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NGT: al via la revisione del quadro legislativo UE sulle biotecnologie

Con la pubblicazione dello Studio sulle nuove tecniche genomiche (NGT) che evidenzia le potenzialità per un’agricoltura sostenibile e invita ad aggiornare la politica in materia, la Commissione UE di fatto avvia il dibattito che si preannuncia acceso e che si concluderà con una Consultazione.

Le nuove tecniche genomiche (NGT) che modificano il genoma di un organismo, possono contribuire a un sistema alimentare più sostenibile nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e della Strategia “Dal produttore al consumatore” (Farm to Fork).

È la conclusione di uno Studio sullo stato delle nuove tecniche genomiche (NGT) che era stato richiesto del Consiglio europeo dell’Unione europea che aveva invitato  la Commissione ad effettuare “uno studio alla luce della sentenza della Corte di giustizia nella causa C-528/16 sullo status delle nuove tecniche genomiche ai sensi del diritto dell’Unione“.

La Sentenza della Corte di giustizia europea aveva chiarito il rapporto tra gli organismi ottenuti mediante tecniche di mutagenesi e gli OGM, e l’applicazione della relativa disciplina anche alle nuove tecniche.

La Commissione ha effettuato lo studio avvalendosi di pareri di esperti e di contributi delle autorità competenti degli Stati membri e dei portatori di interessi che sono stati coinvolti anche nella Consultazione che ha preceduto la predisposizione della relazione.

Lo studio pubblicato conclude che le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork – ha dichiarato Stella Kyriakides, Commissaria UE per la Salute e la Sicurezza alimentare – Mantenendo come principio guida la sicurezza dei consumatori e dell’ambiente, è giunto il momento di instaurare un dialogo aperto con i cittadini, gli Stati membri e il Parlamento europeo per decidere insieme la via da seguire in relazione all’impiego di queste biotecnologie nell’UE“.

Al contempo, lo Studio rileva che l’attuale legislazione in materia di OGM, adottata nel 2001, non è più adatta a queste tecnologie innovative, per cui la Commissione UE intende avviare un processo di consultazione ampio e aperto per discutere dell’elaborazione di un nuovo quadro giuridico per tali biotecnologie.

Le NGT ovvero tutte le tecniche atte a modificare il genoma di un organismo sviluppate dopo il 2001, quando è stata adottata la legislazione dell’UE sugli OGM, si sono rapidamente diffuse negli ultimi due decenni in molte parti del mondo, con talune applicazioni già presenti sul mercato di alcuni partner commerciali dell’UE.

Dallo Studio emerge che:
– i prodotti NGT possono contribuire alla sostenibilità dei sistemi alimentari con piante più resistenti alle malattie, alle condizioni ambientali e agli effetti dei cambiamenti climatici, beneficiando inoltre di qualità nutrizionali più elevate, quali un tenore più sano di acidi grassi, e di una minore necessità di fattori della produzione agricola come i pesticidi;
– contribuendo agli obiettivi dell’UE in materia di innovazione e sostenibilità dei sistemi alimentari, nonché ad un’economia più competitiva, le NGT possono apportare vantaggi a molti settori delle nostre società;
– tra le preoccupazioni connesse ai prodotti NGT e alle loro applicazioni attuali e future, figurano il possibile impatto sulla sicurezza e sull’ambiente, ad esempio sulla biodiversità, la coesistenza con un’agricoltura biologica e senza OGM, nonché l’etichettatura;
– le NGT sono un insieme molto eterogeneo di tecniche e consentono di ottenere risultati diversi: alcuni prodotti vegetali sviluppati con tali tecnologie sono altrettanto sicuri per la salute umana e animale e per l’ambiente quanto le piante coltivate in maniera convenzionale;
– l’attuale legislazione in materia di OGM, del 2001, non sia più adatta allo scopo in relazione ad alcune NGT e ai loro prodotti e che debba essere adeguata al progresso scientifico e tecnologico.

Il Consiglio Agricoltura del 31 maggio 2021 discuterà le conclusioni dello Studio che saranno oggetto di esame da parte del Parlamento europeo e degli altri soggetti interessati attraverso una valutazione d’impatto da parte della Commissione UE e una successiva consultazione pubblica per esaminare le opzioni strategiche relative alla regolamentazione sui vegetali ottenuti tramite determinate NGT.

Le Associazioni ambientaliste non vedono di buon occhio questa apertura della Commissione. Tra queste, si è subito fatta sentire Greenpeace: “L’Unione europea ha la responsabilità di proteggere il diritto degli agricoltori di sapere ciò che coltivano e delle persone di scegliere ciò che mangiano, oltre che di proteggere l’ambiente e la biodiversità dai potenziali danni causati dai nuovi OGM – ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile Campagna agricoltura di Greenpeace Italia – La Commissione e i governi nazionali devono rispettare il principio di precauzione e la decisione della Corte di giustizia europea: gli OGM, anche se gli si dà un nome diverso, restano comunque OGM e devono essere trattati come tali”.

Su posizioni opposte le Associazioni di categoria, tra cui Coldiretti.
Dopo il fallimento degli Ogm in agricoltura è importante avviare una riflessione sulla genetica green capace di sostenere la produzione nazionale, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid – ha affermato il Presidente Ettore Prandini in riferimento all’avvio da parte della Commissione europea del processo di consultazione che sfocerà in un nuovo quadro giuridico per le biotecnologie agrarie – Una grande sfida per far tornare gli agricoltori protagonisti della ricerca senza che i risultati finiscano nelle mani di poche multinazionali proprietarie dei brevetti – ha proseguito, sottolineando la necessità  di – difendere e valorizzare il patrimonio di biodiversità agraria nazionale e la distintività delle nostre campagne, garantendo nuove possibilità di crescita e sviluppo all’agroalimentare nazionale”.

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