Clima Energia

EU-ETS: le quote gratuite dovevano essere assegnate in modo più mirato

L’audit della Corte dei conti europea (ECA) per verificare se l’assegnazione gratuita di quote di emissioni del sistema EU-ETS sia stata usata per modernizzare la produzione di energia elettrica, ha riscontrato che un’assegnazione più mirata avrebbe avuto molteplici benefici per la decarbonizzazione, le finanze pubbliche ed il funzionamento del mercato unico.

Secondo la nuova Relazione speciale della Corte dei conti europea (ECA) “, l’assegnazione delle quote gratuite di emissioni del sistema europei di scambio (EU-ETS) doveva essere più mirata.

Il sistema, istituito nel 2005, per promuovere la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dalle industrie ad alta intensità energetica in modo efficace in termini di costi ed economicamente efficiente, ha determinato una riduzione delle emissioni pro capite nell’UE, anche se queste restano superiori alla media mondiale.

Nelle prime due fasi del sistema (2005-2012), quasi tutte le quote sono state assegnate a titolo gratuito e il numero di quote assegnate era superiore a quello necessario a coprire le emissioni effettive, con il conseguente accumulo di quote in eccesso.

Durante la fase 3 (2013-2020), questa eccedenza sistemica di quote assegnate è stata per lo più eliminata. Tra il 2013 e il 2020, sono stati assegnati 6,66 miliardi di quote a titolo gratuito ed il prezzo delle quote, nonostante le oscillazioni, è aumentato da meno di 3 euro a circa 25 euro per tonnellata di CO2 equivalente emessa. Tra il 2012 e metà del 2019, gli Stati membri hanno ricevuto 42 miliardi di euro in proventi d’asta. Se fossero state messe all’asta più quote per l’industria, le entrate aggiuntive sarebbero state notevoli.

La fase 4 dell’ETS riguarda il periodo 2021-2030, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2018/410/UE per conseguire l’obiettivo prefissato di riduzione delle emissioni del 40% al 2030, i settori interessati dovranno ridurre del 43% le proprie emissioni rispetto ai livelli del 2005.

Al riguardo, si sottolinea che, secondo quanto dichiarato dalla Presidente della Commissione UE nel discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato il 16 settembre dinanzi al Parlamento europeo, l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 sarà portato al 55% e tutta la legislazione dell’UE in materia di clima ed energia sarà rivista per adattarla al nuovo target. Pertanto, anche la Direttiva 2018/410 sarà conseguentemente modificata.

La Corte dei conti europea ha osservato che ad oggi oltre il 40 % di tutte le quote disponibili nell’ambito dell’EU-ETS sono gratuite, distribuite ai settori dell’industria, dell’aviazione e, in alcuni Stati membri, dell’energia elettrica, ma non sono state opportunamente mirate. Inoltre, la velocità della decarbonizzazione nel settore dell’energia si è significativamente ridotta, rendendo necessaria una procedura di assegnazione delle quote gratuite più mirata, in modo da tener conto dell’Accordo di Parigi e degli sviluppi più recenti.

In linea di principio, sottolinea la Corte, nell’ambito dell’ETS dell’UE viene stabilito un prezzo per le emissioni di carbonio e i diritti di emissione sono messi all’asta. Gli introiti derivanti da queste aste sono utilizzati anche per azioni legate al clima. L’EU-ETS utilizza le quote gratuite per scoraggiare le imprese dell’UE dal trasferire l’attività in Paesi non-UE con standard ambientali meno rigidi. Tale trasferimento, noto come “rilocalizzazione delle emissioni”, comporterebbe infatti una riduzione degli investimenti nell’UE e un aumento delle emissioni a livello mondiale. Beneficiano di quote gratuite i settori dell’aviazione e dell’industria, a differenza della maggior parte degli operatori nel settore dell’energia elettrica, perché si ritiene che questi ultimi possano trasferire i costi diretti del carbonio sui consumatori. Però, negli 8 Stati membri con un PIL pro capite inferiore al 60 % della media UE, il settore dell’energia elettrica ha ricevuto quote gratuite per potersi modernizzare.

Le quote gratuite dovrebbero essere concesse in modo mirato ai settori industriali che sono meno in grado di trasferire i costi del carbonio sui consumatori – ha dichiarato Samo Jereb, Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit – Non sempre, però, questo avviene. Settori che rappresentano oltre il 90 % delle emissioni industriali sono anch’essi considerati a rischio di rilocalizzazione delle emissioni e beneficiano di percentuali di quote gratuite costantemente elevate. Se le quote gratuite non sono assegnate in modo più mirato, l’UE non sfrutterà appieno i benefici che l’EU-ETS potrebbe avere sulla decarbonizzazione e sulle finanze pubbliche.”

La Corte ha riscontrato che i settori dell’energia che hanno ricevuto quote gratuite per investire nella modernizzazione hanno compiuto passi in avanti notevolmente più lenti verso la decarbonizzazione rispetto a quanto avvenuto in altri Stati membri. Gli investimenti sono stati spesso utilizzati per migliorare le centrali elettriche a lignite e a carbon fossile esistenti invece che per promuovere l’uso di combustibili meno inquinanti, in particolare in Bulgaria, Cechia, Polonia e Romania.

La Corte ha preso atto che la Commissione ha inasprito le norme applicabili al settore della produzione di energia elettrica per il periodo 2021-2030, assegnando le quote gratuite ai settori dell’industria in base a benchmark costituiti dalla performance degli operatori più efficienti di ciascun settore. Queste quote verranno progressivamente eliminate entro il 2030, a meno che il settore non sia considerato a rischio di rilocalizzazione delle emissioni; in tal caso, le quote assegnate non verranno ridotte.

Percentuale di quote gratuite per settore e fase

Tuttavia, se questo approccio incentiva a migliorare l’efficienza energetica, la Corte ritiene che dovrebbe essere meglio mirato. I settori industriali considerati a rischio di rilocalizzazione delle emissioni rappresentano ancora oltre il 90 % delle emissioni industriali dell’UE, senza alcuna differenziazione dei livelli di rischio, per cui tutti questi settori continuano a beneficiare dell’intero ammontare di quote gratuite. La Corte raccomanda alla Commissione di assegnare le quote gratuite in modo mirato in base all’esposizione ai diversi livelli di rischio.

Inoltre, il settore dell’aviazione riceve quote gratuite, nonostante sia in grado di trasferire i costi del carbonio sui consumatori. La Corte segnala che ciò potrebbe favorire i viaggi aerei ad alta intensità di carbonio, a scapito del trasporto ferroviario.

A causa dell’assegnazione scarsamente mirata, la maggior parte delle quote gratuite non verrà ridotta a zero entro il 2030 in base alle disposizioni attuali. La Corte sostiene che una distribuzione più mirata delle quote gratuite avrebbe contrastato il rischio di rilocalizzazione delle emissioni, ridotto i guadagni insperati e giovato alle finanze pubbliche aumentando la percentuale di quote messe all’asta.

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