Circular economy

CONOE: a Ecomondo forti di raccolta e rigenerazione in crescita

Anche quest’anno il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti (CONOE) sarà presente (Pad. B4 – Stand 2) a Ecomondo (Fiera di Rimini, 8-11 novembre 2022), l’evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e l’economia circolare e rigenerativa.

di Alberto Piastrellini

Una filiera strategica, quella del recupero e rigenerazione degli oli animali e vegetali esausti, che consente numerosi utilizzi dei prodotti destinati agli impianti di co-generazione, o trasformati in biolubrificanti adatti all’utilizzo veicolare e di macchine agricole o nautiche, senza considerare le varie applicazioni industriali (dalla cosmesi ai saponi industriali; dagli inchiostri ai grassi per la concia, sino alle cere per auto). Come non pensare, poi, soprattutto oggi in piena crisi energetica, al fatto che negli ultimi anni il principale mercato di sbocco per il recupero degli oli esausti ha riguardato l’utilizzo come materia prima seconda per la produzione di biodiesel.

Protagonista e motore pulsante di questa filiera è il CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti), il cui Presidente, Tommaso Campanile, in vista della prossima kermesse di Ecomondo, ha risposto alle nostre domande.

Presidente, di nuovo ad Ecomondo. Con quale spirito, quest’anno?
La presenza del CONOE alla 25 edizione di Ecomondo si profila più ricca che mai con un ricco programma di iniziative e la partecipazione di tante aziende che svolgono l’attività di raccolta e rigenerazione degli oli usati in modo da poter cogliere quel nostro ambizioso obiettivo di arrivare raccogliere tutto l’olio prodotto dalle famiglie italiane che rappresenta i 2/3 dell’olio esausto che si produce nel nostro Paese e che costituisce altresì quella famosa risorsa e ricchezza che oggi non viene ancora molto valorizzata.

Riusciamo a dare i numeri della raccolta e del lavoro del CONOE anche per far capire ai lettori di quale risorsa effettivamente si tratta e quali sono le migliori destinazioni di questa?
Innanzi tutto va detto che la gran parte dell’olio esausto raccolto oggi è quello proveniente dalle attività professionali di ristorazione e di produzione alimentare artigianale e industriale. Questo olio che viene in gran parte recuperato assomma a circa 100.000 tonnellate annue e rappresenta l’apporto degli oli animali e vegetali esausti nella produzione di biocarburanti e biolubrificanti; quindi, parliamo di una trasformazione in risorsa energetica e rinnovabile che va a sostituire i combustibili fossili. Il nostro lavoro è valorizzato sul piano economico evitando, ai prezzi di oggi, circa 200-250 milioni di € l’anno di risparmio sulle importazioni, una cifra significativa ma che riguarda solo 1/3 di quello che potrebbe essere il nostro apporto alla gestione delle materie prime energetiche. Quanto incide attualmente l’aumento del prezzo dell’energia sul lavoro delle imprese di trasformazione e quali sono i timori e le soluzioni che il Consorzio esprime in questo quadro?
Questa situazione rappresenta il fardello principale per le nostre imprese al momento; si immagini che la bolletta di un’impresa di rigenerazione si è quadruplicata passando dai 50.000 € al mese ai quasi 200.000! Certo, si potrebbe pensare, visto che tali soggetti producono di fatto una fonte energetica, che possano utilizzare quella, ma infine sarebbe un lavoro fine a se stesso e con ricadute nulle sulla comunità, il CONOE ha avanzato proposte per aiutare le nostre imprese a ridurre questo enorme costo.


Riandando con la memoria all’inizio dell’avventura del CONOE, quanto è aumentata, in Italia, la raccolta e la rigenerazione di oli animali e vegetali esausti, anche considerando una maggior sensibilizzazione dei singoli cittadini e delle famiglie a livello di raccolta urbana?
Il CONOE è stato costituito effettivamente nel 1998 (ai sensi del D.lgs. 22/97 e successive modifiche apportate dal D.lgs. 152/06 art. 233 e s.m) per iniziare la sua attività nel 2001; ha avuto una gestazione molto lunga a causa di lunghe traversie dovute soprattutto alla mancata attenzione delle istituzioni nazionali e locali all’attività del Consorzio stesso. Tuttavia, da quando abbiamo iniziato effettivamente ad organizzare la raccolta e la rigenerazione siamo passati dalle 15.000 tonnellate del 2002 alle 46.000 tonnellate del 2011; nel 2018, il totale degli oli raccolti dal Consorzio ha raggiunto quota circa 76.000 tonnellate, sulle 260.000 prodotte; un costante trend positivo e oggi, come accennavo all’inizio di questa intervista siamo sulle 100.000 tonnellate annue. È stato un lavoro lungo, ma va detto che, della quantità raccolta e trattata, gli oli di provenienza domestica rappresenta appena il 5%.

E quindi quali strategie avete pensato per aumentare la captazione degli oli domestici alla cui mancata raccolta consegue spesso un danno ambientale notevole in termini di dispersione nelle reti fognarie, depurazione delle acque grigie, con aggravio dei costi di depurazione e maggior impatto su fiumi, laghi e mari?
Sono diversi anni che stiamo tentando di fare un accordo con l’ANCI – Associazione dei Comuni Italiani in assenza del quale procediamo come col freno tirato nel portare i nostri progetti di raccolta e rigenerazione a livello dei 7.904 comuni.
Il nostro obiettivo rimane quello di portare il quantitativo di raccolta di oli animali e vegetali esausti dalle 100.000 tonnellate attuali fino a 300.000 considerando proprio tutti quegli oli generati all’interno delle case da processi di cottura e conservazione.
Il valore ambientale ed economico sarebbe enorme perché significherebbe, da un lato, triplicare l’apporto positivo in termini di riduzione delle importazione dei combustibili fossili; dall’altro, avere effetti positivi sul piano occupazionale per le aziende che si occupano di raccolta, trasporto e rigenerazione. C’è poi da considerare tutto l’insieme degli aspetti migliorativi a livello ambientale: meno dispersione nelle reti fognarie, riduzione delle spese di depurazione per i comuni e riduzione delle emissioni di CO2 se si considera che ogni tonnellata di olio recuperato e avviato a biodiesel evita, nell’intero ciclo di vita, la produzione di 3.500.000 tonnellate di anidride carbonica (considerando l’LCA di produzione di carburanti da fonti fossili parametrato a LCA di produzione di biocarburanti).

CONOE ad Ecomondo si renderà protagonista anche quest’anno di eventi di informazione, socializzazione e confronto. Cosa ci può anticipare?
Presso il nostro spazio al Padiglione B4 – Stand 2 avremo tre momenti di confronto con i rappresentanti delle istituzioni, ma anche del mondo delle imprese per approfondire quegli argomenti che al momento sono molto sentiti: in primo luogo la rigenerazione in biocarburante e, conditio sine qua non, l’implementazione della raccolta domestica. Infine, un approfondimento sull’impegno, anche delle istituzioni per la sensibilizzazione ed informazione delle famiglie italiane circa il lavoro del Consorzio e la necessità di un maggiore coinvolgimento dei cittadini per conseguire, come Paese, migliori risultati in termini ambientali, energetici ed economici.


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