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WWD 2016: le statistiche sul consumo d’acqua dell’Istat

WWD 2016 statistiche consumo acqua Istat

Come consuetudine, in occasione della “Giornata Mondiale dell’Acqua”, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha fornito le statistiche sull’ “oro blu” del nostro Paese, introducendo per la prima volta le stime del consumo di acqua dell’industria manifatturiera e del settore energetico termoelettrico, calcolando anche l’intensità d’uso dell’acqua ovvero la quantità necessaria per generare un’unità di valore della produzione per settore manifatturiero.

 Precipitazioni atmosferiche nei comuni capoluogo di regione
– Secondo i dati delle stazioni meteorologiche presenti nei comuni capoluogo di regione, nel periodo 2001-2014 la precipitazione totale media annua è stata di 740,8 mm, l’1,1% in meno rispetto al valore climatico 1971- 2000.
– Il 2010 è stato l’anno più piovoso del periodo 2001-2014 (996,4 mm), mentre il 2007 è quello in cui ha piovuto di meno (553,0 mm).
– I giorni di precipitazione molto intensa (con almeno 20 mm) sono stati in media 9, in linea col dato climatico. Il maggior numero di giorni di precipitazione intensa si è registrato a Genova (17) ed il minore a Cagliari (3).
– I giorni consecutivi senza pioggia sono stati mediamente 25, con un massimo di 31 a Palermo. Rispetto al valore climatico, il dato si presenta sostanzialmente stabile.

Distribuzione dell’acqua potabile
Il volume erogato agli utenti dalle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è complessivamente pari a 5,2 miliardi di m3 nel 2012, in diminuzione del 5,4% rispetto al 2008. Si è avuto, pertanto, un consumo giornaliero di acqua per uso potabile pari a 241 l/ab, 12 l. al giorno in meno rispetto all’ultimo dato del 2008.
L’erogazione dell’acqua ad uso potabile si presenta eterogenea sul territorio italiano.
Con 280 l/ab al giorno, il Nord-ovest è la ripartizione territoriale in cui è maggiore l’erogazione di acqua potabile pro capite. Nella stessa ripartizione, peraltro, si registra una forte variabilità territoriale, dai 233 l/ab al giorno del Piemonte ai 461 della Valle d’Aosta (regione con il valore più alto). Ai residenti delle Isole vengono erogati giornalmente 210 l/ab; mentre, fra le regioni, Toscana e Puglia presentano il valore più basso, di poco inferiore ai 200 l/ab

Servizio d’erogazione dell’acqua e fiducia nel bere acqua di rubinetto
– Nel 2015, l’erogazione dell’acqua nelle abitazioni viene indicata come irregolare dal 9,2% delle famiglie italiane, percentuale in leggero aumento rispetto al 2014 (8,7%).
– La scarsa fiducia a bere acqua di rubinetto continua a essere un fenomeno abbastanza diffuso, anche nel 2015, 3 famiglie su 10 hanno manifestato questa preoccupazione. La quota più bassa di famiglie che non si fidano a bere acqua di rubinetto si registra al Nord-est, mentre la più alta nelle isole (52,2%).

Acqua e agricoltura
Il settore agricolo è il più grande utilizzatore di acqua. L’uso agricolo comprende sia l’irrigazione sia l’allevamento. L’agricoltura irrigua, in particolare, rappresenta la maggiore pressione sulla risorsa idrica in Italia, che è uno dei paesi europei che maggiormente fa ricorso all’irrigazione.
– Nell’annata agraria 2012-2013 l’irrigazione è stata effettuata da 720.335 aziende agricole su una superficie di 2.917.649 ha, in aumento del 16,2% rispetto al 1982.
– Il 28,5% della superficie irrigata è coltivata a mais da granella. A seguire, i gruppi colturali più rappresentati sul complesso della superficie irrigata sono gli erbai e le altre foraggere avvicendate (14,4%), le colture ortive e piante ornamentali a piena aria (11,0%) e l’insieme di fruttiferi e agrumi (10,8%).
– A livello nazionale si stima che nell’annata agraria 2009-2010 sia stato utilizzato per l’irrigazione un volume totale di acqua di circa 11,6 miliardi di m3.

Acqua e industria
L’Istat diffonde per la prima volta la stima a livello nazionale dei volumi di acqua utilizzata nei processi produttivi dell’industria manifatturiera per settore economico.
– Nel 2012 il volume di acqua complessivamente utilizzato come input produttivo dall’industria manifatturiera nazionale è stato di circa 5,5 miliardi di m3. Con 681 milioni di m3, il settore della chimica e dei prodotti chimici è quello che ne ha impiegata di più, seguito dal settore della gomma e materie plastiche (645 milioni di m3) e da quello siderurgico e metalli di base (552 milioni di m3).
– Oltre alla stima del volume di acqua utilizzata, per ciascun settore, è stato calcolato anche l’indicatore fisico denominato intensità d’uso dell’acqua (Water Use Intensity Indicator-WUI) che fornisce una misura del volume di acqua necessario per generare un’unità di valore della produzione per settore manifatturiero. L’intensità d’uso dell’acqua è considerato un indicatore di pressione ambientale, poiché descrive l’impatto del sistema economico sulle risorse idriche ed è connessa quindi allo sviluppo sostenibile.
– In media, sono stati necessari 8,8 l. di acqua per ciascun euro di produzione manifatturiera realizzata nel 2012.
– Per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, le imprese con meno di 5 addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile con un prelievo stimato di circa 195 mila m3, mentre le imprese medie e grandi si servono di specifici sistemi di auto approvvigionamento o utilizzano acqua che proviene da infrastrutture a servizio di nuclei ed aree industriali.

Acqua e energia
Diffusa per la prima volta anche la stima a livello nazionale dei volumi di acqua utilizzati per la produzione di energia elettrica e di calore nelle centrali termoelettriche, la principale fonte di energia elettrica del Paese, benché in decrescita. L’acqua viene impiegata, sia nel processo produttivo delle centrali termoelettriche, sia esclusivamente per il raffreddamento degli impianti di produzione. Nel primo caso, i volumi di acqua sono utilizzati per produrre energia elettrica, calore, acqua demineralizzata, ma anche per il lavaggio degli impianti di produzione. Oltre all’energia elettrica, gli impianti, infatti, producono calore, ceduto agli stabilimenti produttivi vicini alle centrali sotto forma di vapore, oppure, in alcuni casi, utilizzato per riscaldare l’acqua delle reti di teleriscaldamento delle città. La stima dei volumi non comprende l’utilizzo di acqua di origine meteorica e l’acqua potabile per i servizi igienici ed altri usi civili all’interno degli impianti.
– Sono stati 119,7 milioni di m3 i volumi di acqua utilizzati nel 2012 nel solo processo di produzione degli impianti termoelettrici, di cui 75,4 milioni di m3 di acque interne.
– Ma per il raffreddamento degli impianti termoelettrici nel 2012 sono serviti complessivamente 18,4 miliardi di m3 di acqua, di cui l’88,5% è acqua di mare e il restante 11,5% proviene da acque interne, ossia acque dolci continentali.

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