Mari e oceani

Attività minerarie in acque profonde: urgente una moratoria

Un Rapporto della Deep Sea Conservation Coalition, che raggruppa oltre 130 Ong, dando voce alle crescenti preoccupazioni per la spinta ad attività minerarie in acque profonde (il 24 aprile il Presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per l’esplorazione e lo sviluppo dei minerali dei fondali marini) ha pubblicato un Rapporto rivolto all’International Seabed Authority, l’organizzazione che riunisce le Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) e che organizza e controlla le attività relative alle risorse minerarie sui fondali marini profondi, in cui evidenzia le opportunità e i benefici di lungo periodo che deriverebbero da una moratoria.

In quest’epoca di crisi convergenti tra clima, biodiversità e inquinamento, proteggere l’oceano, il sistema di supporto vitale del nostro Pianeta, è più importante che mai.

Per questo, la Deep Sea Conservation Coalition (DSCC), fondata nel 2004 per garantire la protezione degli ecosistemi vulnerabili delle profondità marine che raggruppa oltre 130 ONG, Associazioni di pescatori e Istituti diritto e politiche, chiede una moratoria sull’attività mineraria in acque profonde all’International Seabed Authority (ISA) l’organizzazione attraverso la quale gli Stati Parte della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) entrata in vigore nel 1994, organizzano e controllano tutte le attività relative alle risorse minerarie sui fondali marini profondi.

Inoltre, nel marzo 2023, le nazioni hanno concordato un nuovo Trattato d’alto mare (BBNJ) nell’ambito dell’UNCLOS che disciplina la conservazione della biodiversità nelle acque internazionali, con norme dettagliate sulla conduzione di valutazioni di impatto ambientale (VIA) per gli impatti in acque profonde, compresa la valutazione degli impatti cumulativi, ma non disciplina direttamente l’attività dei fondali marini.

Peraltro, proprio il 24 aprile 2025 , anche in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, che si terrà a Nizza a giugno 2025, la Commissione UE ha adottato la proposta di Direttiva sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale, per integrare nel diritto dell’UE l’Accordo BBNJ.

La minaccia dell’estrazione mineraria in acque profonde è incombente e potrebbe ricevere il via libera dall’ISA nel giro di pochi mesi. Gli Stati Uniti che non hanno ratificato la Convenzione UNCLOS, con l’ordine esecutivo firmato il 24 aprile 2025 da Donald Trump stanno “accelerando l’esplorazione e lo sviluppo dei minerali dei fondali marini per sbloccare vaste risorse offshore a vantaggio economico e strategico dell’America”.

Accelerare l’attività mineraria in acque profonde aggirando i processi normativi globali dell’ISA creerebbe un precedente pericoloso e costituirebbe una violazione del diritto internazionale consuetudinario – ha commentato Duncan Currie , consulente legale della DSCC – Le conseguenze potrebbero essere di vasta portata, andando ben oltre l’attività mineraria in acque profonde, con ripercussioni su altri importanti settori coperti dall’UNCLOS, come la pesca, la libertà di navigazione, la navigazione marittima, la ricerca scientifica marina, la protezione dell’ambiente marino e i confini marittimi”.

Un’ondata crescente di voci si leva contro lo spettro incombente dell’estrazione mineraria in acque profonde. Alcune chiedono un divieto assoluto, mentre altre chiedono una moratoria a meno che e finché non vengano soddisfatte una serie di condizioni per prevenire danni ambientali, garantire una buona governance e ottenere un consenso sociale.

La spinta contro l’attività mineraria in acque profonde si fa ogni giorno più forte. Finora, 32 Paesi hanno annunciato il loro sostegno a una moratoria, una sospensione precauzionale o un divieto dell’attività mineraria in acque profonde, insieme a parlamentari di tutto il mondo, gruppi indigeni e della società civile, grandi aziende, istituzioni finanziarie e oltre 750 esperti scientifici e politici di oltre 44 paesi.

Per esplorare le opportunità critiche a disposizione dell’ISA e del mondo nel caso di una moratoria o di una sospensione precauzionale dell’attività mineraria in acque profonde, la DSCC ha pubblicato il 23 aprile 2025 il Rapporto Delivering Benefits to Humankind: Opportunities for the International Seabed Authority under a Deep-Sea Mining Moratorium”.

Secondo la Coalizione, con la crescente pressione delle compagnie minerarie a lanciarsi con ogni mezzo nell’estrazione mineraria in acque profonde, le profondità marine, patrimonio comune dell’umanità, rischiano di diventare un punto critico per lo sfruttamento industriale, minacciando di erodere la governance globale degli oceani. La pubblicazione offre una valida alternativa: una visione dell’ISA che dà priorità alla protezione delle profondità marine, alla scienza, alla cooperazione internazionale e al beneficio globale a lungo termine rispetto allo sfruttamento industriale a breve termine.

È giunto il momento di salvaguardare i fondali marini profondi, patrimonio comune dell’umanità – ha dichiarato Sofia Tsenikli, Direttrice della Campagna DSCCGli Stati membri dell’ISA hanno il mandato, l’autorità e l’opportunità di guidare la sospensione dell’attività mineraria in acque profonde e di riposizionare l’ISA come custode globale della resilienza, della conoscenza e dell’equità nelle acque profonde in un’epoca di crisi ambientale planetaria“. 

Redatta da alcuni dei principali esperti oceanici, la pubblicazione esamina le opportunità e i benefici di una moratoria in 4 aree chiave: governance oceanica globale; scienza e ricerca in acque profonde; sviluppo delle capacità e trasferimento tecnologico; sviluppo economico sostenibile

Governance
Una moratoria sull’attività mineraria in acque profonde consentirebbe all’ISA di adempiere agli obblighi che le sono affidati dal diritto internazionale, ovvero agire per conto e nel migliore interesse dell’umanità nel suo complesso, conservando il “patrimonio comune dell’umanità”. Questa responsabilità di straordinaria importanza è stata affidata all’ISA e ai suoi Stati membri dall’UNCLOS nel 1982, e la necessità di proteggere l’oceano è stata recentemente ribadita dagli sforzi globali in materia di governance oceanica, tra cui l’adozione dell’Accordo BBNJ. L’adozione di una moratoria o di una pausa precauzionale rappresenta un’opportunità irripetibile per l’ISA di tracciare una nuova rotta e aprire la strada a una nuova era di gestione, scienza e governance globale degli oceani in acque profonde.

Scienza e ricerca
Una moratoria mineraria o una pausa precauzionale consentono all’ISA di dare priorità al proprio mandato per il progresso della ricerca scientifica marina. Liberata dal suo compito di concentrarsi sullo sfruttamento minerario, l’ISA è invece in grado di guidare entusiasmanti spedizioni multi-stato in acque profonde per studiare e mappare il vasto fondale abissale e condividere i risultati con il mondo. In questo futuro, l’ISA utilizza i suoi processi e la sua struttura multilaterali per promuovere la collaborazione internazionale per la nuova scienza delle acque profonde, dando priorità alla partecipazione dei paesi in via di sviluppo e facilitando un’equa condivisione delle conoscenze. Nell’ambito di questa visione basata sulla moratoria, l’ISA guida un programma equo e inclusivo di scienza delle profondità oceaniche incentrato sulla scoperta, non sulla distruzione, che porta benefici illimitati all’umanità e al pianeta.

Sviluppo capacità e trasferimento tecnologico
L’attuazione di una moratoria o di una pausa precauzionale rappresenta un’opportunità per trasformare l’approccio dell’ISA allo sviluppo di capacità e al trasferimento tecnologico in un approccio che serva realmente gli interessi dell’umanità. Svincolando questi programmi dalle attività estrattive, l’ISA può reindirizzare i propri sforzi verso la creazione di capacità scientifiche e tecniche a supporto della protezione ambientale, migliorare la comprensione degli ecosistemi di profondità e dei benefici essenziali che offrono e affrontare le disuguaglianze nelle scienze oceaniche che minano la partecipazione del Sud del mondo alla governance globale degli oceani. Le sinergie tra l’ISA e l’Accordo BBNJ offrono percorsi promettenti per realizzare questa trasformazione, dai sistemi di dati condivisi alle partnership di ricerca collaborativa e ai programmi di formazione. Ciò potrebbe includere iniziative congiunte per promuovere la leadership femminile nelle scienze delle profondità marine ed esplorare come le conoscenze tradizionali possano essere applicate nell’attuazione dell’Accordo BBNJ.

Sviluppo economico sostenibile
Mentre la domanda iniziale di metalli estratti in acque profonde potrebbe generare ricavi a breve termine, si prevede che la saturazione del mercato e il calo dei prezzi eroderanno la redditività a lungo termine. Considerati gli ingenti investimenti necessari, gli enormi rischi ambientali e le costose cause legali, i rendimenti previsti appaiono marginali. E i pagamenti previsti per gli Stati membri dell’ISA nell’ambito del suo meccanismo di condivisione dei benefici sono altamente incerti e probabilmente irrisori. A fronte dei profitti previsti, discutibili, l’estrazione mineraria in acque profonde avrebbe impatti su larga scala e irreversibili sui fondali marini e sul sequestro del carbonio, causando danni incalcolabili e distruggendo valore per l’umanità sia oggi che in futuro.

Peraltro, una moratoria rafforzerebbe la resilienza dei sistemi terrestri e aumenterebbe i benefici economici per le persone e il pianeta. Non si tratta solo di una necessità ambientale, ma di una decisione economicamente valida che offre un valore reale e a lungo termine. Una moratoria o una pausa precauzionale consentirà inoltre all’ISA e agli Stati membri di sviluppare attività di vitale importanza nelle profondità oceaniche che non abbiano un impatto negativo sull’ambiente marino, come l’osservazione del ciclo del carbonio e dei nutrienti e la ricerca sulle risorse genetiche marine che potrebbero portare a scoperte mediche salvavita.

L’ISA ha la grave responsabilità di agire come custode del patrimonio comune dell’umanità, proteggendo le profondità marine non solo per un guadagno economico, ma anche per il suo capitale naturale che servirà alle generazioni presenti e future negli anni a venire – ha sottolineato Pradeep Singh di Oceano Azul Foundation e co-autore del paper – Questo è il momento perfetto per gli Stati di una pausa per consentire una riflessione più approfondita su ciò che conta davvero e su cosa significhi effettivamente un beneficio per l’umanità nel suo complesso. Una moratoria sull’attività estrattiva nei fondali marini è un passo necessario per garantire che siano in atto adeguate misure di salvaguardia e controlli prima ancora che qualsiasi attività estrattiva possa essere presa in considerazione e, nel frattempo, per raddoppiare i nostri sforzi per preservare la biodiversità marina, colmare le lacune critiche nella conoscenza e promuovere una maggiore equità nel nostro oceano comune”.

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