La Deep Sea Conservation Coalition (DSCC), che raggruppa oltre 130 ONG, organizzazioni della pesca e Istituti di diritto e politiche che ha promosso Deep Day, evento annuale che si celebra il 7 maggio, ha scelto come tema per il 2025 “Promuovere la scienza e la conoscenza delle profondità marine per la loro protezione”, invitando scienziati, artisti, politici, studenti e chiunque abbia a cuore l’oceano a riflettere sull’importanza delle profondità marine per il nostro Pianeta e a mettere in luce le minacce critiche che gravano sulle profondità degli oceani, come il rischio incombente dell’attività mineraria in acque profonde (deep sea mining) di cui chiede una moratoria.
Nelle profondità dell’oceano sotto la superficie illuminata dal sole si trova un mondo misterioso dove la maggior parte delle persone non va mai: le profondità marine. Qui, nell’oscurità più intensa, l’unica luce proviene dal bagliore bioluminescente di strane e meravigliose creature degli abissi. Le vaste e fredde profondità sono tutt’altro che deserte, gli scienziati ritengono che nelle profondità marine vivano fino a 10 milioni di specie diverse, una biodiversità ricca quanto le foreste pluviali tropicali.
La maggior parte delle specie di profondità è lenta a crescere e riprodursi, ma si è altamente adattata a un ambiente sostanzialmente stabile. Questo le rende estremamente vulnerabili e difficili da proteggere dagli impatti dell’attività umana. Una volta danneggiati, gli habitat di profondità possono impiegare secoli per rigenerarsi e intere specie di profondità possono andare perdute per sempre prima ancora di sapere che esistono.
Per garantire la protezione degli ecosistemi vulnerabili delle profondità marine, la Deep Sea Conservation Coalition (DSCC), fondata nel 2004, che raggruppa oltre 130 ONG, organizzazioni della pesca, e Istituti di diritto e politiche ha promosso nel 2020 la Deep Week, divenuta nel 2022 il Deep Day, evento annuale che si celebra il 7 maggio, per invitare scienziati, artisti, politici, studenti e chiunque abbia a cuore l’oceano a riflettere sull’importanza delle profondità marine per il nostro Pianeta.
Le profondità marine comprendono l’intero oceano al di sotto dei 200 metri, dalla “zona crepuscolare” fino agli “abissi” e ai fondali marini profondi. Costituiscono il 95% dello spazio vitale della Terra. Ma solo di recente la tecnologia ha permesso agli scienziati di esplorare le profondità oceaniche e di iniziare a comprenderne l’importanza vitale per il nostro pianeta e per le nostre vite:
– L’aria che respiriamo. L’oceano non solo produce metà dell’ossigeno che respiriamo, ma le sue profondità immagazzinano anche enormi quantità di carbonio che altrimenti si troverebbero nell’atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale.
– L’acqua che beviamo. L’acqua sulla Terra circola e le profondità marine spingono l’acqua intorno alla Terra in un vasto sistema di correnti che salgono e scendono, regolando la temperatura e controllando il nostro clima.
– Il pesce che mangiamo. Molti dei pesci che mangiamo, anche quelli pescati in acque costiere poco profonde, trascorrono parte della loro vita nelle profondità marine e dipendono dalle sue specie e dai suoi habitat per cibo, riparo, riproduzione e crescita. L’oceano contribuisce alla sicurezza alimentare di miliardi di persone, motivo in più per proteggere le profondità marine e mantenere i nostri stock ittici sani e produttivi.
Per celebrare il giro di boa del Decennio delle Scienze Oceaniche delle Nazioni Unite, il tema del Deep Day 2025 è “Promuovere la scienza e la conoscenza delle profondità marine per la loro protezione“, per sottolineare il ruolo vitale della ricerca in acque profonde per la conservazione e la gestione sostenibile. Il termine “conoscenza” è volutamente inclusivo, abbracciando non solo la comprensione scientifica, ma anche la saggezza e le prospettive culturali delle popolazioni indigene. Allo stesso modo, “protezione” è intesa nel suo senso più ampio, includendo la conservazione ecologica e la salvaguardia del patrimonio culturale sottomarino.
Nonostante lo storico Accordo del “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework”(GBF) che prevede di proteggere completamente il 30% degli oceani entro il 2030 e di garantire una gestione sostenibile del restante 70%, e il Trattato sull’Alto Mare (BBNJ) che disciplina la conservazione della biodiversità nelle acque internazionali, con norme dettagliate sulla conduzione di valutazioni di impatto ambientale (VIA), ma non disciplina direttamente l’attività dei fondali marini, le profondità oceaniche sono minacciate dalle attività minerarie per l’estrazione di minerali critici (deep sea mining), Nei giorni scorsi il Presidente degli Stati Uniti Donal Trump ha firmato un ordine esecutivo per “accelerare l’esplorazione e lo sviluppo dei minerali dei fondali marini per sbloccare vaste risorse offshore a vantaggio economico e strategico dell’America”.
Per questo la DSCC chiede una moratoria sull’attività mineraria in acque profonde all’International Seabed Authority (ISA) l’organizzazione attraverso la quale gli Stati Parte della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) controllano le attività relative alle risorse minerarie sui fondali marini profondi.