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Acqua “salata”: le bollette più care nel Centro-Italia

Un’inchiesta di Altroconsumo sul costo dell’acqua potabile nelle città capoluogo di provincia ha evidenziato che l’aumento del costo della vita ha fatto lievitare i prezzi dei beni essenziali, acqua compresa con aumenti medi del 9,5% in due anni, con ampie differenze tra le macroaree regionali e le città.

In Italia il costo della bolletta acqua per una famiglia di tre persone è in media di 466 euro l’anno, con aumenti medi (da dicembre 2021 a dicembre 2023) del 9,5%. Tuttavia, i costi si differenziano notevolmente da capoluogo a capoluogo: a Milano è di 163 euro, mentre a Siena si superano gli 800 euro; Catanzaro è l’unico capoluogo di provincia in cui la bolletta del servizio idrico non ha subìto alcun incremento nell’ultimo biennio, seguito da Bari (+1%), mentre a Bolzano ci sono stati gli incrementi maggiori (+35,4%).

È quanto emerge dalla recente inchiesta di Altroconsumo, l’Organizzazione indipendente dei consumatori che conta oltre 300.000 soci, che ha preso in considerazione i consumi idrici di una famiglia di tre persone che consuma in media 182 metri cubi d’acqua all’anno (166 litri d’acqua al giorno a testa) e le tariffe applicate nella maggior parte delle città capoluogo di Provincia.

Rispetto alla scorsa edizione della stessa indagine, in cui gli incrementi erano risultati ben più contenuti, arrivando in media al 9,7% in quattro anni (2017-2021).

Come si può notare dalla tabella, gli aumenti si differenziano da città a città. Catanzaro è l’unico capoluogo in cui la bolletta del servizio idrico non ha subìto alcun incremento nell’ultimo biennio, seguito da Bari che ha registrato un incremento pari solo all’1%. In testa si trova invece la Provincia autonoma di Bolzano, dove la tariffa arriva addirittura al 35,4%. Male anche Torino, Trento e L’Aquila, dove gli aumenti superano quota 17%, seguiti da quelli di Milano (16,4%), Genova (14,4%) e Ancona (13,7%).

È importante sottolineare però che i rincari percentuali non sempre corrispondono ad una spesa elevata sostenuta dalle famiglie: per confrontare questi due valori bisogna approfondire: tra i casi emblematici ci sono Bolzano e Milano, che se da un lato spiccano per l’alta percentuale di aumenti nel biennio considerato, dall’altro brillano per economicità della tariffa: a Milano la spesa media per famiglia è di soli 163 euro, mentre a Bolzano 344 euro. Milano vanta inoltre il primato di città più economica del campione: Altroconsumo ha stimato che la tariffa idrica della città risulta meno di un euro al metro cubo (89 centesimi per la precisione). Siena è invece la peggiore, con un prezzo di oltre quattro volte superiore (4,45euro).

Se si allarga lo sguardo alle macroaree del Paese, possiamo dire che l’acqua è mediamente più cara nelle città del Centro Italia, mentre la media di quelle del Nord e del Sud è paragonabile

L’indagine ha evidenziato che la classe di spesa più comune è quella che prevede bollette annuali che vanno da 370 a 500 euro. Si tratta di un costo che raccoglie la maggioranza relativa del campione (42%) e che vede agli estremi Alessandria con 371 euro Macerata con 495 euro. Il secondo gruppo di città più numeroso (25%) è quello dei capoluoghi in cui la stima di spesa a famiglia si colloca tra 500 a 700 euro all’anno, più precisamente dai 502 euro di La Spezia ai 693 euro di Massa. Ad esclusione di Massa e Lucca, le province toscane sono risultate le più care dell’indagine: Firenze ha registrato una spesa media di 742 €, mentre Siena con 810 euro all’anno ha conquistato il record di capoluogo con la bolletta dell’acqua più cara d’Italia. Tra le città più costose, cioè quelle con la bolletta idrica superiore ai 700 euro, l’unica al di fuori della Toscana è Frosinone (740 euro), che aveva ottenuto la maglia nera nella scorsa edizione dell’indagine.

Inalterato è rimasto l’annoso problema delle falle degli acquedotti: si perde in media il 42% dell’acqua immessa in rete. Le criticità sono in particolare al Sud, dove le perdite d’acqua sono tra il 45 e il 54%Basilicata e Sardegna segnano il record negativo (55%). La Valle d’Aosta è la più virtuosa (22%).

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