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Cobat: oltre 140 mila tonnellate di rifiuti tech avviate a riciclo

Il Sistema dei Consorzi Cobat, grazie ad un network logistico di 70 Punti distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale ha assicurato nel 2018 agli oltre 1.200 Produttori e Importatori iscritti, un servizio efficiente di raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo dei rifiuti tecnologici, fondamentali per l’economia circolare. 

Cobat, la piattaforma italiana di servizi per l’economia circolare, nel 2018 ha consegnato 140 mila tonnellate di prodotti a fine vita, tra batterie al piombo, pile portatili, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e pneumatici fuori uso, a una rete di 25 impianti di trattamento e recupero, selezionati in base ai migliori standard e certificazioni italiani ed europei.
L’economia circolare sta già iniziando a trasformare l’industria, in particolare quella dell’elettronica. Un cambiamento dettato da novità normative, ma anche e soprattutto dalla nuova tecnologia e da innovativi modelli di business. E poi c’è l’attenzione alle politiche di sostenibilità, che è cresciuta e continuerà ad aumentare nei prossimi anni, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e il riciclo.

È quanto emerge dal Rapporto annuale 2018 del Consorzio, presentato a Roma, insieme alla ricerca “Scenari e strategie future di gestione dei rifiuti tecnologici”, realizzata da Althesys, società di consulenza professionale indipendente che opera nei settori chiave di ambiente, energia, infrastrutture e utility.

 Nel corso dei prossimi anni, le apparecchiature elettriche ed elettroniche saranno sempre più accessibili, con più persone che si potranno permettere di avere una miriade di dispositivi, grazie allo sviluppo sociale ed economico. Conseguentemente, dovrebbe aumentare di pari passo il flusso di rifiuti, con importanti ripercussioni sul piano ambientale e su quello economico, anche se l’equazione non è così scontata.

Stanno cambiando le modalità di distribuzione, le esigenze dei consumatori. Sta cambiando l’economia, con la sharing economy, la subscription economy, la convergenza tra prodotti e servizi, la dematerializzazione e la diffusione dei sistemi cloud. Sta cambiando, anzi è già cambiato, il quadro normativo, con specifiche misure sull’ecodesign e l’obsolescenza programmata. E poi c’è la grande incognita delle vendite online, che stanno acquisendo un peso crescente e riguardano sia acquisti all’interno di una stessa nazione, che da un Paese ad un altro.

“La filiera dei prodotti tecnologici e del loro fine vita non cambierà solo per l’applicazione dei principi dell’economia circolare, ma anche, e in qualche caso soprattutto, perché si evolverà il modo di produrre, vendere e utilizzare i prodotti – ha spiegato Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys – Molti di questi non saranno più acquistati dai consumatori, ma diventeranno servizi: non ‘pay for goods’, ma ‘pay for use’. Muteranno i canali di vendita, sempre più online, e con questi le modalità di gestione del fine vita. L’innovazione tecnologica modificherà anche materiali e componenti dei prodotti, cambiando cicli di vita e flussi delle materie prime. Alcune saranno strategiche, come le ‘terre rare’, altre porranno nuove questioni e soluzioni per il recupero, quali le batterie nell’automotive. Tutto ciò richiederà un più efficiente uso delle risorse e il riciclo, favorendo il recupero di materie prime seconde da diversi flussi, con particolare focus su quelli dei dispositivi elettronici”.

Grazie ad un network logistico di 70 Punti distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale, il Sistema dei Consorzi di filiera, Cobat RAEE (per la raccolta e il riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, inclusi i moduli fotovoltaici) Cobat RIPA (per la raccolta e il riciclo e il riciclo di pile e accumulatori esausti) e Cobat TYRE (per la raccolta e il riciclo di pneumatici fuori uso), assicura agli oltre 1.200 Produttori e Importatori iscritti, con un immesso al consumo di oltre 230 mila tonnellate, un servizio efficiente di raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo dei rifiuti, ottimizzando i costi e abbattendo le emissioni in atmosfera con ritiri “a chilometro zero”. I materiali trasportati e avviati al trattamento e al recupero sono monitorati sia sotto il profilo qualitativo che dal punto di vista quantitativo: in ogni passaggio i flussi dei rifiuti vengono rendicontati attraverso l’utilizzo di strumenti dedicati, predisposti e ottimizzati nel tempo, per rispondere alle esigenze di tracciabilità delle operazioni e di sicurezza degli operatori coinvolti.

Cobat da oltre 30 anni è il braccio operativo di un’economia circolare che trasforma in nuove materie prime montagne di prodotti non più utili, erroneamente considerati rifiuti – afferma Giancarlo Morandi, Presidente del Cobat – Aggiustiamo costantemente il nostro lavoro al cambiare degli orizzonti, normativi e tecnologici. Seguiamo gli andamenti, tutt’altro che rettilinei, della politica e del mercato in Italia e in Europa. Oggi finalmente possiamo dire che l’economia circolare sta iniziando a diventare quello che tutti noi speravamo: la normalità”.

Nel medio periodo, le politiche europee sull’economia circolare delle apparecchiature elettriche ed elettroniche potrebbero essere ancora più incisive. Il riferimento non è al Pacchetto europeo sull’economia circolare, che già segue i binari del recepimento da parte dei diversi Stati membri, ma alle soluzioni adottate da alcune nazioni e che è possibile diventino un modello in tutto il Vecchio Continente.

La Francia da alcuni ha adottato una modulazione dell’eco-contributo, con l’obiettivo di incentivare i produttori di dispositivi elettronici a migliorare design e riciclabilità dei propri prodotti. La Germania ha già deciso di seguire questo approccio introducendo al momento tale sistema nel solo comparto degli imballaggi.

Per decenni il ruolo di Cobat è stato di garantire la raccolta e il riciclo prima di pile e accumulatori esausti, poi di rifiuti elettronici e pneumatici fuori uso – ha aggiunto Michele Zilla, Direttore Generale del consorzio – Oggi continuiamo il nostro impegno, ma ci siamo trasformati per anticipare le nuove sfide tecnologiche e normative: la nostra storia e il nostro know-how sono diventati la base per fare di Cobat un sistema con capacità progettuale e visione industriale”.

I dati 2018: risultati raggiunti e obiettivi futuri

Batterie al piombo esauste
Il Consorzio ha raccolto nel 2018 oltre 116 mila tonnellate. Le regioni che registrano il maggiore incremento dei quantitativi di raccolta sono Molise (+17%), Campania (+11%) e Lazio (+8%).
In termini assoluti, invece, LombardiaVeneto e Campania raggiungono i migliori risultati rispettivamente con oltre 22 mila tonnellate la prima e oltre 12 mila tonnellate raccolte le altre due.

– Pile portatili esauste
Nel 2018 sono state oltre 6 mila le tonnellate di raccolte in tutta Italia. Nel 2018 si registra una diminuzione della raccolta di pile portatili, di circa il 10% a livello nazionale; l’andamento è legato principalmente alle diminuzioni riscontrate in Lombardia (-30%), Veneto e Lazio, che restano tuttavia in termini assoluti le regioni più virtuose, rispettivamente con 353 tonnellate, 245 tonnellate e 96 tonnellate di pile portatili esauste raccolte. Le differenze di raccolta su base regionale sono riconducibili principalmente alla riassegnazione delle province di competenza ad opera del CDCNPA (Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori), valida per il biennio 2018-2020.

 – RAEE-Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche
Il 2018 ha rappresentato per Cobat un anno significativo nella gestione dei RAEE: i 1.392 Punti di Raccolta gestiti in tutta Italia hanno prodotto quasi 19 mila tonnellate di RAEE (+35,43%). Nel 2018 si registra una crescita di raccolta costante in tutti i Raggruppamenti, in particolare il Raggruppamento R2 (altri grandi bianchi, +381%), seguito dal Raggruppamento R4 (piccoli elettrodomestici, +113%). Il Raggruppamento R3 (TV e monitor), con oltre 8 mila tonnellate, resta in assoluto quello in cui il Consorzio registra la maggior quantità raccolta. Per quanto riguarda i RAEE professionali, la raccolta è gestita direttamente dal Consorzio con operatori logistici altamente qualificati ed è passata dalle 1.360 tonnellate del 2017 alle 1.401 tonnellate del 2018.

– PFU-Pneumatici Fuori Uso
Anche nel 2018, ai sensi del D.M. 82/11, Cobat ha ottenuto il formale riconoscimento da parte del Comitato per la Gestione degli Pneumatici Fuori Uso presso ACI, al fine di svolgere la gestione degli PFU prodotti dal settore dell’autodemolizione. Il quantitativo di PFU nel 2018 ha superato le 2 mila tonnellate (+6,5%). L’incremento registrato in questa filiera è il risultato di una fidelizzazione in crescita degli autodemolitori, in parte svolta da Cobat sul territorio e in parte spontanea per il riconoscimento di affidabilità che Cobat è riuscito a consolidare presso la categoria.

 

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