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Vendemmia 2020: i dati finali comunicati da Assoenologi, ISMEA e UIV

Secondo il Comunicato stampa del 27 ottobre 2020 è del 2% la flessione della Vendemmia 2020 rispetto al 2019, ma vino e mosto sono di ottima qualità, con punte di eccellenza in tutte le regioni che hanno, comunque, registrato andamenti contrastanti, con i cali maggiori in alcune regioni del Centro-Sud (Toscana, Sicilia, Umbria e Lazio), e in aumento per Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Marche, Trentino Alto Adige.

Una vendemmia ottima nella qualità e misurata nella quantità. Un verdetto della natura favorevole rispetto alla congiuntura economica mondiale, che consegna una raccolta molto promettente anche per il futuro commerciale del principale produttore mondiale di vino al mondo.

Con un Comunicato stampa congiunto del 27 ottobre 2020, Assoenologi, ISMEA e Unione italiana Vini hanno dato il responso definitivo della vendemmia italiana 2020, rilevando una produzione complessiva di vino e mosto di 46,6 milioni di ettolitri, con una flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019. Una stima in calo rispetto a quella formulata a settembre (-1%), dovuto a minori rese sia in campo che in cantina, ma che vede crescere l’asticella della qualità, con uno standard che grazie al meteo si è elevato di settimana in settimana, con punte di eccellenza in quasi tutto il Paese anche dopo le piogge di fine settembre.

La vendemmia 2020 ci ha regalato uve di altissima qualità grazie anche a un leggero decremento della quantità – ha dichiarato il Presidente di Assoenologi, Riccardo CotarellaD’altronde, come è noto, da sempre riteniamo che l’unico elemento che possa dar valore al vino italiano, oltre alla nostra immensa biodiversità, sia la qualità intrinseca dei nostri vini. Il record mondiale della quantità prodotta non è ritenuto da noi elemento qualificante sia per la forma che per la sostanza. Data anche la situazione pandemica sono certo che l’ottima qualità saprà essere il valore aggiunto di una vendemmia che, per gli aspetti legati proprio all’emergenza sanitaria, è stata vissuta anche con quel senso di preoccupazione che ormai ci attanaglia da mesi. Un senso di preoccupazione che non deve però intaccare il sentimento di speranza e la voglia di superare questo drammatico momento. Da Presidente di Assoenologi, ma anche da uomo e imprenditore del settore, mi sento di rinnovare, oggi più che mai, l’appello a tutta la filiera del nostro comparto, a moltiplicare gli sforzi e far sì che questa vendemmia possa essere tradotta in grandi vini”.

La geografia della raccolta, perfetta anche dal punto di vista dello stato fitosanitario delle uve, segna la contrazione maggiore per le regioni del Centro e Sud Italia, a partire dalla Toscana (-21%) fino alla Sicilia (- 20%), all’Umbria e al Lazio (-10%), mentre è in controtendenza la Sardegna (+20%).

In equilibrio il Veneto (+1%), che con 11 milioni di quintali di vino previsti mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, seppure in calo dell’8% e dall’Emilia Romagna (+10%).

In crescita, in un contesto generale che si posiziona sotto la media quantitativa dell’ultimo quinquennio, anche importanti regioni produttive come Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%), mentre cala di 9 punti il Friuli Venezia Giulia.

Le cantine italiane stanno affrontando le difficoltà derivanti dalla pandemia con grande dinamismo e spirito di adattamento – ha sottolineato Raffaele Borriello, Direttore Generale dell’ISMEA – Sono sempre di più le imprese che hanno operato un processo di diversificazione dei canali distributivi, riuscendo a collocare i prodotti anche nel momento di blocco totale del canale Horeca. In questa difficile congiuntura è stata soprattutto la GDO a mitigare le perdite del comparto sul mercato italiano, in virtù del buon andamento degli acquisti durante i primi 9 mesi del 2020 (+7% in valore con punte dell’11% per il segmento della spumantistica). Ma l’emergenza sanitaria, come rivela un’indagine ISMEA in corso di realizzazione, ha impresso anche una forte accelerazione nella digitalizzazione del settore vinicolo, tramite un più diffuso ricorso all’e-commerce e a nuove modalità di vendita e interazione con il cliente finale. Anche sul fronte dell’export, nonostante il tonfo registrato a maggio, la riduzione dei flussi in valore si è limitata nei primi 7 mesi dell’anno a un meno 3,2%, registrando addirittura un piccolo spunto di crescita nel mese di luglio (+1,1%)”.

L’annuale indagine sul settore vinicolo nazionale e internazionale dell’Area Studi di Mediobanca, pubblicata il 26 maggio 2020, aveva evidenziato che il 63,5% delle 215 principali società di capitali italiane prevedeva di subire nel 2020 un calo delle vendite, con una flessione anche superiore al 10% per il 41,2% del campione. A pesare il blocco della ristorazione (Ho.Re.Ca.) e la caduta del commercio mondiale stimata dalla World Trade Organization (WTO) tra il 15% e il 30%: un quadro ben peggiore rispetto al 2009 per effetto della crisi economica mondiale. A pesare in questo caso è soprattutto la crisi del turismo e del travel retail.

Anche l’apporto dell’enoturismo su cui si concentrava l’attenzione del settore, si è ridimensionato dopo gli ultimi DPCM di ottobre sulle misure per contenere la seconda ondata della pandemia.

La natura è riuscita a esprimere in un anno di estrema difficoltà una vendemmia ovunque molto equilibrata e, in molte aree, certamente, da ricordare – ha affermato il Presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto AbbonaL’ottima qualità, unita alla giusta quantità, saranno di aiuto per le aziende in questa particolare congiuntura economica. I volumi, sensibilmente più bassi (-2%) della media dell’ultimo quinquennio, consentiranno di contenere le tensioni del mercato interno determinate dalle rinnovate restrizioni imposte dalle ultime misure governative e, sul fronte internazionale, dalla dilagante emergenza sanitaria globale. Il contesto è senz’altro difficile, ma c’è la consapevolezza che, appena ci saranno le condizioni, il settore sarà in grado di ripartire come ha sempre fatto negli ultimi anni. Al Governo chiediamo cautela e attenzione nel gestire le misure di emergenza sanitaria. In questa fase servono ascolto e condivisione, equità nei trattamenti e tempi certi per i ristori economici annunciati. Inoltre, ci auguriamo che si avvii rapidamente una fase di progettazione dei piani promozione istituzionale del made in Italy agroalimentare e del vino per la prossima annualità, al fine di rilanciare l’immagine del nostro settore nei principali mercati internazionali”.

E.B.

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