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Il DNA del pomodoro è “meravigliosamente completo”

DNA del pomodoro è meravigliosamente completo

L’UE lancia una consultazione pubblica su frutta e verdura.

Ha meritato la copertina della prestigiosa Rivista Nature l’articolo del Consorzio Internazionale “The Tomato Genome” (n. 485, 30 maggio 2012, pp. 635-641) che pubblica i risultati di una ricerca durata anni di lavoro e a cui hanno partecipato più di 300 ricercatori in 90 laboratori di 14 Paesi, tra i quali BRM Genomics spin-off dell’Università di Padova, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), due gruppi del CNR: l’Istituto di Tecnologie Biomediche (ITB) di Segrate (MI) e l’Istituto di Genetica Vegetale (IGV) di Portici (NA).

Lanciato nel 2003, il progetto ha richiesto del tempo per conseguire risultati, ma ora la sequenza del DNA dell’ortaggio (o frutto) più consumato (negli USA ogni abitante ne consuma 19 kg. all’anno, un italiano 16,5 kg.) e coltivato a livello mondiale (nel 2010 se ne sono prodotte 145,8 milioni di tonn.) è “meravigliosamente completo”, come ha dichiarato uno dei ricercatori.

La soddisfazione degli studiosi e l’enfasi con cui la stampa specializzata ha comunicato l’avvenimento consiste nel fatto che da tale scoperta potranno derivare aiuti a sviluppare piante che resistano a parassiti e cambiamenti climatici, oltre che aumentare la resa e la qualità del prodotto.

Secondo quanto riportato nell’articolo, il pomodoro coltivato (Solanum lycopersicum) ha una sequenza di DNA lunga circa 900 milioni di paia basi e 35.000 geni, ma la sua triplicazione sarebbe avvenuta in due eventi: uno intervenuto 130 milioni di anni fa, comune a molte piante da frutto; l’altro verificatosi circa 60 milioni di anni fa a ridosso del Cretaceous Boundary Event che ha determinato estinzioni di massa, in particolare di quella dei dinosauri.

Molti dei geni “nati” da quella seconda triplicazione sono rimasti nel genoma per milioni di anni – ha affermato Giovanni Giuliano dell’ENEA ed uno dei ricercatori responsabili del progetto – Poi, in tempi relativamente recenti, hanno cambiato la loro funzione, determinando la comparsa del frutto carnoso quale lo conosciamo oggi”.

Oltre a quello coltivato, i ricercatori hanno sequenziato anche il genoma di una specie selvatica (Solanum pimpinellifolium), che confrontato con quello della specie coltivata e quelli di altre piante della famiglia delle solanacee può permettere di comprendere i processi evolutivi che hanno generato la grande diversità di tali piante e la loro capacità di adattarsi agli ambienti più diversi.

Il genere vegetale Solanum comprende più di 1.000 specie, alcune delle quali molto importanti per le colture alimentari e per farmacopea (oltre il pomodoro, la patata, la melanzana, il peperone, il tabacco, la belladonna, il giusquiamo, la mandragora), per cui la conoscenza dei fenotipi del pomodoro saranno utili a migliorare le caratteristiche anche delle altre piante della famiglia. Alcuni geni, in precedenza sconosciuti, hanno permesso, per esempio, di conoscere quelli che incidono sul colore della pigmentazione. Se quello rosso è il pomodoro più richiesto dal mercato, non è tuttavia il più diffuso in natura, anzi la specie più antica tra quelle coltivate sarebbe quella gialla, la prima che giunse in Italia, come denuncia anche l’etimo della parola (pomo d’oro).

C’è da osservare, poi, che negli ultimi anni si è registrato un cambiamento nelle abitudini dei consumatori che scelgono e coltivano delle varietà cromatiche diverse da quelle a cui sono abituati (cfr: “Alimentari: meno sprechi, più prodotti identitari”, in Regioni&Ambiente, n. 11-12 novembre-dicembre 2011, pagg. 64-66), anche in virtù di una maggior informazione sulle caratteristiche e proprietà nutrizionali e nutraceutiche (che ha una funzione benefica sulla salute umana) legate al loro differente colore.

Se in generale è appurato che il pomodoro riduce il cancro e le malattie cardiovascolari, quello rosso è ricco di translicopene, un carotenoide a forte azione antiossidante che può assumere un ruolo anche nel prevenire patologie neurologiche quali l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.

Il pomodoro giallo è meno acido e, quindi, più dolce e delicato, ed è ricchissimo di vitamina C, utile a rafforzare le difese del sistema immunitario, e di betacarotene che aiuta la corretta crescita e riparazione dei tessuti e che recenti studi hanno dimostrato in grado di ridurre i rischi di cancro al polmone.

Il pomodoro nero, dal sapore dolce ed aromatico, contiene elevate dosi di antociani che, grazie alla loro spiccata attività antiossidante, preservano dalle degenerazioni cellulari e dall’invecchiamento e favoriscono la circolazione sanguigna.

C’è pure il pomodoro verde, varietà ben distinta da non confondersi con un pomodoro non ancora maturo, dal sapore veramente particolare, ma poco conosciuto ed usato in cucina dove viene prevalentemente cotto, come evidenziato nel bel film “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno” (“Fried Green Tomatoes”) di Jon Avnet (1991).

A margine di tale notizia, si informa che la Commissione UE ha lanciato il 4 giugno una consultazione pubblica sul futuro del regime per la frutta e verdura, al fine di acquisire elementi per ulteriori modiche da introdurre alla riforma della PAC, che partirà dal 2014.

Per stimolare le risposte e i suggerimenti da parte dei consumatori, produttori, distributori e autorità ufficiali, la Commissione ha pubblicato un documento di consultazione che solleva una serie di questioni per:
• Rafforzare la competitività, in termini di produttività e capacità di trovare nuovi sbocchi per i prodotti;
• Migliorare la resilienza del settore, in termini di capacità dei produttori di adattarsi e reagire agli sviluppi imprevisti e alle crisi di mercato;
• Assicurare la sostenibilità della produzione e l’efficienza delle risorse;
• Aumento della quota di valore aggiunto della catena di approvvigionamento per i produttori di frutta e verdura, ad esempio migliorando il potere contrattuale dei produttori;
• Aumentare il consumo di frutta e ortaggi (freschi e trasformati);
• Controllare le spese del bilancio comunitario;
• Semplificare la gestione del regime UE nel settore ortofrutticolo.

La scadenza per i contributi è il 9 settembre 2012.

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