Economia e finanza Sostenibilità

Decarbonizzazione: l’impegno delle imprese italiane aderenti a UN Global Compact

In un position paper di UN Global Compact Network Italia, 28 business case di aziende che stanno compiendo sforzi e che hanno registrato finora risultati per la decarbonizzazione a supporto degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dell’ambizione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Al Padiglione Italia di Expo 2020 a Dubai, nel corso di un evento organizzato in partnership con il Commissariato Generale per l’Italia, UN Global Compact Network Italia, ha presentato il Position Paper Le imprese italiane verso la decarbonizzazione: una transizione giusta e inclusiva” (Italian Business and Decarbonization: a just and inclusive transition), realizzato con il supporto del partner tecnico Carbonsink, che mostra e valorizza l’impegno delle aziende italiane, aderenti all’iniziativa OU volta ad incoraggiare le aziende di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili, nel rispetto della responsabilità sociale d’impresa (CSR), nel raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del target che sì è posta l’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il paper raccoglie 28 business-case di imprese operanti nei settori più rappresentativi del tessuto imprenditoriale italiano (multiutilities, industria, manifattura, finanza, moda e lussofood and beverages, trasporti), strutturate seguendo un template condiviso che mira a sottolineare 5 elementi chiave:
1. Sfida affrontata rispetto al tema della Decarbonizzazione e obiettivi definiti;
2. Modalità di implementazione (strategia, processi, operations);
3. Stakeholder coinvolti;
4. Monitoraggio e KPI (Key Performance Indicators);
 5. Risultati e impatto: valore per l’azienda e valore condiviso.

Un primo gruppo di lavoro è stato composto da A2A, Acea, Edison, Enel, Gruppo Hera, Gruppo Sofidel, Maire Tecnimont, Pirelli, Salvatore Ferragamo, Snam, Terna, VIU e ha lavorato alla definizione della struttura e ai primi input del documento. Nell’ultima fase, questo gruppo è stato allargato anche ad altre aziende, che hanno fornito ulteriori commenti al testo e condiviso una best practice aziendale: Aeroporti di Roma, Andriani, Artsana, Assicurazioni Generali, Banca Mediolanum, BNL, Bolton Group, Feralpi, Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Iren, Gruppo Unipol, Hitachi Rail, Illycaffè, Leonardo, Nestlé italiana, RINA, Saipem, Tper, Unicredit.

Conclusioni
– La sostenibilità è diventata un elemento imprescindibile per il settore privato, fondamentale non solo per fare meglio a livello economico o nell’attrazione di investimenti, ma soprattutto per garantire competitività e resilienza al business nel lungo periodo e focalizzare gli sforzi sulla creazione del valore.
– Le imprese sono chiamate ad aumentare il proprio livello di ambizione per l’avanzamento del Goal 13-Climate Action, in particolare attuando tutti gli sforzi per definire obiettivi climatici science-based e puntando al contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi, in allineamento con l’approccio internazionale condiviso indicato dall’Accordo di Parigi.
– La finanza deve essere inclusa in ogni ragionamento a supporto della decarbonizzazione e al raggiungimento degli SDGs, un mercato che cerca strumenti innovativi ed è affamato di opportunità su cui investire per garantire un futuro migliore alle persone sul Pianeta.
– Una struttura aziendale di governance adeguata ed efficace, che parte da quella “tradizionalmente” intesa (Consiglio di Amministrazione, Comitati…), ha il compito di tradurre efficacemente l’attenzione alla sostenibilità e in particolare alla decarbonizzazione in azioni concrete, prevedendo anche dei sistemi di incentivazione. La governance è anche responsabile di promuovere una cultura della decarbonizzazione e in generale dei temi della sostenibilità sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno della dimensione aziendale.
– La strategia aziendale deve essere integrata: la decarbonizzazione deve rientrare nel processo trasformativo dell’azienda verso la sostenibilità che crea cultura a 360 gradi verso dipendenti, fornitori, consumatori e permette così di coprire anche lo scope 3, oltre a 1 e 2.
– Le grandi aziende hanno il compito di attivare partnership e collaborazioni multistakeholder e coinvolgere tutta la filiera, in una logica di accompagnamento delle PMI verso percorsi di transizione. Agire a partire dalla progettazione di prodotti e servizi in ottica green e circolare, in una logica di dialogo bottom-up, può essere un fattore abilitante per la decarbonizzazione e volano per la generazione di cultura, nuove imprese e business per la valorizzazione dei territori.
– Nel mercato italiano il coinvolgimento dei fornitori “sostenibili” risente di forti condizionamenti, come nel codice degli appalti dove il green procurement e la valorizzazione nelle offerte più vantaggiose per fornitori sostenibili sono fortemente vincolati. È necessario prevedere premialità per quei fornitori che sono attivi in percorsi di decarbonizzazione, recependo così i temi della sostenibilità all’interno della normativa sugli appalti, anche in coerenza con gli obiettivi sulla transizione verde che il Paese si è dato.
– Il ruolo di promozione della cultura della sostenibilità e della decarbonizzazione delle imprese, va concepito ad ampio raggio, arrivando fino a includere le nuove generazioni, dalle quali dipenderà la salvaguardia del Pianeta nei prossimi anni e la progettazione di prodotti e servizi per la transizione, alimentando anche l’interesse per le tematiche STEM nelle studentesse e lavoratrici del futuro.
– Per andare nella direzione della decarbonizzazione, sarà sempre più prioritario investire nell’elettrificazione e in fonti energetiche alternative come l’eolico, l’idrogeno, il biometano sia a livello di impianti sia a livello di trasporti e logistica, puntando sull’innovazione di infrastrutture e materiali.
– È necessario mettere in campo importanti risorse economiche, nella forma di obbligazioni o equity, che possano supportare le imprese nella gestione dei rischi (fisici e di transizione) ambientali. Anche lo Stato è chiamato a fare la sua parte nell’erogare forme di incentivazione di questi percorsi, in una logica di partnership pubblico-privato. •
– Sul tema delle metriche, sarà prioritario per le imprese uniformarsi agli standard internazionali ed europei di misurazione (TCFD, SBTi, Tassonomia…) per una valutazione più oggettiva delle proprie attività e orientarsi verso una maggiore omogeneità e diffusione dei dati forniti e comunicati, lavorando su indicatori e KPIs sulla decarbonizzazione.
– Le aziende dovranno sempre di più prestare attenzione non solo agli impatti “carbon” delle proprie attività, ma anche all’economia circolare e all’acqua, ragionando in una logica complessiva di migliore gestione delle risorse e di tutela della biodiversità.
– In tutti i ragionamenti sulla transizione, si dovranno prevedere necessariamente condizioni abilitanti esterne di gestione e di supporto alla transizione, da un punto di vista economico, normativo e culturale che potranno essere avvantaggiate dalle iniziative e fondi stabiliti dal PNRR.

Le conclusioni del nostro paper si concentrano su tre aspetti – ha sottolineato il Presidente del Global Compact Network Italia, Marco Frey Il bisogno dell’apporto privato per mobilitare risorse per la decarbonizzazione; il coinvolgimento di tutti i livelli dei fornitori per diffondere la cultura sostenibile; la necessità di creare condizioni esterne, da un punto di vista economico, normativo e culturale, come oggi accade con il PNRR, per gestire e regolare la transizione ecologica e creare le opportunità per una trasformazione vera, inclusiva e sostenibile“.

Le Piccole e Medie Imprese affrontano sfide importanti nel concretizzare il percorso di sostenibilità aziendale. Attualmente, la maggior parte degli aderenti all’UN Global Compact è rappresentata da PMI.

Le PMI guidano circa il 70-80% dell’economia mondiale ha ricordato la Direttrice generale del UN Global Compact Sanda Ojiambo, intervenuta nell’occasione – Penso che sia cogente che il settore delle piccole e medie imprese si renda conto collettivamente dell’impatto che ha, non solo sugli affari e sull’economia, ma su questioni importanti come l’azione per il clima. Questo importante paper rappresenta una forte collaborazione tra il Global Compact e la rete locale italiana e le aziende. Alle Nazioni Unite sottolineiamo la necessità di decarbonizzare le economie e di spostare i sussidi per i combustibili fossili verso le energie rinnovabili, e a questo proposito il settore privato ha un ruolo molto importante“.

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