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WindEurope: dall’eolico il 51% della nuova capacità installata nel 2016

WindEurope

WindEurope (ex EWEA), l’Associazione con sede a Bruxelles che riunisce produttori, fornitori di componenti, istituti di ricerca e associazioni nazionali dell’eolico, con l’obiettivo di diffondere l’uso di energia dal vento in Europa, ha pubblicato il 9 febbraio 2017 “Wind European Annual Statistics Report 2016” che sintetizza le nuove installazioni e le attività di finanziamento dei parchi eolici in Europa, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016.

Dal Rapporto si evidenzia che l’energia eolica ha rappresentato il 51% della nuova capacità installata nel 2016 in Europa, ha superato il carbone ed è ora la seconda fonte per potenza complessiva (dopo le centrali elettriche a gas), connettendo in totale 12,5 GW alla rete, distribuiti tra i 28 Stati Membri dell’UE, di cui 10.923 MW on-shore e 1.567 MW off-shore, anche se si è registrato un leggero calo, dopo un 2015 eccezionale, soprattutto per l’eolico off-shore. Gli investimenti in nuovi impianti eolici tra on-shore e off-shore, comunque, hanno raggiunto il record di 27,5 miliardi di euro. L’eolico off-shore è aumentato del 39% fino a raggiungere 18,2 miliardi di euro, mentre per l’on-shore gli investimenti sono diminuiti del 29% raggiungendo quota 9,3 miliardi di euro.

Complessivamente, la capacità eolica installata oggi in Europa si attesta sui 153,7 GW, in grado di coprire il 10,4% dei fabbisogni di energia elettrica dello scorso anno. La Germania ha installato la quota maggiore di nuova energia eolica, ovvero il 44% del totale dell’UE. Cinque stati membri hanno raggiunto l’anno record: la Francia, i Paesi Bassi, la Finlandia, l’Irlanda e la Lituania. Tutte le Rinnovabili insieme hanno aggiunto l’86% di nuova potenza installata nel 2016.
Abbiamo assistito ad una forte espansione in Germania nel 2016, ma la crescita rimane irregolare geograficamente – ha osservato Giles Dickson, Amministratore delegato di WindEurope – Più della metà degli Stati membri non ha investito nulla in energia eolica lo scorso anno. La politica è fondamentale, soprattutto quando guardiamo al lungo termine. Gli Stati membri devono anche iniziare a definire le loro Strategie Energetiche Nazionali e piani climatici per favorire la transizione a livello nazionale. Il Clean Energy Package è il modello giusto per raggiungere questo obiettivo. Il Consiglio e il Parlamento europeo devono iniziare a lavorare seriamente sulle proposte della Commissione“.

Il Pacchetto Clean Energy for All Citizens denominato anche “Pacchetto Inverno” perché lanciato dalla Commissione UE il 30 novembre 2016, costituisce un primo passo nella giusta direzione, come rilevato da Dickson, sia per l’innalzamento dell’obiettivo di fornitura energetica da rinnovabili sia per l’enfasi posta sulla necessità di penetrazione delle FER nei settori del riscaldamento e dei trasporti. Tuttavia, tali politiche per essere compatibili con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, devono prevedere che non siano più supportate misure per combustibili fossili e tecnologie inefficienti.

L’energia eolica è oggi parte integrante ed essenziale della fornitura di energia elettrica in Europa – ha proseguito Dickson – È anche un settore maturo e significativo di per sé che ha creato ad oggi 330.000 posti di lavoro e generato miliardi di euro di esportazioni europee. Con tutto il parlare che si fa di transizione ad un sistema low-carbon, si dovrebbe mirare a strategie di lungo termine per l’industria eolica in Europa. Ma non ci sono. La politica governativa in materia di energia in Europa è meno chiara e ambiziosa di quanto non fosse qualche anno fa. Solo 7 dei 28 Paesi Membri dell’UE hanno target e politiche a sostegno delle Rinnovabili al 2020. La transizione dal sistema feed in tariff al meccanismo delle aste è stato meno fluido di quanto pensassimo. Abbiamo ancora mercati dell’energia elettrica disfunzionali che non sono adatti per le energie rinnovabili. E mancano segnali di prezzo di lungo termine a sostegno degli investimenti“.

In Italia si sono installati nel 2016 solo 282,5 MW pari ad un flusso di investimento di poco più di 350 milioni di euro, a differenza di quanto fatto dalla Francia che ha installato 1.651 MW, dopo la decisione assunta di portare a 25.000 MW di elettricità l’obiettivo per la produzione eolica al 2023, mentre di questo passo il nostro Paese rischia di non raggiungere quello prefissato di 12.680 MW al 2020 (al 2016 è di 9.257MW).

L’eolico in Italia ha visto un periodo di transizione negli ultimi due anni che gli hanno fatto perdere terreno – ha dichiarato Simone Togni, Presidente dell’ANEV – Oggi dobbiamo recuperare la strada persa con un serio piano di sviluppo che consenta finalmente al Paese di sfruttare le significative potenzialità ancora disponibili. Oggi l’industria Italiana dell’eolico ha dimostrato solidità e capacità di trasformarsi dando risultati significativi in termini di efficienza e riduzione dei costi. In questo percorso di trasformazione è stato fondamentale il ruolo dell’ANEV che ha garantito un percorso di crescita sana e robusta, che ha supportato le aziende serie e i progetti più meritevoli tanto che le ultime aste hanno visto esprimere dei valori degli incentivi di aggiudicazione addirittura al di sotto dei valori europei. Di questo la politica deve fare tesoro per spingere su una tecnologia come quella eolica che oggi è competitiva a livello europeo e può garantire all’Italia occupazione, industria e sviluppo nei prossimi decenni“.

L’energia eolica è oggi parte integrante ed essenziale della fornitura di energia elettrica in Europa – ha proseguito Dickson – È anche un settore maturo e significativo di per sé che ha creato ad oggi 330.000 posti di lavoro e generato miliardi di euro di esportazioni europee. Con tutto il parlare che si fa di transizione ad un sistema low-carbon, si dovrebbe mirare a strategie di lungo termine per l’industria eolica in Europa. Ma non ci sono. La politica governativa in materia di energia in Europa è meno chiara e ambiziosa di quanto non fosse qualche anno fa. Solo 7 dei 28 Paesi Membri dell’UE hanno target e politiche a sostegno delle Rinnovabili al 2020. La transizione dal sistema feed in tariff al meccanismo delle aste è stato meno fluido di quanto pensassimo. Abbiamo ancora mercati dell’energia elettrica disfunzionali che non sono adatti per le energie rinnovabili. E mancano segnali di prezzo di lungo termine a sostegno degli investimenti“.

Il 6 febbraio 2017 WindEurope ha messo online la piattaforma Daily Wind Power Numbers che mostra la percentuale di energia eolica rispetto al fabbisogno energetico in Europa, in grado di fornire sia i dati complessivi relativamente ai Paesi europei che i valori più specifici in merito alla quota per singolo Paese.

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