La Corte dei Conti europea boccia i programmi per la trasformazione agro-alimentare che risulterebbero inefficaci, troppo generici e privi di controlli effettivi e , pertanto, senza quel “valore aggiunto all’agricoltura” che è, poi, la principale ragione d’essere di tale voce nel bilancio dell’Unione europea.
Questo duro giudizio è contenuto nello Special Report “Has the EU support to the food-processing industry been effective and efficient in adding value to agricultural products?” che la Corte dei Conti europea (European Court of Audit) ha rilasciato il 10 aprile 2013.
Nell’ambito della politica agricola comune, le imprese che lavorano e commercializzano i prodotti agricoli possono accedere a sovvenzioni erogate nel quadro della politica di sviluppo rurale dell’UE tramite una misura detta “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”, che mira a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale.
Per il periodo 2007-2013, la dotazione di bilancio UE per questa misura di sostegno è di 5,6 miliardi di euro. Ai fondi dell’UE si aggiungono quelli nazionali, portando il finanziamento pubblico totale a 9 miliardi di euro.
Gli Stati membri devono redigere i programmi di sviluppo rurale conformando l’aiuto finanziario alle proprie necessità tramite obiettivi nazionali o regionali e stabilendo l’estensione della misura, al fine di garantire che i fondi a disposizione siano impiegati in modo efficiente.
Tuttavia, l’ECA ha riscontrato che erano stati stabiliti soltanto obiettivi generali, i quali non dimostravano come il finanziamento avrebbe dovuto aggiungere valore ai prodotti agricoli o migliorare la competitività dell’agricoltura. Nonostante tale mancanza di specificità, la Commissione ha approvato i programmi. L’audit espletato dalla Corte ha riguardato 6 programmi di sviluppo rurale nazionali e regionali, selezionati principalmente a motivo della loro dimensione: Spagna (Castilla y León), Francia, Italia (Lazio), Lituania, Polonia e Romania.
La Corte ha riscontrato che gli Stati membri non destinano i fondi a progetti per i quali la necessità di un sostegno pubblico è dimostrabile. In assenza di tale necessità, la misura di cui sopra diventa un sostegno generale alle imprese che investono nel settore della trasformazione dei prodotti alimentari – con conseguenti rischi di distorsione della concorrenza e di spreco di fondi pubblici limitati.
Quasi il 20 % dei fondi UE destinati al miglioramento della competitività dell’agricoltura viene erogato a imprese di trasformazione di prodotti alimentari, ma i meccanismi di monitoraggio e valutazione non raccolgono informazioni sul valore aggiunto o sugli effetti indiretti sulla competitività dell’agricoltura. Non è verosimile che gli attuali meccanismi forniscano le informazioni necessarie a comprovare l’uso proficuo dei fondi assegnati alla misura, né a migliorarne l’efficacia ed efficienza per il periodo 2014 – 2020.
“Gli Stati membri non identificano in modo chiaro la necessità del finanziamento, e non stabiliscono obiettivi sensati – ha dichiarato il ceco Jan Kinšt, Membro della Corte e responsabile della relazione – La Commissione dovrebbe approvare solo quei programmi che lo fanno, altrimenti questa misura diventa una semplice elargizione alle imprese che trasformano i prodotti alimentari”.
Solo 2 dei 24 progetti controllati hanno rispettato tutti i criteri di efficacia nell’uso dei fondi europei, tal che si può ben comprendere come la Corte abbia ritenuto di rivolgere le seguenti raccomandazioni.
– I programmi degli Stati membri devono identificare in modo chiaro la necessità di finanziamenti e fissare obiettivi sensati e misurabili. La Commissione dovrebbe approvare soltanto i programmi che attuano tale raccomandazione.
– Dovrebbero essere stabiliti criteri di selezione che permettano di individuare i progetti potenzialmente più efficaci. Per assicurare un impiego efficiente dei fondi UE, detti criteri dovrebbero essere applicati in modo rigoroso, anche quando vi siano risorse sufficienti per finanziare tutti i progetti ammissibili.
– la Commissione e gli Stati membri dovrebbero promuovere l’applicazione delle migliori pratiche in materia di mitigazione dei rischi di effetto inerziale e di piazzamento.
– Per il prossimo periodo di programmazione, il quadro di monitoraggio e di valutazione applicabile ai progetti finanziati dovrebbe essere migliorato, per assicurare che l’efficacia dei fondi erogati possa essere misurata in modo adeguato.