Cambiamenti climatici

Europa: il continente che si sta riscaldando più velocemente

In occasione della Conferenza Europea sull’Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Dublino, 19-21 giugno 2023) la Sezione regionale europea dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Servizio sui cambiamenti climatici Copernicus dell’UE hanno pubblicato la seconda edizione dello “Stato del Clima in Europa 2022”.

L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata e l’Europa ha sperimentato diverse ondate di calore eccezionali durante i mesi estivi, la più grave delle quali si è verificato a metà luglio, con temperature da record in molte località, compreso il Regno Unito dove la temperatura ha superato per la prima volta i 40 °C.

È uno dei risultati chiave della seconda edizione del Rapporto State of the Climate in Europe 2022” (ESOTC) che l’Associazione regionale per l’Europa della World Meteorological Organization (WMO-RA6) ) e il Copernicus Climate Change Service (C3S),  implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto della Commissione UE. hanno pubblicato In occasione dell’annuale ECCAConferenza Europea sull’Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Dublino, 19-21 giugno 2023) che presenterà esempi reali di misure di adattamento relative a scienza e ricerca all’avanguardia per un’Europa resiliente ai cambiamenti climatici,

Il riscaldamento climatico si è fatto sentire anche sui mari, con le temperature che nel 2022 nell’area del Nord Atlantico della regione europea sono state le più calde mai registrate e ampie porzioni dei mari della regione sono state colpite da ondate di calore marine forti o addirittura gravi ed estreme. In alcune aree, in particolare il Mediterraneo orientale, il Mar Baltico e il Mar Nero e l’Artico meridionale, i tassi di riscaldamento della superficie marina sono stati di tre volte superiori alla media globale.

Il 2022 non è stato solo caldo, ma anche secco, con precipitazioni al di sotto della media in gran parte della regione. Il 2022 è stato il quarto anno secco consecutivo nella penisola iberica e il terzo anno nelle regioni montuose delle Alpi e dei Pirenei. La mancanza di precipitazioni, in particolare la neve invernale, unita alle alte temperature estive, ha contribuito alla più grande perdita di ghiaccio glaciale mai registrata nelle Alpi europee.

Nel Prefazione del Rapporto, il Direttore del C3S, sottolinea l’importanza sociale di condurre un’analisi sistematica del clima che cambia: “Questo ci consente di anticipare meglio gli estremi futuri e prepararci agli impatti di un mondo più caldo – afferma Carlo Buontempo – Il presente rapporto è un passo fondamentale in questo processo, in quanto consente a questi dati di parlare da soli. Il clima sta cambiando rapidamente e dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti di cui disponiamo per adattarci alle condizioni che dovremo affrontare negli anni a venire”.

L’Europa nel 2022 è stata caratterizzata da numerosi eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche. Secondo l’Emergency Events Database (EM-DAT), citato nel rapporto, nel 2022 in Europa si sono verificati 40 pericoli meteorologici, idrologici e climatici, che hanno provocato 16.365 vittime segnalate e 156.000 persone direttamente colpite. Circa il 67% degli eventi è stato correlato a inondazioni e tempeste, che hanno provocato dozzine di vittime.

Eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche in Europa durante il 2022 (Fonte: dati EM-DAT).

La siccità ha colpito gran parte della regione, in particolare durante la primavera e l’estate. La combinazione di condizioni di siccità e caldo estremo ha alimentato numerosi incendi che hanno determinata la seconda area bruciata per estensione mai registrata nella regione. Grandi incendi si sono verificati in Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Cechia. Al contempo, nel corso dell’anno, a settembre, diverse località dell’Europa meridionale sono state colpite da forti piogge e inondazioni. Nell’Italia centrale, ad esempio, le piogge torrenziali hanno provocato allagamenti nelle Marche il 15-16 settembre, costringendo il Consiglio dei Ministri italiano a dichiarare uno stato di emergenza di 12 mesi.

Nonostante il 2022 sia stato in gran parte caratterizzato da condizioni calde, alcune aree sono state interessate da ondate di freddo e forti nevicate, tra cui Turchia, Siria, Grecia e Montenegro. Una diffusa ondata di freddo ha colpito anche gran parte dell’Europa settentrionale e occidentale a dicembre. Reykjavik (Islanda), ha registrato il dicembre più freddo degli ultimi 100 anni.

Tuttavia, il Rapporto contiene anche una nota positiva nella sezione del Rapporto dedicata alla politica climatica e all’azione per il clima nel settore energetico, evidenziando che, per la prima volta nell’UE, è stata generata più elettricità da eolico e solare che da gas fossile. In totale, energia eolica e solare hanno rappresentato il 22,3% dell’elettricità dell’UE nel 2022, rispetto al 20% del gas fossile. In effetti, più elettricità è stata generata dal vento e dal sole che da qualsiasi altra fonte di energia.

L’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio è fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e fornisce un importante contributo alla neutralità climatica e alla mitigazione dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo – ha affermato nella sua prefazione al Rapporto il Segretario generale della WMO, Petteri TaalasI servizi climatici svolgono un ruolo chiave nel garantire la resilienza dei sistemi energetici agli shock legati al clima, nella pianificazione delle operazioni e nell’informare le misure per aumentare l’efficienza energetica, tra le altre applicazioni pertinenti“, ha aggiunto.

Il Rapporto evidenzia il ruolo chiave svolto dai servizi climatici nel sostenere la transizione energetica globale verso lo zero netto , supportando varie funzioni nel settore delle energie rinnovabili: dalla selezione del sito, alla valutazione delle risorse e al finanziamento, alle operazioni e alla manutenzione. I servizi climatici sono necessari anche per garantire la resilienza dei sistemi energetici agli shock legati al clima e per informare le misure per aumentare l’efficienza energetica. Man mano che cresce la quota di energie rinnovabili nel mix energetico europeo, i servizi climatici svolgeranno un ruolo sempre più critico nel monitoraggio e nella comprensione della variabilità temporale e spaziale delle risorse rinnovabili e nel supportare il funzionamento delle infrastrutture per le energie rinnovabili.

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