L’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili ha diffuso ad Abu Dhabi, dove è in corso il World Future Energy Summit, il Rapporto sui costi delle energie rinnovabili nel 2014, da cui si evince che biomasse, eolico onshore, idroelettrico e geotermia hanno raggiunto la grid parity e alcune sono addirittura più convenienti delle centrali a carbone, petrolio e gas, anche senza incentivi e nonostante il calo dei prezzi del petrolio.
Notevole il calo dei prezzi del fotovoltaico, mentre sono ancora alti i costi per l’eolico off-shore e il solare a concentrazione.
Nel corso della V Assemblea (17 gennaio 2015) dell’Agenzia Internazionale per le Energie rinnovabili (IRENA) a cui aderiscono 137 Paesi, oltre all’Unione europea, e che ha sede ad Abu Dhabi, dove è in corso il World Future Energy Summit (19-22 gennaio 2015), è stato diffuso il Rapporto “Renewable Power Generation Costs in 2014”, secondo cui i costi per la produzione di energia elettrica da molte tecnologie pulite ha raggiunto la grid parity o addirittura è al di sotto di quella derivante da combustibili fossili.
Biomassa, idroelettrica, geotermica e eolica onshore, sono tutte tecnologie competitive rispetto a carbone, petrolio e centrali elettriche a gas, indipendentemente dal fatto che siano sostenute o meno dai sussidi e nonostante il calo dei prezzi del petrolio.
Mentre il solare fotovoltaico (PV) dal 2009 ha visto i costi ridursi del 75% e quelli da impianti di grossa taglia del 50% dal 2010.
Il Rapporto, tuttavia, sottolinea che il miglioramento per i costi di energia dalle rinnovabili non è uniforme, dipendendo dalle risorse e dalla disponibilità di finanziamento.
L’eolico off-shore e il solare a concentrazione (CSP) sono ancora indietro e i costi per il loro sviluppo sono più alti rispetto a quelli dei combustibili fossili. Queste tecnologie diventeranno più competitive in futuro, soprattutto allorché saranno disponibili finanziamenti a costi inferiori.
Nel Rapporto si evidenzia che:
– in molti Paesi, tra cui l’Europa, l’energia eolica onshore è una delle fonti più competitive di nuova capacità elettrica disponibili, fornendo costantemente elettricità a 0,05 per kWh, senza sostegno finanziario, a fronte di un range compreso tra 0,045 – 0,14 dollari/kWh dell’elettricità fornita dalle centrali elettriche a combustibili fossili;
– il costo medio dell’energia eolica varia da 0,06/kWh in Cina e in Asia, a 0,07 dollari/kWh nel Nord America, a 0,09 dollari/kWh in Africa;
-i prezzi dei moduli solari fotovoltaici sono scesi del 75% dal 2009 e continuano a diminuire;
– i costi per i sistemi fotovoltaici del residenziale sono diminuiti fino al 70% rispetto al 2008;
– tra il 2010 e il 2014 i costi complessivi di installazione dei sistemi fotovoltaici solari a grande scala sono scesi di ben il 65% e i progetti più competitivi stanno fornendo energia elettrica a 0,08 dollari/kWh senza alcun sostegno finanziario e i loro prezzi saranno ancora più bassi con la riduzione dei costi di finanziamento;
– i prezzi dell’energia solare stanno scendendo rapidamente in Medio Oriente, come attesta una recente gara d’appalto a Dubai (Emirati Arabi Uniti), a 0.06 dollari/kWh;
– le fonti rinnovabili sono competitive, allorché elevate quote di rinnovabili siano integrate nella rete elettrica e quando siano tenuti in considerazione in termini economici i danni alla salute umana derivanti dalla produzione di energia da combustibili fossili, insieme ai costi per emettere carbonio, che farebbero lievitare il prezzo di produzione di energia da combustibili fossili tra 0,07 e 0,19 dollari a/kWh.
I costi dell’energia elettrica prodotta da impianti rinnovabili di grossa taglia tra il 2010 e il 2014, secondo la metodologia LCOE (levelised cost of electricity) ovvero i costi che dovrebbe assumersi un investitore ipotizzando la costanza della quantità e dei costi di produzione. La dimensione del diametro del cerchio rappresenta la taglia del progetto. Il centro di ogni cerchio è il valore dei costi di ciascun progetto sull’asse delle ordinate Y. Il costo reale medio ponderato del capitale è del 7,5% nei Paesi OCSE e la Cina; 10% nel resto del mondo. (fonte: IRENA)
Per 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo senza elettricità, sottolinea il Rapporto, le fonti rinnovabili sono la fonte più economica di energia, riducendo notevolmente i costi e la sicurezza energetica per le comunità insulari e quelle che vivono in aree marginali costrette a far affidamento sul diesel.
Proprio in questi giorni in Italia si è acceso un dibattito, anche politico, innescato dal Documento “Orientamenti per la riforma delle integrazioni tariffarie per le imprese elettriche minori non interconnesse” che l’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) ha messo a Consultazione (scaduta il 15 gennaio 2015) per dare seguito all’articolo 28 del decreto legge n. 91/14.
Nelle isole minori italiane, dove vivono stabilmente più di 40.000 persone (che d’estate diventano centinaia di migliaia) tutta l’elettricità è prodotta da generatori diesel, gestiti da piccole società private locali, che producono un’elettricità carissima; quindi, per non penalizzare gli abitanti delle isole, dal dopoguerra si è deciso che paghino l’elettricità quanto la media degli italiani, e il resto venga coperto da tutti i consumatori italiani attraverso la voce UC4 in bolletta.
L’AEEGSI illustra in tale documento i suoi orientamenti in merito all’adozione di una revisione della regolazione dei sistemi elettrici integrati insulari di cui alla legge 10/91 che sia basata esclusivamente su criteri di costi efficienti e che sia di stimolo all’efficienza energetica nelle attività di distribuzione e consumo finale di energia.
Secondo il Direttore generale di IRENA, il Rapporto dovrebbe fornire ai Governi l’incoraggiamento di cui hanno bisogno per sostenere una massiccia espansione delle fonti rinnovabili al fine di aumentare la sicurezza energetica e di combattere i cambiamenti climatici.
“I progetti per l’energia rinnovabile in tutto il mondo sono ora competitivi o costano meno degli impianti a combustibili fossili, soprattutto se si considerano i costi delle esternalità come l’inquinamento locale, i danni ambientali e quelli alla salute – ha affermato Adnan Z. Amin, Direttore generale di IRENA – Non è mai stato così conveniente evitare pericolosi cambiamenti climatici, creare posti di lavoro, ridurre la bolletta energetica, e incrementare la sicurezza delle fonti di approvvigionamento. C’è bisogno che le autorità pubbliche riconoscano i bassi costi complessivi delle energie rinnovabili, pongano fine alle sovvenzioni per i combustibili fossili, adottino normative e infrastrutture per sostenere la transizione energetica globale”.
In merito alla carenza di infrastrutture, il Rapporto afferma che non sussistono ostacoli tecnici alla maggior integrazione delle fonti rinnovabili variabili, come il solare e l’eolico.
A bassi livelli di penetrazione, i costi di integrazione di rete saranno negativi o modesti, ma possono salire con l’aumentare della penetrazione. Comunque, quando siano presi in considerazione i costi ambientali locali e globali della produzione di energia da combustibili fossili, i costi di integrazione risultano assai meno scoraggianti, anche se le fonti rinnovabili variabili fornissero il 40% della tensione di alimentazione.
In altre parole, con la parità di condizioni e di tutte le esternalità considerate, le energie rinnovabili restano fondamentalmente competitive.