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Desertificazione: il nuovo Atlante Mondiale del Centro Comune di Ricerca

Atlante mondiale desertificazione

Il servizio scientifico interno (JRC) della Commissione UE ha pubblicato una nuova edizione dell’Atlante Mondiale della Desertificazione che mostra come le risorse naturali del pianeta siano sottoposte a pressioni senza precedenti, con l’obiettivo di offrire ai responsabili delle politiche uno strumento per migliorare le risposte locali alla perdita di suolo e al degrado del suolo.

Il Centro Comune di Ricerca (IRC) della Commissione UE ha pubblicato il 21 giugno 2018 una nuova edizione dell’Atlante Mondiale della Desertificazione, uno strumento messo a disposizione dei responsabili di policy making per migliorare le politiche e le scelte sul tema della perdita di suolo e del degrado del suolo.

Negli ultimi venti anni dalla pubblicazione dell’ultima edizione dell’Atlante Mondiale della Desertificazione, le pressioni sulla Terra e sul suolo sono aumentate drammaticamente – ha dichiarato Tibor Navracsics , Commissario per l’Istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport, nonché responsabile del Centro Comune di Ricerca –Per preservare il nostro pianeta per le generazioni future, abbiamo urgente bisogno di cambiare il modo in cui trattiamo queste preziose risorse. Questa nuova e molto più avanzata edizione dell’Atlante offre ai responsabili politici una visione globale e facilmente accessibile del degrado del suolo, delle sue cause e dei potenziali rimedi per affrontare la desertificazione e il ripristino della terra degradata”. 

Nell’ambito dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i leader mondiali si sono impegnati entro il 2030 a “Proteggere, ripristinare e favorire un uno sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica “(OSS.15).

Proprio i progressi anche verso l’Obiettivo 15 saranno esaminati durante il Forum Politico ad Alto Livello dell’ONU che si svolgerà dal 9 al 18 luglio 2018, in vista del quale è stato rilasciato il 21 giugno 2018 il Rapporto sullo stato di attuazione da parte dei Paesi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, dopo 3 anni dalla loro adozione. 

Il contrasto alla desertificazione a livello globale è affrontato dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta contro la Desertificazione (UNCCD), l’Accordo quadro internazionale raggiunto nel 1994 che collega ambiente e sviluppo alla gestione sostenibile del territorio, ma anche dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e dalla Convenzione sulla Biodiversità (CBD).

Combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno” (OSS 15.3), prevede che al 2030 si raggiunga la “neutralità di degrado del suolo” (LDN), al fine di garantire che la quantità di terra produttiva rimanga stabile.

A livello dell’UE la desertificazione colpisce l’8% del territorio, in particolare nell’Europa meridionale, orientale e centrale. Queste regioni – che rappresentano circa 14 milioni di ettari – mostrano un’elevata sensibilità alla desertificazione. Tredici Stati membri si sono dichiarati colpiti dalla desertificazione nell’ambito dell’UNCCD: Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Italia , Lettonia, Malta, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna. L’UE è pienamente impegnata nella protezione del suolo e nella promozione di un uso sostenibile del territorio e tiene conto di tali impegni nello sviluppo di proposte in materia di energia, agricoltura, silvicoltura, cambiamenti climatici, ricerca e altri settori.

L’Atlante del Centro Comune di Ricerca fornisce esempi di come l’attività umana porti le specie all’estinzione, minacci la sicurezza alimentare, intensifichi i cambiamenti climatici e costringa le persone ad abbandonare le proprie abitazioni.

L’Atlante mondiale sulla desertificazione ci aiuterà a comprendere il crescente problema della desertificazione e del degrado del suolo e di come affrontare il problema – ha aggiunto il Commissario UE per Ambiente, Affari marittimi e Pesca, Karmenu Vella L’Atlante mostra un’Unione Europea sempre più colpita dalla desertificazione, sottolineando l’importanza dell’azione per la protezione del suolo e l’uso sostenibile di terra e acqua in settori quali l’agricoltura, l’energia forestale e il cambiamento climatico. Questo è l’approccio raccomandato nella strategia tematica dell’UE per il suolo, ed è la nostra migliore speranza di raggiungere la neutralità del degrado del suolo in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2030”.

Dall’Atlante emerge che la crescita della popolazione e i cambiamenti nei nostri modelli di consumo esercitano una pressione senza precedenti sulle risorse naturali del pianeta:
oltre il 75% della superficie terrestre è già degradato e oltre il 90% potrebbe degradarsi entro il 2050;
– a livello globale, una superficie pari a metà delle dimensioni dell’UE (4,18 milioni di km²) viene degradata ogni anno, con l’Africa e l’Asia tra le più colpite;
– il costo economico del degrado del suolo per l’UE è stimato nell’ordine di decine di miliardi di euro all’anno;
il degrado del suolo e i cambiamenti climatici potrebbero ridurre i raccolti globali di circa il 10% entro il 2050, in particolare in India, Cina e Africa sub-sahariana, dove il degrado del terreno potrebbe dimezzare la produzione agricola;
– la deforestazione in progressivo aumento renderà più difficile mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici;
entro il 2050, fino a 700 milioni di persone potrebbero essere sfollate a causa di problemi legati alle scarse risorse del territorio, .numero che potrebbe raggiungere i 10 miliardi entro la fine del secolo.

Se il degrado del territorio è un problema globale, avviene localmente e richiede soluzioni sul posto. Per fermare il degrado del suolo e la perdita di biodiversità occorre un maggiore impegno e una cooperazione più efficace a livello locale.

L’ulteriore espansione agricola, una delle principali cause del degrado del terreno, potrebbe essere evitata con l’aumento delle rese su terreni agricoli esistenti, passando a diete più ricche di vegetali, consumando proteine animali da fonti sostenibili e riducendo la perdita e lo spreco di cibo.

L’Atlante offre una chiara panoramica delle cause alla base del degrado in tutto il mondo e contiene anche un gran numero di fatti, previsioni e set di dati globali che possono essere utilizzati per identificare importanti processi biofisici e socio-economici che, da soli o combinati, possono portare ad un uso insostenibile del territorio e al degrado del territorio.

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