercatori di vari Istituti e Università, ha constatato che i danni economici correlati alla diffusione di specie aliene invasive, sia animali che vegetali, sono aumentati di 10 volte nel periodo 1960-2020, e senza un’azione concertata a livello internazionale sarà difficile mitigarne gli effetti.


La pericolosità fitosanitaria della Drosophila suzukii è tale da essere stato inserita nella “Lista di pericolo” dell’European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO), organizzazione intergovernativa che ha tra i suoi obiettivi la protezione delle piante, lo sviluppo di strategie contro l’introduzione e la diffusione di malattie delle piante e la promozione di metodi di controllo sicuri ed efficaci. Non c’è ancora, infatti, alcun prodotto o principio attivo registrato contro la Drosophila suzukii, tant’è che la Commissione UE ha dovuto modificare l’Allegato III del Regolamento n. 396/2005 concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale, per innalzare in emergenza i livelli massimi di residui (LMR) di alcuni insetticidi di origine naturale che hanno dimostrato di avere un effetto indiretto per fronteggiare l’insetto.

Si tratta di un insetto del tutto simile al moscerino dell’aceto (Drosophila melanogaster) che vediamo volteggiare in estate vicino al cestino della frutta o attorno al collo di una bottiglia di vino appena stappata e che molti avranno anche guardato con attenzione durante le prime esplorazioni domestiche o scolastiche al microscopio, essendo un “organismo modello” ovvero un organismo fra i più studiati dalla biologia.

Mentre le specie drosophile più diffuse non sono in grado di attaccare la frutta, se non quando è già compromessa e con vie di accesso disponibili, la suzukii riesce a penetrare nel frutto sano in virtù di un ovopositore seghettato femminile che consente di incidere la superficie dei frutti maturi ancora sulla pianta, inserendo le uova direttamente nella polpa. Anche se ogni femmina depone 2-3 uova per frutto, queste si schiudono in poche ore e le larve, assai voraci, nutrendosi della polpa del frutto, diventano adulti in 1-2 settimane, a seconda delle condizioni climatiche, tanto da poter raggiungere anche le 13 generazioni in un anno. La sua pericolosità per la frutticoltura è conseguente al fatto che una volta depositate le uova non è più possibile controllare l’infestazione.

Larve di Drosophila suzukii hanno invaso un frutto di lampone (foto: David Handley)

Ad oggi gli allevamenti di Ganaspis brasiliensis alla FEM contano migliaia di esemplari con una produzione mensile di oltre 7000 individui. Dodici i siti individuati per i rilasci di quest’anno corrispondenti alle aree a maggiore vocazione cerasicola e di piccoli frutti vale a dire: Valsugana (5 siti), Val d’Adige (4 siti), Vallagarina (1 sito), Valle dei Mocheni (1 sito), Altopiano di Pinè (1 sito).

A seguito dei rilasci del parassitoide è previsto un programma di monitoraggio pluriennale per valutarne in sicurezza gli eventuali impatti sugli ecosistemi locali e l’efficacia nei confronti della Drosophila suzukii. Gli esiti del piano di monitoraggio e una dettagliata relazione saranno trasmessi al Ministero entro il mese di dicembre 2021.

Hanno ottenuto l’autorizzazione al rilascio di Ganaspis brasiliensis, oltre la Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano, le Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Sicilia.

In copertina: Il microimenottero Ganaspis brasiliensis che parassitizza le larve del moscerino asiatico e che nei luoghi di origine ha dimostrato una elevata specificità e una elevata efficacia (Fonte: FEM)

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