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Camminare con andatura veloce allunga la vita di 10 anni

Uno Studio condotto da ricercatori britannici su una coorte di circa mezzo milione di persone ha trovato che camminare con passo veloce aumenta l’aspettativa di vita, indipendentemente dal peso corporeo di una persona o dallo stato di obesità.

Secondo uno Studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sulla Salute (NIHR) del Leicester Biomedical Research Center (BRC) e dell’Università di Loughborough (Gran Bretagna), una persona che cammina lentamente ha una minore aspettativa di vita.

La ricerca Comparative relevance of physical fitness and adiposity on life expectancy. A UK Biobank observational study“, pubblicata sulla rivista  Mayo Clinic Proceedings una delle riviste cliniche peer-reviewed in medicina generale e interna più ampiamente lette e citate dai medici, ha utilizzato i dati tra il 2006 e il 2016 della Biobank britannica riguardanti 474.919 persone (259.752 donne e 215.167 uomini) ha rilevato che coloro i quali, camminando, hanno un ritmo abitualmente veloce hanno una lunga aspettativa di vita in tutti i livelli di status di peso – dal sottopeso all’obesità patologica. Le persone sottopeso con un passo lento hanno la speranza di vita più bassa (una media di 64,8 anni per gli uomini, 72,4 anni per le donne). Lo stesso modello di risultati è stato trovato per le misurazioni della circonferenza della vita.

Questa è la prima ricerca che ha associato il camminare velocemente ad un’aspettativa di vita più lunga, indipendentemente dal peso corporeo di una persona o dallo stato di obesità.
“Gli studi pubblicati finora hanno mostrato principalmente l’impatto del peso corporeo e della forma fisica sulla mortalità in termini di rischio, ad esempio un aumento relativo del 20% del rischio di morte per ogni 5 chilogrammi per metro quadrato di aumento, rispetto a un valore di riferimento di un BMI di 25 chilogrammi per metro quadrato [ndr: il BMI è l’Indice di Massa Corporea, un parametro molto utilizzato per ottenere una valutazione generale del proprio peso corporeo] – ha affermato Francesco Zaccardi, Epidemiologo presso il Leicester Diabetes Center dell’Ospedale Generale di Leicester e principale autore dello Studio – Tuttavia, non è sempre facile interpretare un ‘rischio relativo’. Il rapporto in termini di aspettativa di vita, al contrario, è più facile da interpretare e dà un’idea più chiara dell’importanza separata e congiunta dell’indice BMI e della forma fisica“.

L’età media dei partecipanti allo studio è stata di 58,2 anni, con un BMI medio di 26,7, che è considerato sovrappeso. I dati hanno mostrato che coloro che hanno segnalato di avere un’andatura accelerata hanno un’aspettativa di vita più lunga su tutti i BMI, che vanno da 86,7 – 87,8 anni per le donne e 85,2 – 86,8 anni per gli uomini, mentre coloro che avevano dichiarato di camminare lentamente l’aspettativa di vita è risultata più breve e, sorprendentemente, la più bassa (72,4 per le donne e 64,8 per gli uomini) si è registrata per chi aveva un BMI inferiore a 20 (considerato sottopeso).

I nostri risultati potrebbero aiutare a chiarire l’importanza relativa dell’idoneità fisica rispetto al peso corporeo sull’aspettativa di vita delle persone – ha dichiarato Tom Yates, Professore di attività fisica, comportamento sedentario e salute presso l’Università di Leicester e co-autore dello Studio – In altre parole, i risultati suggeriscono che forse la forma fisica è un indicatore migliore dell’aspettativa di vita rispetto al BMI e che incoraggiare la popolazione a intraprendere una camminata veloce può aggiungere anni alle loro vite“.

L’anno scorso, il Professor Yates e il suo team avevano dimostrato che le persone di mezza età che hanno riferito di camminare lentamente hanno un rischio più elevato di malattie cardiache rispetto alla popolazione generale. Lo studio che aveva utilizzato egualmente i dati provenienti dalla Biobanca britannica, aveva dimostrato che i camminatori lenti avevano il doppio delle probabilità di morire per infarti o patologie cardiocircolatorie rispetto ai camminatori veloci, anche quando venivano presi in considerazione altri fattori di rischio come il fumo e l’indice di massa corporea.

Al di là dell’andatura, non c’è dubbio che camminare fa bene alla salute dell’uomo e a quella del Pianeta, evitando le emissioni correlate ai trasporti, e ancora di più se tale attività viene svolta all’aria aperta.

In copertina: Camminare per la Salute (Walking for Health) di Paul Glendel/Wikimedia Commons

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