Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) che monitora i progressi e le tendenze per mitigare i cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, gli incrementi di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica, per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, al 2030 il tasso di incremento delle fonti rinnovabili da una media dello 0,8% dovrebbe passare al 2,5%.
Dopo un lungo periodo di riduzione delle emissioni di gas serra in Europa, la ripresa economica dopo le chiusure e limitazioni imposte dalla pandemia di Covid-19 ha determinato un aumento delle emissioni, in particolare nei settori dei trasporti, dell’industria e dell’approvvigionamento energetico.
A rilevarlo è il Rapporto “Trnds and Projections in Europe 2022”, pubblicato il 26 ottobre 2022 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) che esplora le tendenze storiche, i progressi più recenti e i percorsi futuri previsti per mitigare i cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, gli incrementi di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica.
Il Rapporto si basa sui dati delle emissioni di gas serra e dell’energia fino al 2021, segnalati ufficialmente nel 2022 dagli Stati membri secondo quanto previsto dal Regolamento sul meccanismo di monitoraggio e comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e di comunicazione di altre informazioni in materia di cambiamenti climatici , integrati per i dati mancanti dalle stime dell’AEA.
Con una crisi energetica incombente e, in particolare, un prezzo elevato del gas, sottolinea l’AEA, il settore dell’approvvigionamento energetico ha visto un parziale passaggio a combustibili energetici a maggiore intensità di carbonio, mentre la forte crescita delle energie rinnovabili osservata negli ultimi anni nel 2021 ha perso ritmo. Per contrastare questo sviluppo, è fondamentale che leattuali decisioni sulle infrastrutture energetiche tengano conto dell’obiettivo futuro della neutralità climatica per evitare effetti di “carbon lock-in” (ndr: “blocco del carbonio” si verifica quando nell’investire in una determinata infrastruttura non si tiene conto adeguatamente delle emissioni di gas serra che derivano per tutta la vita dell’infrastruttura, impedendo o ritardando investimenti verso soluzioni alternative a basse emissioni di carbonio).
“Nei prossimi mesi e anni sarà necessaria un’azione determinante per garantire che gli Stati membri dell’UE possano mettere in atto piani ambiziosi di riduzione delle emissioni per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE – ha affermato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA – Sebbene quest’inverno siano necessarie misure a breve termine per aumentare l’approvvigionamento energetico, questi investimenti non dovrebbero bloccare l’Europa in molti altri anni di dipendenza dai combustibili fossili. Il risparmio energetico e il rafforzamento delle fonti di energia rinnovabile sono fondamentali non solo per affrontare l’immediata crisi energetica, ma anche per raggiungere la neutralità climatica“.
Secondo il Rapporto le emissioni di gas serra sono aumentate del 5% nel 2021 rispetto al 2020, comprese quelle dell’aviazione internazionale. Le emissioni, tuttavia, restano ben al di sotto del livello pre-Covid del 2019. Le stime suggeriscono che il consumo di energia è aumentato nel 2021 sia nel consumo di energia primaria che finale, rispettivamente del 6% e del 5%, rispetto al 2020. Il consumo di energia primaria misura la domanda di energia, mentre il consumo di energia finale si riferisce a ciò che gli utenti finali effettivamente utilizzano. Questo aumento del consumo di energia può essere in gran parte attribuito alla ripresa economica. Nel 2021 l’effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia sui dati di consumo annuo non era ancora visibile, ma si può prevedere che questo sarà più evidente nel 2022.
Dai dati preliminari si evidenzia che nel 2021 la quota totale di fonti energetiche rinnovabili in Europa è rimasta al 22% del consumo energetico, interrompendo la crescita altrimenti forte degli ultimi anni. Ciò può essere spiegato dai contributi minori dell’energia eolica e idroelettrica nel 2021, insieme ai rimbalzi del consumo di energia.
Nei prossimi anni, le riduzioni sostanziali delle emissioni dovranno essere sostenute anno dopo anno per raggiungere la neutralità climatica a lungo termine. Con la Legge europea sul clima, l’obiettivo di riduzione per il 2030 è stato portato ad almeno il 55% di riduzione netta delle emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. In questo momento il Parlamento europeo e gli Stati membri stanno negoziando il Pacchetto completo Fit for 55, tenendo conto anche della proposta di Piano REPower EU del 2022.
Per raggiungere l’obiettivo del 55% di emissioni nette di gas serra per il 2030, le emissioni dovrebbero diminuire in media di 134 milioni di tonnellate di anidride carbonica (MtCO2 eq) all’anno rispetto ai livelli stimati per il 2021. Si tratta di oltre il doppio della riduzione media annua ottenuta tra il 1990 e il 2020. Tutti i settori devono intensificare significativamente i propri sforzi per mitigare le emissioni di gas serra. Inoltre, è necessario aumentare la rimozione di CO2 attraverso l’uso del suolo, il cambiamento dell’uso del suolo e la silvicoltura, invertendo l’attuale tendenza alla contrazione dei pozzi di carbonio nell’UE.
Al contempo, il consumo di energia dovrebbe diminuire sostanzialmente nei prossimi anni: il nuovo obiettivo 2030 proposto nel contesto di REPowerEU richiede più del raddoppio del risparmio energetico annuale nel periodo 2022-2030.
Lo stesso vale per le energie rinnovabili: dal 2005, la quota di energia rinnovabile sul consumo finale lordo di energia in Europa è cresciuta in media dello 0,8% ogni anno, mentre per conseguire l’obiettivo di aumento del 45% di energia rinnovabile proposto dal REPowerEU, dovrebbe essere del 2,5% all’anno da qui al 2030.
A livello di Stati membri, sebbene siano già stati compiuti progressi sostanziali, le politiche e le misure attuali non sono sufficienti per soddisfare i nuovi ambiziosi obiettivi climatici ed energetici. Entro la metà del 2023, gli Stati membri dovranno presentare le proposte di aggiornamento dei Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e l’occasione darà loro l’opportunità di intensificare le loro misure e sviluppare piani per il periodo fino al 2030 che riflettano le nuove ambizioni dell’UE e l’obiettivo della neutralità climatica.