Fonti rinnovabili

Biomasse forestali: un Position paper per gestione e usi energetici

Un Position paper coordinato da AIEL, il cui obiettivo è di proporre una visione condivisa fra i soggetti che compongono la filiera delle biomasse forestali in Italia, evidenzia che nel suo complesso sarebbe in grado, se opportunamente orientata e sostenuta, di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale.

L’uso più efficiente, sostenibile e a cascata delle biomasse forestali in Italia permetterebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e contribuirebbe a stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno.

È quanto emerge dal Position paper  “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali, pubblicato lo scorso luglio sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) e proposto dal Gruppo di lavoro temporaneo coordinato da AIEL (Associazione italiana energie agroforestali, di cui fanno parte Università e Istituti di ricerca nazionali, Regioni Italiane, Associazioni ambientaliste, Associazioni dei Comuni e dei Comuni montani, Organizzazioni agricole e di categoria, Associazioni dei produttori boschivi, schemi di certificazione forestali, Associazioni del settore industria-legno e nato in seno al Tavolo di Filiera Foresta-Legno.

Partendo dalla consapevolezza che i settori produttivi collegati alla filiera foresta-legno-energia hanno un ruolo strategico per valorizzare dal punto di vista economico e occupazionale le aree interne e montane del nostro Paese e per contribuire al raggiungimento di obiettivi di decarbonizzazione e di produzione di energia da fonti rinnovabili, i partecipanti al Tavolo hanno concordato la necessità e l’urgenza di declinare in un unico documento i princìpi condivisi su cui fondare le politiche forestali, ambientali ed energetiche tenendo conto delle specificità e sensibilità di tutta l’articolata filiera forestale.

La pubblicazione del position paper rappresenta un risultato importante per tutto il settore – ha spiegato Alessandra Stefani, Direttore Generale dalla Direzione Foreste del MASAF – perché per la prima volta la filiera foresta-legno-energia assume una visione comune che è fondamentale per la realizzazione di politiche coordinate e condivise che riguardano le filiere produttive ed energetiche collegate al settore forestale fondato sulla gestione forestale sostenibile. È importante innescare quel cambio di mentalità necessario a dare il giusto valore a settori economici potenzialmente portanti per zone marginali e interne”.

Oggi, solo il 15,3% della superficie forestale italiana (che comprende complessivamente 11 milioni di ettari e che, raddoppiata negli ultimi 50 anni, è ancora oggi in crescita) è soggetto a piani di gestione forestale, e la produzione di legno e altri prodotti rimane stabile, ma diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco. L’attuale tasso di prelievo forestale è compreso tra il 18,4% e il 37,4% dell’incremento annuo, molto inferiore alla media europea, pari al 73%.

Il basso tasso di prelievo comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di legno e legname per l’industria nonché per l’importazione di legna da ardere, pellet e cippato. Paradossalmente, a fronte di settori industriali solidi e competitivi su scala internazionale legati ai prodotti a base di legno e cellulosa, la domanda di materie prime legnose, semilavorati in legno e biocombustibili legnosi non è soddisfatta dalle risorse forestali nazionali, se non parzialmente.

Per questo è necessario un cambio di paradigma: grazie alla gestione forestale sostenibile, uno dei pilastri su cui si fonda la Strategia forestale nazionale, è possibile attivare uno sviluppo economico locale legato alla gestione sostenibile del bosco e delle sue filiere, che valorizzi le risorse umane, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella prima lavorazione per la creazione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici. La filiera legno-energia crea valore anche attraverso la manutenzione del patrimonio boschivo e lo fa spesso nelle aree cosiddette “interne” e “marginali”. Queste attività generano ricadute positive per i territori, inclusa la prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio incendi.

In questo contesto, le biomasse legnose provenienti da gestione forestale sostenibile possono offrire un contributo significativo anche per la diversificazione e la sicurezza energetica del Paese e per garantire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’UE al 2030 e 2050. La filiera agroforestale italiana nel suo complesso sarebbe in grado, se opportunamente orientata e sostenuta, di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale.

Lo sviluppo di sistemi energetici locali da filiera territoriale, alimentati da biomasse legnose per la produzione di calore ed energia in cogenerazione ad alto rendimento, anche abbinati a reti di teleriscaldamento/raffrescamento, rappresenta dunque un’opportunità per la gestione responsabile e pianificata del patrimonio forestale nazionale, con indiscutibili ricadute per il bilancio del carbonio, il governo del territorio e lo sviluppo socioeconomico.

Il position paper riconosce che l’uso più efficiente, sostenibile e a cascata delle biomasse forestali permetterebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e contribuirebbe a stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno, limitando così le importazioni, sia di legname e di combustibili legnosi sia di combustibili fossili.

Siamo molto soddisfatti per l’impostazione e la visione proposta nel position paper, in primo luogo perché supera impostazioni ‘divisive privilegiando un approccio sistemico – ha commentato Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL – Il documento riconosce che le biomasse legnose provenienti da gestione forestale sostenibile possono offrire un contributo significativo sia per la diversificazione che per la sicurezza energetica del PaeseLa produzione di calore e di energia elettrica in cogenerazione ad alto rendimento da biomassa legnosa può essere sviluppata nei territori senza alimentare alcuna competizione con altri possibili utilizzi. L’auspicio è che questo approccio possa continuare nel tempo, affinché si adottino iniziative a sostegno della filiera legno-energia che prevedano investimenti a lungo termine nella gestione delle foreste per aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata”.

Il position paper si chiude con un Decalogo di proposte finalizzate a dare concretezza a questo nuovo approccio.
1. Istituire un tavolo interministeriale permanente tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale, anche attraverso una specifica attività di ricerca, formazione e innovazione.
2. Ridefinire, nell’ambito del processo di revisione del PNIEC [ ndr: il MASE ha comunicato che è stata inviata alla Commissione UE entro la data prevista del 30 giugno 2023 solo una Sintesi e che il testo conclusivo sarà approntato entro giugno 2024] , il ruolo delle biomasse legnose nella strategia energetica del Paese, sia per quanto attiene la produzione di energia termica, sia elettrica in cogenerazione.
3. Istituire un Osservatorio sulle biomasse forestali e gli usi energetici al fine di poterne monitorare le destinazioni d’uso, il valore e la qualità.
4. Sostenere le imprese boschive per investimenti e formazione grazie all’impiego dei fondi previsti dai Contratti di Filiera del PNRR e dalla PAC, al fine di contrastare la chiusura delle imprese e il mancato ricambio generazionale. È necessario supportare le imprese boschive, nonché le aziende di prima trasformazione, nei processi di meccanizzazione attraverso una formazione professionale specifica degli operatori, puntare al consolidamento e alla nascita di nuove imprese forestali, promuovendo la realizzazione di piattaforme logistico-commerciali a scala regionale.
5. Sviluppare e sostenere la gestione forestale sostenibile, responsabile e certificata aumentando il ricorso alla pianificazione.
6. Adottare un approccio responsabile e realistico nell’utilizzo delle risorse forestali, privilegiando l’uso a cascata ogni qualvolta questo sia tecnicamente ed economicamente possibile.
7. Realizzare filiere locali e territoriali per massimizzare i benefici socio-economici e ambientali, soprattutto nei territori interni e zone montane: creazione di valore aggiunto e occupazione, incremento del potere di acquisto, sostegno alla realizzazione di moderni impianti tecnologici, promozione e attuazione di comunità energetiche rinnovabili termiche ed elettriche, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, riduzione delle emissioni climalteranti.
8. Dimensionare gli impianti a “misura di filiera”, ossia in stretta connessione con le disponibilità di approvvigionamento sostenibile offerte dal territorio e dal contesto specifico.
9. Promuovere le filiere virtuose, basate sulla qualità, legalità e tracciabilità delle biomasse combustibili e sulla qualità ed efficienza degli impianti tecnologici al fine di utilizzare efficientemente le biomasse forestali, privilegiando la produzione di calore ed energia in cogenerazione ad alto rendimento, anche in impianti industriali e commerciali, o in abbinamento a reti di teleriscaldamento/raffrescamento e a servizio di comunità energetiche locali, evitando il ricorso a impianti dissipativi.
10. Garantire il supporto economico e i relativi sussidi limitatamente a impianti energetici con una filiera virtuosa, che risponde ai criteri di uso sostenibile delle risorse forestali al fine di promuovere le filiere a essi collegate e le comunità energetiche rinnovabili; ciò con riguardo sia ai nuovi impianti a biomasse, sia agli impianti esistenti

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