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Biometano: carburante verde che accelera la transizione

Un puntuale Position Paper sulla situazione del biometano in Italia del Laboratorio Servizi Pubblici Locali di REF Ricerche, analizza l’importante ruolo che la filiera può assolvere nel processo di decarbonizzazione, le difficoltà che hanno determinato lo scarso successo del primo Bando PNRR per gli impianti e le possibili soluzioni da approntare.

Per incentivare ulteriormente lo sviluppo del biometano, potrebbero essere necessarie modifiche alle infrastrutture di trasporto e distribuzione. In sintesi, la filiera del biometano offre opportunità di utilizzo e trasporto, ma richiede adeguamenti per sostenere la produzione e l’inserimento nella rete di distribuzione.

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE (taglio di almeno il 55% entro il 2030, e diventare climaticamente neutri entro il 2050), è necessario aumentare la produzione di energia rinnovabile in tutta Europa. Oltre il solare e l’eolico, anche il biometano può svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione perché, essendo un ottimo sostituto del gas naturale, evita l’importazione di combustibili dall’estero e favorisce un’economia circolare tramite il recupero energetico dai fanghi di depurazione, il riuso di scarti agricoli, rifiuti a matrice organica e scarti agroalimentari.

Per delineare la situazione del biometano in Italia, analizzando il quadro normativo attuale, il contesto a livello europeo e gli elementi ostativi al suo pieno sviluppo, il Laboratorio Servizi Pubblici Locali di REF Ricerche, Società indipendente che affianca aziende, istituzioni, organismi governativi nei processi conoscitivi e decisionali, ha pubblicato il 25 luglio 2023 il Position paper La filiera del biometano in Italia: potenzialità e rischi”.

Secondo i ricercatori (Andrea Ballabio, Donato Berardi, Roberto Bianchini, Francesca Casarico, Francesca Riccardo, Andrea Tenconi, Nicolò Valle) “nonostante grande interesse da parte degli operatori per questo comparto, il contesto di mercato, i vincoli temporali dell’attuale schema di incentivazione e le complessità autorizzative e di connessione sono fattori che stanno rallentando lo sviluppo di nuovi progetti e rende complesso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo recentemente delineati anche nell’executive summary della nuova versione del PNIEC inviata alla Commissione Europea”.

Il Position paper sottolinea come la principale caratteristica del biometano è la possibilità di essere immesso direttamente nelle reti di distribuzione del gas, sfruttando le infrastrutture esistenti e riducendo costi di costruzione, fattore che lo rende un’opzione economicamente interessante. Inoltre, il biometano offre vantaggi rispetto ad altre fonti di energia rinnovabile, come i carburanti non biologici o l’idrogeno, grazie alla sua maturità tecnologica e ai costi di produzione più contenuti.

Il biometano può essere utilizzato in loco per produrre energia elettrica o termica, oppure può essere trasportato in forma compressa o liquefatta per un uso delocalizzato. Tuttavia, le attuali soluzioni per l’autoconsumo o il trasporto come biometano compresso hanno limitazioni quantitative e, per riuscire a sfruttare appieno il suo potenziale, è essenziale sviluppare un sistema che incentivi l’immissione del biometano nelle reti di distribuzione e trasporto del gas naturale, permettendo flussi bidirezionali e capacità di stoccaggio maggiori.

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha proposto soluzioni per collegare gli impianti di biometano alla rete del gas, favorendo aggregazioni efficienti e localizzazioni strategiche. Snam Rete Gas, una delle principali società di infrastrutture energetiche, è stata incaricata di pubblicare una mappatura della capacità di trasporto e distribuzione nelle diverse aree, coinvolgendo gli interessati per le integrazioni. In collaborazione con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e i produttori, Snam stimerà le produzioni e valuterà le aggregazioni per l’immissione in rete, pianificando le connessioni in modo da minimizzare i costi e garantire la sicurezza del trasporto e dello smaltimento del biometano. Un punto cruciale sarà garantire una procedura di connessione ottimizzata e trasparente, semplificando e migliorando l’efficienza della rete e promuovendo una pianificazione del trasporto e dell’utilizzo più efficiente.

In Italia, il biometano ha un notevole potenziale grazie alla disponibilità di diverse fonti di biomasse, come i fanghi di depurazione, gli scarti agricoli e agroalimentari e i rifiuti a matrice organica, che possono essere trasformati in biogas e successivamente raffinati. Attualmente, ci sono oltre 2.000 impianti di biogas e circa 85 impianti di produzione di biometano, soprattutto situati nel nord Italia.

Incrociando i dati di Snam con le elaborazioni di EBA (European Biogas Association) e i dati dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), REF Ricerche ha sviluppato run database che ha rilevato per l’appunto 85 impianti di produzione di biometano attivi, con una producibilità attesa pari a 572 milioni di smc all’anno in uno scenario low.

Le due province che producono il maggior quantitativo di biometano sono Bergamo e Vicenza, nonostante la prima conti una produzione annua di oltre 72 milioni di smc in un solo sito, quello di Montello. Vicenza invece, conta tre impianti attivi e un totale di 51 milioni di smc annui. In generale però, la maggior produzione di biometano proviene dal nord Italia; anche il numero di impianti sviluppati in Centro e Sud Italia è inferiore rispetto al Nord Italia. La maggior parte delle province centro-meridionali possiede un solo impianto di biometano, fatta eccezione per le province di Foggia e Latina con due impianti.

Nel nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), trasmesso alla fine di giugno 2023 alla Commissione UE l’Italia ha fissato “le seguenti percentuali di riduzione dei GHG: 2% dal primo gennaio 2025, 6% dal primo gennaio 2030, 14,5% dal primo gennaio 2035, 31% dal primo gennaio 2040, 62% dal primo gennaio 2045, 80% dal primo gennaio 2050”. Per raggiungere tali risultati l’Italia punta a sfruttare anche il biometano, per lo sviluppo del quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato 1,92 miliardi di euro. Oltre a questo, il Decreto del MiTE (ora MASE) del 15 settembre 2022 fornisce incentivi e tariffe differenziate in base al tipo di impianto e alle biomasse utilizzate (ad esempio, rifiuti o scarti agricoli), che il D.L. 24 febbraio 2023, convertito in Legge 21 aprile 2023 (PNRR ter), ha previsto che possa essere esteso anche alla produzione di biometano tramite gassificazione delle biomasse e introdotto alcune disposizioni volte ad aumentare la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili con particolare riguardo al biometano (art. 47, commi 1 e 6 bis).

Gli incentivi vengono assegnati attraverso procedure competitive pubbliche e la graduatoria, redatta e pubblicata da GSE, tiene conto di diversi indicatori, tra cui la percentuale di riduzione delle emissioni di gas serra.

Tuttavia, sottolinea il Position paper di REF Ricerche, l’esito della prima graduatoria non è stato completamente positivo, poiché solo il 44% del contingente disponibile è stato assegnato, a un numero di impianti pari a 60. Nonostante ciò, l’impegno per lo sviluppo del biometano rimane una priorità per l’Italia nell’ambito degli obiettivi climatici europei.

Affrontare le sfide per garantire il pieno sviluppo del biometano è essenziale per il futuro sostenibile, ribadiscono gli autori, e una delle principali sfide da affrontare riguarda il quadro normativo e regolatorio, che necessita di semplificazioni e chiarezza per attrarre sempre più investimenti nel settore. Infatti, attualmente le normative locali, provinciali o regionali causano confusione o disallineamento rispetto alle normative statali. Inoltre, è fondamentale creare incentivi adeguati ad attrarre nuovi investitori e favorire lo sviluppo di impianti di produzione su larga scala. Infine, bisogna migliorare la connettività delle reti di gas naturale, fattore necessario per agevolare l’immissione e distribuzione del biometano.

Il biometano è una risorsa energetica rinnovabile preziosa e può svolgere un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei settori energetici e dei trasporti, riducendo le emissioni di CO2. Per sfruttarne appieno il potenziale, occorre agire tempestivamente in ottica di affrontare le diverse sfide. Con il giusto impegno e i giusti investimenti, il biometano può diventare un carburante verde di successo, accelerando la transizione verso un futuro sostenibile e contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra”.

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